Scelte e Rivelazioni

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« Di cosa stai parlando? » Daphne assunse un'aria confusa mentre si rivolgeva a Theo che ricambiava con un sorrisino beffardo ad increspargli il volto.

« Ho visto il mio libro caderti dalle braccia insieme agli altri quando... » sapevano entrambi quando: nella foga di scoprirsi e di aversi ancora una volta.

« Non ho preso il tuo libro. » continuò Daphne infastidita, sembrava una bambola.

« Non ti hanno mai detto che uno Slytherin dovrebbe saper mentire e saperlo fare piuttosto bene?! » la domanda di Theo giunse come uno spillo nelle orecchie della ragazza, che piccata incassò il colpo abbassando il capo.

« L'ho trovato fuori dal bagno delle ragazze, l'ho raccolto e ho visto che era tuo. Ero venuta a restituirtelo. » spiegò la ragazza dandogli le spalle.

« Se fosse così non saresti venuta a letto con me. Tu hai scelto di cedermi ancora una volta, perché è quello che vuoi, quello che si impossessa dei tuoi pensieri giorno e notte, » nessuno sapeva leggerla come lui « come succede a me. » Theo la costrinse a voltarsi e la fissò negli occhi lucidi. « Non dev'essere per forza così Daph! » oh quanto avrebbe voluto lei che le cose fossero diverse.

« Non cambierà niente Nott » la decisione di chiamarlo per cognome quando, solo istanti prima, l'aveva apostrofato con nomignoli dolci e sussurrati all'orecchio in un momento di piacere. Sembrava quasi chiamarlo con disprezzo.

« È cambiato tutto Greengrass » lui aveva raccolto l'implicita sfida che lei aveva lanciato, e Daphne fu sorpresa di quanto quel nome -il suo nome- detto in quel modo le avesse fatto male.

« Ora devo andare... ecco il tuo libro. » si chinò a terra e lo raccolse, liberandolo dalla pila di vestiti gettati alla rinfusa -i loro vestiti- che lo coprivano.

Theo allungò una mano e afferrò il libro e nel farlo sfiorò quella candida della ragazza; sembrava fosse fatta di neve. Un tremito li invase ma si staccarono subito e si allontanarono a grandi passi.

***

« Vattene » era sempre così dopo. Dopo aver fatto sesso Blaise scacciava Pansy come se fosse stata una bambola inutilizzabile. E in effetti lo era per lui, che non aveva la dolcezza e la comprensione di Theodore con le ragazze, specialmente con quelle nel proprio letto.

« Sono stufa di questa relazione Blaise! » inveì Pansy agitando le braccine e mettendo il broncio come una bambina capricciosa.

« Quale relazione? Io e te non abbiamo nessuna relazione, Parkinson! » il ragazzo si mie a sedere e le diede la schiena mentre si infilava prima le mutande e poi i pantaloni.

« Come sarebbe a dire? Non ho smesso di andare a letto con Draco per ritrovarmi nuovamente nel ruolo dell'amante! » rispose Pansy adirata.

« Tu hai smesso di andare a letto con Draco perché lui si è messo con la Granger, Pansy, non perché l'hai deciso tu. Piuttosto direi che ti ha buttato fuori senza nemmeno darti un bacio di addio, come invece farò io... » le si avvicinò sinuoso e le afferrò il mento con le dita e le stampò un bacio sulle labbra prima di lasciarla andare. Immobile e stupita Pansy Parkinson agitò le braccia e pestò i piedi per terra.

Fin da bambina era sempre stata un vero talento nel cercare -e riuscire- di convincere le persone a fare esattamente ciò che voleva e nulla di meno.

Per primo suo padre, il signor Parkinson, che dava di matto ogni volta che la sua preziosissima bambina si fissava con qualche cosa: dal nuovo giochino al pony nella stalla. E, dato che era la luce dei suoi occhi, faceva di tutto per compiacerla dando l'occasione alla ragazza di crescere imparando a sfruttare questa dote al meglio.

Il suono dei sussurri e il candore della neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora