Il ritorno

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Arrivarono ad Hogwarts in un batter d'occhi e subito Ron andò a chiamare i professori e Madama Chips per soccorrere Harry e soprattutto Draco. Hermione non lo aveva lasciato un momento: la testa bionda sporca del ragazzo era ancora sulle sue gambe, lei accarezzava tutto il corpo freddo e ruvido come carta vetrata senza fermarsi. Lo accarezzava come aveva fatto dopo aver fatto l'amore con lui...

...aveva la testa poggiata sul suo addome, Draco, dopo l'amplesso. Diceva che non desiderava alcun posto se non quello accanto -e addosso- alla sua Mudblood.

« Cosa penseranno gli altri Draco? » la domanda era uscita dalla bocca della ragazza senza che questa potesse in alcun modo fermarla.

Lui si puntellò sui gomiti e si voltò per guardarla, confuso. « Cosa dovrebbero pensare? » le rispose.

Lei rise « Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda! » lo rimproverò.

« Io posso » rispose lui serio. Si mise a sedere a gambe incrociate davanti a lei e aspettò che parlasse. E lei aspettava che a parlare fosse lui. Così si ritrovarono in uno di quei silenzi imbarazzanti in cui vorresti dire qualcosa ma sai che toccherebbe all'altro farlo.

« Avanti... » fu lei a spronarlo. Coraggiosa Gryffindor.

« Non mi interessa cosa penseranno gli altri. Abbiamo mantenuto questa relazione segreta fino ad ora. Cosa dovrebbe portarci a cambiare idea? » fu la sua risposta, calma e serena. Una calma e una serenità apparenti dato che le sue mani non riuscivano a nascondere il tremito nervoso che le aveva invase. Si stava martoriando le dita affusolate.

« Abbiamo... siamo appena stati insieme » disse Hermione un po' intimorita.

« Vuoi che gli altri sappiano di noi? » sentire quel "noi" pronunciato da lui fu come una liberazione di un peso per Hermione. La paura di essere stata solo una botta e via scomparve senza lasciare traccia. Non che non ne fosse stata sempre sicura...

« Non riesco più a sopportare questa situazione, questo nasconderci. Non abbiamo fatto nulla di male » costatò decisa « E sono stanca di mentire, non è nel mio stile. »

« Perché la nobile casata Gryffindor non ammette bugie all'interno delle sue mura! » la scimmiottò lui « Questa è una prerogativa di Slytherin. » sembrava offeso, in qualche maniera.

« Ma certo che no! » si difese lei « Solo che... mi viene troppo facile mentire, Draco. Sta diventando troppo facile mentire. » in quel momento Draco comprese quanto pura fosse la ragazza, quanto di bianco e candido ci fosse in lei, bianca come la neve. Gattonò fino a lei e la afferrò per le gambe, tirandola e facendola stendere sotto di sé. Poi iniziò a baciarla con voracità, come un animale affamato; le afferrò la biancheria e gliela sfilò di dosso in semplici e veloci mosse, a testimoniare la sua impazienza. Lei lo lasciò fare, desiderosa e affamata quanto lui. Stava per prendere l'iniziativa, -cosa che prima non aveva fatto- quando un dito di lui le entrò dentro, facendola sussultare. Spalancò la bocca dalla sorpresa, incapace di controllarla tanto era invasa da quelle meravigliose sensazioni. Lo sentiva muoversi dentro e sopra di lei: quelle dita abituate al pianoforte la stavano suonando con maestria ed eleganza. E lei era ben contenta di essere uno strumento nelle sue mani. Godette dei suoi tocchi che si facevano più lenti e morbidi e si chiese come fosse possibile essere pronta all'acme anche con quella sfrontata lentezza. Le sfuggì un gemito dalle labbra, che lui catturò con le proprie prima di portarla al culmine. Hermione venne con un gemito soffocato; gli occhi chiusi, il labbro inferiore tra i denti...

Draco ghignò soddisfatto. « Ti piace quando ti tocco, non è così? » le domandò, aspettando che si riprendesse.

« Non montarti la testa Malfoy, mi hai presa in contropiede. » si giustificò lei.

Il suono dei sussurri e il candore della neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora