Capitolo Otto.

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Esco dall'aula di Storia e mi dirigo a passo spedito verso il mio armadietto per recuperare il libro di Algebra, ma qualcosa, o meglio qualcuno, decide di fermarsi esattamente davanti a me, urtandomi e facendomi cadere il quaderno degli appunti.
Mi chino a raccogliere il quaderno evitando lo sguardo della ragazza che si affretta a mormorare uno 'Scusa' confuso con una voce alquanto familiare.

Brigitte.
'Se sei venuta qui per chiedermi di tornare da Anne e farci la pace sappi che non ho nessuna intenzione di farlo.' dichiaro prima di richiudere l'anta del mio armadietto non troppo delicatamente.
'Ans mi ha raccontato quello che è successo tra voi, non voglio fare la moralista ma ve la siete presa così tanto solo perché sapete che entrambe avete ragione.' eccolo il problema, io cerco di evitarlo ma si ripresenta davanti ad ogni momento, vorrei che Anne si fosse sbagliata ma ormai sono dieci giorni che non ho notizie di Justin.

Forse dovrei scrivergli o forse dovrei solamente togliermi dai piedi, se solo sapessi che cosa ha deciso, se solo sapessi se vuole tornare, se solo sapessi cosa sta facendo ora.
L'attesa mi logora e non posso distrarmi nuovamente in questi pensieri, devo cambiare aria, concentrarmi su qualcos'altro, liquido Brigitte con una scusa e mi precipito nell'aula di algebra, appena in tempo perché la voce della Smith e le sue disequazioni fratte mi occupino la mente.

JUSTIN POV.

Mi sono preso una pausa, una pausa da tutto, Gordon si è praticamente trasferito da me in questa settimana per aiutarmi a distrarmi dai problemi di Summer, siamo andati in giro quasi costantemente, per avere sempre la mente impegnata ma ora che lui è fuori con la sua ragazza i problemi mi si sono riversati addosso insieme ad un'altra sensazione sovrastante.

Mi manca Summer, mi manca nonostante i suoi problemi e nonostante abbia passato la maggior parte del tempo in sua compagnia a consolarla, mi manca comunque e mi rendo conto, finalmente, che io ho bisogno di lei tanto quanto lei ha bisogno di me.

Recupero il mio cellulare dal letto e cerco il suo numero nella rubrica, una volta selezionato avvio una chiamata con lei. Dopo il primo squillo però un'idea migliore mi balena in testa, chiudo la telefonata, ripongo il telefono in tasca e vado verso l'ingresso, avviso mia madre che sto per uscire e salgo in macchina.
Il display della macchina segna le 13.07 quindi tra circa venti minuti Summer dovrebbe uscire da scuola, schiaccio l'acceleratore e mi dirigo verso la sua scuola.

Parcheggio la mia Range Rover nel cortile della scuola, mantenendomi in una posizione centrale cosi che non appena uscita mi possa vedere.
Spengo il motore e scendo dalla macchina, appoggiandomi poi alla fiancata, mantenendo un piede appoggiato alla portiera e indosso gli occhiali da sole neri.

Ho ancora poco più di cinque minuti prima che la campana suoni e i ragazzi si riversino nel cortile, così pesco dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette appena iniziato. Ne recupero una e la porto alla bocca per poi accenderla e rimettere il pacchetto in tasca.

Inspiro una buona quantità di fumo, e la rilascio per placare la tensione che inizia a salire dato l'imminente arrivo di Summer.
Non ho idea di cosa dirle, vorrei bastasse uno sguardo a farle capire ogni cosa, ma dovrò sforzarmi.

Il tintinnio metallico della campanella mi risveglia dai miei pensieri e mi sembra di essere ritornato a scuola, quando ancora mia madre apprezzava quello che facevo e non criticava la gente che frequentavo o le scelte che facevo.
Una moltitudine di studenti escono dall'edificio ridacchiando e salutandosi, prima di dirigersi verso casa.

Tolgo gli occhiali da sole e li appoggio sulla testa per vedere più chiaramente le ragazze che escono e riconoscere Summer.
In mezzo ad una moltitudine di ragazze bionde tinte noto i capelli neri di Summer raccolti in una coda alta.

Non Sono Anoressica. || Justin Bieber FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora