Prologo

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Era iniziata nella notte; nel silenzio rumoroso di quei corridoi, di quelle pareti desolate. Non avevano potuto prepararsi. Nessuna preparazione sarebbe mai bastata ad affrontare un attacco del genere, nemmeno uno di quei mille e più piani strampalati che l'Esercito di Silente aveva ideato e discusso. Nemmeno uno di quelli li avrebbe potuti salvare.

Al primo schianto feroce, tutti si svegliarono, persino gli Slytherin, nascosti e protetti nei bassifondi della scuola. Draco Malfoy si svegliò per primo - in effetti, non era mai andato a dormire -, saltò giù dal letto e iniziò a svegliare i suoi compagni di stanza: Blaise Zabini, nel letto accanto al suo aveva smesso immediatamente di russare e ora cercava la sua bacchetta, in piedi, con ancora addosso il pigiama. Theodore Nott invece era stato più veloce, la sua brutta abitudine di andare a letto ancora vestito gli aveva, ancora una volta, salvato la vita. Se prima evitava di fare tardi perdendo tempo per cambiarsi, ora invece, risultava essere già pronto all'attacco.

Anche Draco Malfoy era vestito come se non fosse mai scesa la notte, come se quel giorno maledetto non fosse ancora finito. E in effetti così gli sembrava. I ricordi vividi nella sua mente non lo avevano abbandonato per un solo minuto: ogni qualvolta cercava di prendere sonno, eccoli che lo minacciavano con la loro indiscussa presenza...

« È quello che credo? » la voce spaventata di Zabini si fece strada nelle orecchie del ragazzo come un suono assordante e fastidioso. Gli bastò fare un cenno per vedere l'orrore della consapevolezza comparire sul viso dell'amico. Theodore no, lui rimase impassibile come se nulla potesse scalfirlo. Era cresciuto vivendo così, come quasi tutti gli altri, d'altronde. Ma Draco sapeva che fosse soltanto una facciata quella che mostrava a loro e che dentro di lui si agitavano sentimenti pericolosi. Glielo leggeva negli occhi, l'unica parte che Theodore non riusciva a celare.

Bacchette alla mano e pantaloni in vita, i tre ragazzi uscirono dalla loro stanza, incontrando nella loro sala comune tutti gli studenti vestiti solo da pigiami ridicoli e alquanto buffi che stavano immobili divisi a gruppetti, cercando di capire la situazione. Forse avevano solo sentito i boati e i colpi, ma molti di loro non avrebbero mai potuto immaginare di essere preda di un attacco da parte dei seguaci di Voldemort.

« Prendete le vostre bacchette. » ordinò Draco alzando la voce, e quando vide che nessuno di loro si muoveva ma lo guardavano confusi, aggiunse « Ora! ». L'urlo del Caposcuola associato alle espressioni tese dei suoi amici fecero intendere a tutta la popolazione Slytherin di darsi una mossa, correndo a più non posso nelle proprie stanze. E fu così che il panico serpeggiò come erano soliti a fare loro...

Draco corse fuori dalla sala comune seguito dai suoi compagni che già avevano intuito la serietà della situazione come lui. Corsero a perdifiato fino a raggiungere l'ingresso e lì li videro. Mangiamorte. A decine.

Tra di loro camminava anche Bellatrix Lestrange, zia di Draco, che lo osservava curiosa e con un sorrisino sghembo sul volto. Gli occhi iniettati di sangue e pieni di odio guardavano il nipote cercando di comprendere quali fossero le sue intenzioni. « Draco... » esordì con la sua voce fastidiosa e stridula « che bello trovarti sveglio nipote... dormito bene? » Draco non rispose ma mantenne lo sguardo fisso sulla zia mentre, dietro di lei, gli altri Mangiamorte ghignavano divertiti.

E poi la vide.

Abbandonò ogni contatto visivo con la zia e gli altri, e si mise a correre sorpassando i Mangiamorte. Corse più veloce della luce perché doveva arrivare da lei prima di chiunque altro; doveva raggiungerla e portarla via. Sapeva che i suoi amici non lo stavano seguendo, sapeva che da quel momento, ognuno avrebbe pensato per sé.

Perché per quanto diversi anni di convivenza possano creare amicizie e complicità, nel momento del pericolo, ognuno pensa a se stesso. A salvarsi la pelle. È sbagliato credere che sia egoismo, perché è solo la regola della vita. Una verità innegabile.

Il suono dei sussurri e il candore della neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora