Capitolo Diciassette.

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I contorni della credenza sono sempre più sfocati e gli occhi iniziano a bruciarmi intensamente.
Che cavolo ho fatto?
Scivolo con la testa giù dalla mano destra, fino al tavolo in legno. Attraverso uno spiraglio tra le braccia che mi avvolgono il capo intravedo la tazza di cioccolata fumante stretta nella mia mano sinistra.

Mi sembrano passati giorni da quando sono scappata via dalla casa di Justin, quando in realtà è successo al massimo da un paio d'ore.
Come al solito scappi dai problemi.
Mi ricorda la vocina nella mia testa.
La situazione si fa difficile e tu te ne vai, senza nemmeno degnarlo di una spiegazione.

Questo è vero. Me ne sono andata senza nemmeno salutarlo.
Di certo non avrei potuto dirgli perché me ne andavo. Mi avrebbe convinta a restare e sarebbe andata a finire esattamente come suo padre aveva previsto.
Avresti per lo meno potuto inventare una scusa. Ti starà cercando.

Questo è più che probabile, come è probabile che si presenti qui da un momento all'altro, a chiedere spiegazioni.
E allora cosa faresti?
Non lo so, non lo so, non lo so. Metto a tacere quella voce fastidiosa e sollevo il capo, portandomi la tazza alla bocca.

Ma sono sicura della mia scelta? Me ne sono andata così, impulsivamente, ma forse se ci avessi riflettuto di più sarei ancora lì.
Le parole di Jeremy mi tornano in mente e mi rendo perfettamente conto del motivo per cui sono stata così impulsiva. Se ci avessi riflettuto avrei finito per pensare egoisticamente a quello che io volevo e non al bene di Justin.
Dopotutto il padre di Justin sembrava aver ragione, fino ad un certo punto.

La cioccolata mi scotta la lingua, ma la mia testa è da tutt'altra parte quindi continuo a bere.
'Summer, sono a casa' mi risveglia mia mamma, varcando la porta.
Appoggio la tazza e mi volto verso di lei, mantenendo un piede sotto il sedere sullo sgabello.

'Tesoro, tutto bene? Cos'è successo?' si avvicina a me e io mi fiondo tra le sue braccia. Qualche volta vorrei non essere così debole.
Anzi, diciamo sempre.
La voce mi esce a singhiozzi sulla spalla di mia mamma, rendendo ogni parola incomprensibile.

'Sono andata via" singhiozzo, staccandomi da lei.
'È successo qualcosa? Justin ti ha fatto qualcosa?' mi chiede preoccupata.
'No i-io l-lui' mi strofino gli occhi, asciugandoli dalle lacrime 'Non ha fatto niente' riesco a mormorare.

'E allora perché sei andata via?' la guardo e non so nemmeno da dove iniziare a parlare. Ero così abituata a non avere nessuno con cui sfogarmi che ora non so nemmeno cosa dirle.
'L'ho lasciato, credo' mormoro e le mie parole mi investono come una folata d'aria gelida. Dicendolo mi rendo conto della verità e dell'amarezza delle mie parole.
Aspetta, ma per lasciarlo non avrei dovuto almeno dirgli qualcosa?

Credo che mia mamma abbia capito meglio di me che non sono in grado di parlarne così cerca di far cadere l'argomento.
'Sum' mi chiama dolcemente 'scegli un film, io preparo qualcosa da mangiare e poi lo guardiamo, solo io e te. Come ai vecchi tempi.'
Annuisco e finisco l'ultimo sorso di cioccolata, per poi dirigermi verso il bagno a darmi una sistemata.

Osservo il mio riflesso nello specchio, le labbra rosse e gonfie e gli occhi verdi cerchiati dal pianto, prima di sciaquarmi il volto con acqua fredda.
Un'idea mi balena in mente, non appena ho finito di asciugarmi il viso.
Entro in camera mia, con passi lenti e misurati e un'idea fissa in testa, attorno a cui si avvolgono tutti i miei pensieri.

Mi sfilo i vestiti e indosso velocemente qualcosa di più comodo, leggins neri e un maglione grigio e bianco, poi infilo le mie solite converse e spalanco l'armadio.
Faccio velocemente cadere alcuni vestiti a terra e sfilo un piccolo pannello in cartone, tirandone fuori una borsa in tela, verde scuro.
Me la infilo in spalla, spalanco la finestra e in pochi secondi sono in piedi sul cornicione, che osservo la strada in lontananza sotto di me, col cuore in gola.

Non Sono Anoressica. || Justin Bieber FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora