Il salvataggio

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L'alba sembrava lenta e il sole timido nel farsi vedere, nello scoprirsi. Il cielo color oro con qualche sfumatura cremisi e cobalto era enorme agli occhi di Draco. Sì, erano ancora aperti anche se le forze lo stavano abbandonando a poco a poco. Aveva sempre pensato che la morte sarebbe stata solo una vecchia amica a cui sfuggire; invece si era ritrovato a chiamare a gran voce la signora con la falce perché giungesse in fretta e lo sottrasse all'agonia che invadeva le sue membra da ore lunghe ed interminabili. Ed ecco che il momento arrivava, Draco lo poteva sentire forte e chiaro: chiuse gli occhi e questa volta, per davvero, si abbandonò all'abbraccio di quella Madre in nero. La coscienza svaniva, le forze lo lasciavano... il respiro corto... il nulla.

***

Non aveva dormito Hermione in trepidazione per l'arrivo di un nuovo giorno, del giorno. Tutto era pronto: avrebbero volato fino a Malfoy Manor sui Thestral e lì, col mantello di Harry, sarebbero penetrati all'interno del castello. Le guardie? Le avrebbero abbattute tutte!

Avrebbero cercato Draco, aspettato che venisse lasciato solo e prelevato per portarlo al sicuro. Harry e Ron sapevano che questo era un piano campato per aria, con infinite probabilità di insuccesso. Ma Hermione sembrava così determinata a tentare che ogni dissenso sembrava inutile. Eppure sapevano che anche lei conveniva che il piano non fosse uno dei migliori che avevano escogitato; Hermione disse anche però, che tutti i loro piani meglio escogitati si erano rivelati insuccessi collezionati durante gli anni e che niente era mai andato come loro avevano previsto. Quindi perché questo doveva essere peggio? Era quest'ottimismo che l'aveva mossa dal letto e risvegliata dal torpore delle coperte sotto le quali non aveva chiuso occhio, sentendosi improvvisamente -e, dopo tanto tempo- viva. Guardò Ginny che dormiva serafica nel suo letto. Avrebbe voluto aiutarli e accompagnarli, lo sapeva, ma Hermione non voleva che l'amica corresse un rischio così grande ed Harry aveva anch'egli convenuto che sarebbe stato meglio escluderla dall'operazione, pur sapendo che al ritorno ci sarebbero stati solo musi lunghi e rimproveri.

La guardò con un misto di dolcezza negli occhi e poi uscì richiudendosi la porta dietro di sé.

Scese in sala comune e vi trovò Ron abbandonato sulla poltrona davanti al camino, ed Harry che si muoveva avanti e indietro con una mano tra i capelli e l'altra a reggere il mantello. Era pensieroso.

« Harry » disse la ragazza a voce bassa. Lui alzò lo sguardo e sorrise nel vederla, si abbracciarono.

« Ben svegliata, Hermione » mormorò tra i suoi capelli.

« In realtà non sono mai andata a dormire » confessò la ragazza dolcemente « Svegliamo Ron »

Harry però la trattenne per un braccio « Sei ancora sicura Hermione? » lo sguardo di Harry era carico di apprensione e preoccupazioni. La ragazza non sopportava quello sguardo, era quasi tentata di mandare tutto all'aria, e stava per dirglielo, quando uno sbadiglio rumoroso invase la stanza.

« Buongiorno ragazzi » Ron, ancora con gli occhi mezzi chiusi li salutò mentre si stiracchiava. Il contatto visivo degli altri due si ruppe e l'ostinazione di Hermione tornò al suo posto.

« Bene. » disse « Siamo pronti? » i due la guardarono e poi annuirono.

***

Bellatrix era stata chiamata a gran voce da Greyback che sembrava un cucciolo spaventato dal tremolio della sua voce. Aveva paura. Non bisognava essere un lupo mannaro e avere un olfatto sovrasviluppato per accorgersene.

« Si può sapere cosa vuoi, insulsa creatura? » urlò a gran voce. Bene, era di buon umore.

« Vostra Signora... è successo un fatto che... spiacevolissimo Signora... veramente spiacevole... » Bellatrix sbuffò.

Il suono dei sussurri e il candore della neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora