Due mesi dopo

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« Avanti Ginny! » Hermione, in preda all'ansia, esortava l'amica a finire di passarle i vestiti della divisa appena stirata e pronta per essere indossata. Era così impaziente Hermione che quasi risultava essere detestabile.

« Abbi un po' di pazienza! » Ginny rideva ma non vedeva l'ora che quella giornata passasse.

« Finalmente è arrivato il giorno. Finalmente potrò vederlo... » erano passati due mesi dal risveglio di Draco e solo ora Madama Chips aveva accordato a fargli lasciare l'infermeria per la prima volta. L'avrebbero dimesso da lì a poco ed Hermione voleva essere lì per lui, con lui.

Era andata ogni giorno a trovarlo ed era rimasta con lui tutto il tempo disponibile, aveva ricominciato a mangiare e a curarsi del proprio aspetto; per la prima volta si sentiva felice e viva.

Draco non aveva mai fatto grandi discorsi, aveva detto sì e no qualche parola in tutto il tempo in cui era rimasto in quel letto. Aveva ricevuto visite da tutti i suoi amici e persino da quelli di lei. Harry era stato il primo.

Era entrato il più silenziosamente possibile, come per non attirare l'attenzione su di sé. Naturalmente Hermione era lì accanto al ragazzo e stavano parlando di qualcosa; o meglio, lei parlava e Draco ascoltava. Quando sentirono la porta aprirsi, smisero di colpo e si voltarono. Harry avvampò di imbarazzo. « Harry! » Hermione lo salutò caldamente e gli fece segno di avvicinarsi. Un po' restio, il ragazzo si avvicinò e si fermò ai piedi del letto. Osservava Draco e provava pena per lui e anche gratitudine.

« Vi lascio da soli... » Hermione si alzò dalla sedia e uscì dall'infermeria a passo veloce, richiudendosi la porta dietro di sé.

L'eco della porta che si chiuse rimbombò nella sala per diversi secondi e fu solo quello l'unico rumore per diversi minuti interminabili. Harry non sapeva cosa dire. Iniziò a muovere la bocca sperando che uscisse qualcosa, qualsiasi cosa « Fuori piove » ma non questo.

Si sentì un idiota. Draco si sporse dal letto per guardare fuori dalla finestra e vide la pioggia cadere incessante sul cortile. Sembrava essere fredda l'aria.

Draco sospirò.

Allora Harry, consapevole di dover dire qualcosa, si avvicinò alla finestra e gli diede le spalle. Così sarebbe stato più facile. « Grazie. » ecco, finalmente l'aveva detto.

« Di cosa? » a fatica Draco domandò sistemandosi il cuscino.

« Mi hai salvato la vita quella notte. » ricordare quanto avvenuto fu per Harry difficile e allo stesso tempo facile. Non lui che era stato rapito, torturato e quasi ucciso.

« L'ho fatto per la Granger, Potter, non per te. »

« Lo so. Ti ringrazio perché ora so che i tuoi sentimenti verso di lei sono veri e vedrò di dimenticare il piccolo particolare che vede te come suo ragazzo... » Draco sorrise « Se la fai soffrire nulla mi vieterà di schiantarti. »

« Oh non perdere tempo a farmi la paternale. Non è mia intenzione farla soffrire. » Harry rilassò le spalle « Bene. » tornò davanti a lui « Questo non significa che ora siamo amici o che noi ci mischieremo con Slytherin... » Draco proruppe in una risata così forte da farlo scuotere, sentendo il dolore delle ferite.

« Assolutamente no! Condividiamo -e si fa solo per dire- solo la Granger. » Harry, con un'espressione schifata, annuì e gli porse una mano. Draco la strinse e poi si salutarono silenziosamente. Harry si sentiva più leggero e con la coscienza a posto, e forse quel ragazzo avrebbe potuto iniziare a piacergli davvero...

***

Daphne camminava a passo veloce, girandosi di tanto in tanto per vedere se qualcuno la stesse seguendo. Il fato corto era l'unico suono nel corridoio deserto, oltre ai suoi passi frettolosi. All'improvviso si sentì afferrare da qualcosa che la tirò indietro, in una via secondaria. Una mano le serrava gli occhi e l'altra le immobilizzava il busto; venne portata in uno stanzino buio, illuminato flebilmente dalla debole luce del sole che proveniva da una finestrella col vetro rotto.

Il suono dei sussurri e il candore della neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora