Capitolo Quattordici.

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È passato qualche mese da quel frullato e da tutto quello che significava: Justin voleva me e io volevo lui, era arrivato il mio turno di impegnarmi sul serio.
E l'ho fatto, mi sono impegnata e mi sono fatta aiutare.

Ogni giorno, dopo la scuola Justin mi ha accompagnata a prendere un frullato e, quelle volte che lui non ha potuto, ci sono andata da sola.
Mamma si è trovata un lavoro come commessa ai grandi magazzini e la sera frequenta dei corsi per poter tornare ad insegnare.

Io ho finalmente lasciato il lavoro al bar e buttato quella stupida divisa che odiavo tanto.
Il mese scorso mamma mi ha accompagnata a comprare dei vestiti nuovi e adesso indosso una XS da adulti, sto guadagnando peso, un po' alla volta e, secondo la dottoressa da cui mi porta mamma, tra qualche mese il mio peso tornerà ad essere nella norma.

Tutti dicono che sono un'eccezione alla regola, la mia dottoressa sostiene di non aver mai avuto una paziente che è riuscita a liberarsi così facilmente di questa malattia ma tutto questo mi motiva sempre di più.
La mia vita è felice adesso.
Ho ritrovato mamma e ho un ragazzo che mi ama.
Io e Anne non siamo mai state così legate e sto migliorando anche a scuola.

Non appena sento suonare il campanello corro ad aprire.
Justin vuole conoscere mia mamma e credo che sia il momento giusto per fare questo passo.
'Non ti ho mai visto così elegante.' scherzo, stampandogli un bacio sulle labbra.
'Ho messo la mia camicia migliore' risponde soddisfatto 'credi che le piacerò?'
'Non le piacerai, ti amerà. Lei ti adora già per tutto quello che hai fatto per me e vedrai che quando ti conoscerà sarà ancora meglio.'

JUSTIN POV.

Appoggio una mano sul fianco di Summer e sorrido, le ossa sono ancora lì, appena sotto la pelle ma non la vedo rabbrividire. Devo ancora controllarmi nei miei gesti ma tra qualche mese sarò libero di abbracciarla senza dovermi preoccupare di farle del male.
Sfilo velocemente la mano dal fianco di Summer, non appena vedo quella che dovrebbe essere sua mamma osservarci dal salotto asciugandosi le mani sul grembiule.
Ha gli stessi lineamenti dolci di Summer anche se non è così minuta e gracile.
Si passa una mano tra i capelli neri mentre si avvicina.

'Io sono Isabelle' si presenta stringendomi energicamente la mano 'tu devi essere Justin.' continua sorridendomi.
'È un piacere conoscerla' rispondo porgendole una scatola di cioccolatini che avevo comprato poco prima.
'Dammi pure del tu, tesoro, non farmi sentire così vecchia' rilascia una piccola risatina e io cerco di tranquillizzarmi.

È completamente diversa dai miei genitori, sembra veramente interessata a conoscermi e non mi domanda le solite cose, come 'Che lavoro fanno i tuoi? Studi ancora?' o cose del genere.

Mi racconta della sua vita, di quando era giovane e di quando il padre di Summer aveva conosciuto i suoi genitori.
'Era in ansia come te.
Mi ricordo che mi faceva tenerezza, aveva portato un mazzo di fiori a mia madre e continuava a stringermi la mano da sotto il tavolo.
Esattamente come stai facendo tu con Summer adesso.' vedo con la coda dell'occhio Summer arrossire mentre le lascio la mano.

'Mio padre gli faceva un sacco di domande sul suo lavoro, su cosa voleva farne della sua vita, sul futuro e mia madre ascoltava in silenzio.
James era un tipo molto carismatico e mia mamma lo aveva adorato fin dall'inizio, da quando le aveva offerto i fiori ed era quasi inciampato nel tappeto dell' ingresso per l'ansia.'
Isabelle ridacchia ricordando il passato, ma le dita di Summer stanno tremando.
Non doveva essere stato facile affrontare la morte di suo padre e soprattutto affrontarla da sola e questa era l'unica cosa che non avrei mai perdonato ad Isabelle.
Averla abbandonata quando ne aveva più bisogno.

Il resto del pranzo continua tranquillamente, scherziamo e ci rilassiamo e mi rendo conto di trovarmi più a mio agio con loro che con la mia vera famiglia.
So che anche Summer vorrebbe conoscere i miei genitori ma cercherò di allontanare quel momento il più possibile.
I miei riuscirebbero sicuramente a rovinare tutto e prima vorrei che Summer stesse davvero bene.
'Grazie.' mi risveglia dai miei pensieri Isabelle non appena Summer si allontana dalla sala da pranzo per andare in bagno 'Grazie per tutto quello che hai fatto per lei. Io non c'ero e non riuscirò mai a trovare un modo per farmi perdonare per la mia assenza ma tu ci sei stato quando lei ne aveva più bisogno e qualunque cosa tu voglia fare del tuo futuro, se le starai vicino avrai la mia benedizione.'

Sono felice, finalmente.
Forse i miei non saranno mai orgogliosi di me, di Summer o di quello che ho scelto per la mia vita ma lei crede in me e ha capito quanto ci tengo a sua figlia.
Ora devo solo cercare di non deluderla e so già di cosa parlarle.
Se quello che mi ha appena detto è vero non mi rifiuterà sicuramente questo desiderio.

Me ne sono andato da pochi minuti dalla casa di Summer e sto guidando verso casa. Mancano due settimane a Natale e ho intenzione di passare il Natale migliore di sempre quest'anno.
'Ciao Justin' mi accoglie sorridendo mia sorella Jazmyn.
'Ciao principessa' la abbraccio, stampandole un bacio sulla fronte.
'La mamma ti sta cercando' mi mormora andando a sedersi in divano.

Ci manca solo la predica di mia mamma, adesso.
Riuscirà a rovinarmi anche questa giornata?
'Ciao mamma' la saluto, aprendomi una lattina di coca cola e sorseggiandola appoggiato al bancone della cucina.
'Justin, dov'eri?' mi chiede avvicinandosi a me per guardarmi meglio negli occhi.
'Ero da amici' mento 'da Gordon.'
'Sul serio? Da Gordon? Strano che sia passato circa un'ora fa a chiedermi se eri in casa.'
Merda.

'Senti Justin, ti prego dimmi la verità, dov'eri?
Non farmi preoccupare per favore.' Si avvicina per annusarmi i vestiti e vedere meglio i miei occhi.'Non mi sembri drogato.'
'Mamma! Io non mi drogo.' sospiro, devo dirle la verità o chissà cosa penserà.

'E allora perché non sei mai a casa, non vedi più Gordon, che ti succede?'
È preoccupata e mi dispiace vederla così ma so che se le parlassi di Summer vorrebbe conoscerla e non approverebbe.
Men che meno mio padre.
Probabilmente mi impedirebbero di vederla e mi costringerebbero a uscire di nuovo con Cristine.

Devo rischiare, prima o poi dovrei comunque dirglielo e tanto vale che mi tolga subito il pensiero.
'Ero a conoscere la madre della mia ragazza.' mormoro velocemente fissandomi le scarpe.
'Dimmi la verità Justin.' mi risponde severamente.
'È la verità, mamma. Sono fidanzato e oggi sono andato a conoscere sua mamma.'

Non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che mi ritrovo soffocato nell'abbraccio di mia mamma.
'Mi hai fatto preoccupare così tanto Justin, perché non me l'hai detto? Come si chiama? Dove l'hai conosciuta? È bella?'
'Mamma, calmati.' ridacchio sciogliendo l'abbraccio 'Io non te ne ho parlato perché ho paura che tu e papà non la accetterete.'
'Perché non dovremmo accettarla?' mi domanda, iniziando a preoccuparsi.

'Diciamo che non è esattamente la ragazza che voi vorreste per me. Non è ricca e.. insomma non vive la vita migliore di questo mondo.'
'Non starai mica uscendo con una prostituta, Justin?'
'No no no mamma, ma che dici?' devo spiegare a mia mamma quali sono i "problemi" di Summer, ma perché le parole mi si bloccano in gola?

Justin, tira fuori le palle.
Continuo a ripetermelo, ma ho troppa paura che possa respingere Summer o impedirmi di vederla.
Mi mordo l'interno della guancia e mi decido ad aprire bocca.

'Quando l'ho conosciuta lei viveva da sola, diciamo. Cioè, viveva con sua mamma, ma gestiva ogni cosa lei in casa, lavorava in un bar per ubriaconi e guadagnava a malapena qualche soldo per pagare l'affitto.' vedo lo sguardo di mia mamma rabbuiarsi mentre continuo a parlare, e non sa nemmeno che la parte peggiore deve ancora arrivare '..ed era ammalata, stava diventando anoressica.'

Mi zittisco per un attimo e l'imbarazzo è palpabile nell'aria mentre il silenzio più profondo ci avvolge.
Decido di continuare a parlare.
'Sua mamma ora sta meglio e lei ha smesso di lavorare al bar. Sta guarendo dall'anoressia e ha bisogno di me. Io lo so che non è la ragazza che hai sempre sognato per me ma io non posso lasciarla da so-' le braccia di mia mamma mi avvolgono nuovamente e mi stringono ancora più forte di prima.
'Justin, sono così fiera di te.' Quelle parole mi attraversano la mente e per poco non mi soffoco con la saliva.
'Cosa?' era esattamente l'ultima cosa che mi aspettavo mi dicesse.
'Hai messo la testa a posto finalmente. Ed io che avevo paura che ti drogassi o frequentassi chissà che gente. Sono così orgogliosa del mio bambino. Hai aiutato quella ragazza a superare i suoi problemi e non potrei desiderare di meglio per te, ti ha aiutato a seguire la strada giusta.'
Le mie braccia si muovono da sole e circondano i fianchi di mia mamma.

È felice di me e Summer, e anche se so che la parte peggiore sarà dirlo a mio padre so che avrò il suo appoggio.
Il resto della serata non faccio altro che raccontarle tutto quello che so su Summer, su sua madre e finalmente sento di avere l'appoggio della mia famiglia.
Mi sembra di essere tornato un bambino e, prima di andare dormire mando un messaggio a Summer.

Ho parlato di te a mia mamma.
Vuole conoscerti e domenica prossima sei invitata a pranzo da noi :)
Buonanotte bambolina ;)

Non Sono Anoressica. || Justin Bieber FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora