Le sciarpe proteggono dal freddo

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Sicuramente aveva qualcosa di rotto.

Draco sentiva le ossa come se fossero minuscoli pezzi di legno infilzati nella carne e impossibilitati ad uscirne, provocandogli un dolore acuto e sempre più insopportabile.

Aveva sputato sangue prima, sì, molto sangue. Non sapeva da dove venisse; probabilmente si era rotto qualcosa all'interno...

Ricordava ancora gli occhi assatanati di Bellatrix mentre lo torturava cercando di fargli dire il nascondiglio di Potter. Draco non glielo avrebbe mai detto, anche se ci fosse stato davvero un nascondiglio. Odiava Potter, era vero, ma odiava di più Voldemort e i suoi seguaci. E poi, se voleva passare una vita tranquilla con la sua Mudblood, doveva assicurarsi che Potter annientasse il nemico una volta per tutte.

Aveva pensato a lei mentre le forze minacciavano di abbandonarlo; aveva pensato ai suoi occhi mentre lo guardava, ai suoi capelli che si aggiustava sempre portandoli dietro l'orecchio quando lui le faceva un complimento. Aveva pensato alla sua bocca sinuosa quando sorrideva e quando invece era impegnata con la sua.

E aveva pensato a quanto doveva essere forte per lei, doveva resistere, per lei.

Quella cella dopo una notte aveva un odore stantio e di chiuso. Gli avevano dato una misera coperta praticamente distrutta che aveva un odore che era anche peggio. Era a digiuno da un giorno e i morsi della fame iniziarono a farsi sentire. Quasi rise della sua debolezza: a digiuno da un giorno e pronto a dare qualsiasi cosa per il cibo. Patetico. Non aveva neanche un minimo di autoconservazione? Però d'altra parte, era abituato a due pasti lauti al giorno e a qualche spuntino... era normale sentirne la mancanza.

Scosse la testa e i capelli gli ricaddero scomposti sulla fronte e li spostò con un gesto nervoso.

In quel momento gli vennero in mente i suoi genitori: non aveva visto suo padre al castello durante l'attacco, né nella casa. Sua madre doveva trovarsi lì invece... qualcosa non tornava.

Che fossero andati fuori città era plausibile ma poco probabile, dato che Voldemort controllava tutti i suoi servitori -tra cui suo padre-, tenendoli a stretto contatto per poterli sorvegliare meglio.

Un terribile presentimento assalì la sua mente mentre, a poco a poco, si alzava da terra e iniziava a guardarsi intorno. Vide solo sporcizia e vecchi mobili ammassati in un angolo della cantina.

Non sapeva cosa realmente si aspettasse di trovarci, ma un buco allo stomaco gli suggerì che qualcosa doveva essere successo.

Colpito da un attacco di tosse, Draco si accasciò a terra tutto scosso dai dolori provocatogli dalla maledizione Cruciatus. Maledì la zia e poi tornò a stendersi sul pavimento, cercando di recuperare un po' di forze. La testa gli pulsava terribilmente e la stanchezza aveva invaso tutti i suoi muscoli senza tregua.

***

« Ho trovato delle cartine che potrebbero esserci di aiuto. Risalgono al diciottesimo secolo però, non so quanto siano attendibili. » Hermione era entrata nella sala comune Gryffindor come una furia e aveva posato e aperto sul tavolo un'enorme cartina arrotolata, facendo cadere a terra tutte le piume e le boccette di inchiostro che Harry e Ron stavano usando per terminare i loro compiti. Entrambi la guardarono torvamente « Potrebbero essere solo degli schizzi. » continuò la ragazza senza degnarli di attenzioni reali.

« Perché non andiamo a controllare di persona? » propose Ron ironico.

Lo sguardo che la ragazza gli rivolse lo convinse a non spiccicare parola mai più.

« Dovremmo trovare altre cartine e confrontarle. » disse Harry guardando l'amica « Alla fine dovremmo riuscire ad avere un quadro completo dei confini. » Ron aveva annuito e poi aveva posato lo sguardo sulla cartina giallognola che la loro amica aveva recuperato dalla biblioteca.

Il suono dei sussurri e il candore della neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora