Il suono dei sussurri e il candore della neve

Draco Malfoy

Alla scomparsa di Draco Malfoy, gli Slytherin furono abbastanza scossi tanto da abbandonare le loro campagne denigratorie e i loro scherzi di cattivo gusto per mantenere un basso profilo, in attesa che qualcuno dicesse loro cosa fare.

Non che Malfoy fosse il loro capo, assolutamente no, ma come studente dell'ultimo anno e grande oratore -come veniva additato-, gli veniva conferito l'onore di "modello da seguire". Lui era carismatico, magnetico, elettrizzante; tutti lo conoscevano. Quando entrava in una stanza, tutte le teste delle ragazze si voltavano verso di lui. Era come un ibrido: un mix di un uomo con una personalità tale da faticare per contenerla dentro di sé, diviso tra l'essere una buona persona e abbandonare tutto. Hermione, che per prima l'aveva conosciuto davvero, aveva capito come, negli anni precedenti, lui fosse diventato preda dell'angoscia che la piega degli eventi aveva portato, di come la sua vita gli stesse sfuggendo dalle mani e fosse diretta in un via che non apprezzava particolarmente, senza possibilità di riprendersela. Era stata lei ad aiutarlo a fare le scelte giuste, a riappropriarsi di quella vita -e di quelle scelte- che gli erano state strappate via con la forza quando ancora era un bambino.

Era cambiato, Draco Malfoy, in quegli anni. Tutto il male che aveva fatto era sempre lì, pronto a giudicarlo, eppure lei lo aveva capito. E lo amava per questo.

Gli ricordava chi fosse davvero. Glielo raccontava attraverso baci fugaci nelle notti silenziose, alla luce della luna che era spettatrice silenziosa di quel segreto; glielo raccontava nelle carezze -sul collo e poi più giù, fino all'altezza del cuore-, che a lui sembravano bugie; glielo aveva raccontato quando aveva scelto lui, lui fra tutti, per donargli quell'unica parte di sé che avrebbe regalato ad una sola persona nella sua vita.

Fu così che, dalla notte dell'attacco, Slytherin camminasse a testa bassa per paura di incappare in qualche spiacevole situazione. Anzi, non solo conducevano una condotta esemplare, ma persino si mischiavano tra le altre Case, con orgoglio del Cappello Parlante. Era nata unità dove regnava il caos.

Tutti erano pronti a difendersi a vicenda e ad aiutarsi nei modi più disparati. La McGranitt, pur se scettica, apprezzava questa complicità di buon grado e rimaneva fiera di tutta la scuola. Albus Silente sogghignava in silenzio dietro i suoi occhiali a mezzaluna, certo che questa volta sarebbero durati. L'unico a non esserne certo, e alquanto contrario, era Piton che borbottava sottovoce sempre di più nelle sue lezioni, dimentico o no che gli studenti erano in grado di sentirlo nel pesante silenzio che incombeva nell'aula.

Theodore Nott invece, la pensava come Piton. Mischiarsi con le altre Case gli pareva un'assurdità. Era fiero di essere Slytherin e nulla avrebbe potuto mutare la sua opinione. Blaise Zabini, invece, si era dimostrato indifferente alla cosa. Da quando Draco era stato portato via -e loro avevano scoperto della sua relazione con la Granger-, il gruppo si era un poco sciolto, ognuno immerso nei propri timori e dubbi. I prossimi, potevano comunque essere loro!

« Da quant'è che ti interessa Daphne Greengrass? » aveva detto Blaise all'amico, di punto in bianco, nella loro sala comune, ormai deserta. Theo aveva alzato lo sguardo dal suo libro e lo aveva fissato incredulo, alzando un sopracciglio « E tu da quanto ti scopi Pansy Parkinson? » Touché aveva pensato Blaise. Aveva sorriso e aveva distolto lo sguardo, consapevole che non era un argomento di cui avrebbero voluto parlare entrambi.

« Tu lo sapevi? » disse allora, esprimendo all'amico i propri dubbi e il proprio rancore verso l'amico assente. Theo abbassò il libro e lo chiuse sospirando profondamente.

« No. » una sola sillaba e Blaise capì che anche a lui bruciava essere stato tenuto all'oscuro della relazione del loro amico con la Mudblood.

« Non avrei immaginato che Draco potesse avere una relazione con la Granger. » continuò Blaise raddrizzandosi sulla sua poltrona.