IL RITORNO DI CINNA

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L'ultima volta che lo vidi, fu al mio settantacinquesimo Hunger Games, all'edizione della memoria. Cinna venne trascinato via esanime dalla Camera di Lancio dell'Arena. I Pacificatori entrarono nella camera quando il vetro del cilindro si abbassò, ed io non poté fare niente per lui. Con il tempo pensai che fosse morto, e non fui l'unica a crederlo. Anche Haymitch e Peeta ne erano convinti. A quanto pareva, la Colin e Plutarch avevano omesso di dirci che Cinna era vivo. In condizioni peggiori da come lo ricordavo, ma il sorriso era il suo. Non aveva più l'eye-liner, i suoi occhi verdi erano sempre gli stessi. Aveva una grossa cicatrice sulla guancia, la palpebra destra abbassata. Gli mancava qualcosa, qualcosa che non riuscivo a percepire. Attraversò la soglia, seguito dal mio mentore.
- Kat, Peeta, vi vedo in forma.- Non risposi al saluto di Haymitch, Saltai al collo di Cinna, con le lacrime che scorrevano senza sosta. Le sue braccia mi stringevano intorno alla vita, potevo sentire ancora le sue mani. Peeta sembrava turbato, si avvicinò al mio vecchio stilista e lo abbracciò a sua volta.
- Ti credevo morto, mi avevano detto che eri morto.-
Cinna si stacco da me e Peeta, mi guardò ma non ricevetti alcuna risposta. Fu allora che capii, era un senza voce. Avrei tanto voluto capire cosa gli era successo, come era riuscito a sopravvivere ai Pacificatori. Ma non ero in grado di capire i senza voce, Ryan si fecce avanti.
- Io posso aiutarvi se volete. -
-Cosa vuoi dire?- Gli Domandai
- So interpretare ciò che lui vorrà dirvi. -
- Davvero? E... e come?-
- Ho lavorato con i senza voce in questi ultimi anni, ho imparato il loro linguaggio attraverso i segni. Se il vostro amico qui...- E indico Cinna - conosce quel tipo di linguaggio, io sarò la sua voce.
Io, Peeta ed Haymitch accettamo l'offerta di Ryan, ci sedemo e Cinna si voltò verso Ryan. Inizio a fare strani gesti con la mano, era così veloce che mi sentivo sempre più confusa. Ryan si voltò verso di noi e interpretò ciò che il mio stilista stava dicendo.
- Dopo che mi misero Ko, i Pacificatori mi portarono nella villa del presidente Snow. Mi interrogarono e torturarono. Snow sapeva che aveva dei ribelli all'interno di Capital City ma non sapeva chi fossero. Io invece l'ho sempre saputo, ma con fatica riuscivo a tenere la bocca chiusa. Non sospettava di Plutarch, lo vedeva come un complice, era all'altezza della sua mansione come capo stratega. Quindi aveva pensato bene che, se ero in grado di trasformare un semplice abito da sposa, in un abito da Ghiandaia, allora voleva dire che sapevo più di quanto volevo dimostrare. Era ossessionato da Katniss, ma ancor di più dalla Colin. Sapeva che se i ribelli avrebbero vinto la guerra, il suo potere sarebbe crollato, e la sua nemica avrebbe preso il suo posto. Katniss diventò un'ossessione per lui. Non so se fosse un bene o un male. Quando parlai con lui, o meglio..., lui si rivolse a me dirsse che Katniss sarebbe stata solo un'arma contro i ribelli, l'avrebbe usata per dare un cessate il fuoco in caso di bombardamento da parte del distretto 13. Era concentrato troppo sulla Ghiandaia che perse la visione sulla Coin. Snow doveva a tutti i costi avere delle informazioni, a costo di uccidere se era necessario. Per lui ero prezioso, finché non catturarono Peeta. Katniss stava avendo la meglio così per prendere più tempo, fece bombardare il distretto 8, l'ospedale. Così poteva agire su Peeta, era certo che lui sapeva i piani dei ribelli, doveva torturarlo fino a farlo diventare un'altro. Ma da Peeta non ebbe avuto alcuna informazione, così il presidente concesse ai ribelli di portarlo via, ma non prima che lo trasformassero definitivamente. Lo fecero diventare un'arma letale contro la Ghiandaia, in modo che lei si occupasse del suo compagno, e lui, Snow, pensasse alla Colin. Sarebbe stato un'ottima piano, se non fosse che io ero l'unico a sapere ogni cosa. Ma vedendo che non avevo alcuna intenzione di collaborare, mi fece diventare un senza voce. Ma uccidermi sarebbe stato azzardato, tenendomi in vita, poteva comunque tentare di estorcermi qualche informazione.-
Ryan smesso di parlare, tutte quelle novità giravano come un vortice nella mia testa. Peeta guardò prima Ryan poi Cinna. - Eh, eh come... insomma! Sono stato rinchiuso nelle celle della villa del presidente. Anche i miei amici erano lì, Johanna per esempio.
- Sì lo so Peeta, io non ero molto lontano da voi, ero rinchiuso nella stanza accanto, incatenato per i polsi e senza più la voce. Potevo sentire le vostre urla, la vostra paura e disperazione. Soffrivo con voi, e avrei tanto voluto consolarvi, ma mie era impossibile come vedi-
- Mi dispiace Cinna, non potevo immaginare che...-
- Non preoccuparti, era normale che non potevi saperlo, tutti mi credevano morto. - Ero felice di vederlo, avevo il cuore che mi martellava in petto, ma come mai si è fatto vivo solo in quel momento'? dovevo saperlo, così presi coraggio e glielo Domandai.
- Cinna, come sei riuscito a sopravvivere? - Cinna tornò a gestionale con le mani, e la voce di Ryan inizio di nuovo a parlare.
- Quando liberarono Peeta, Johanna e gli altri, io non ero più nella villa. Plutarch era stato così furbo da pagare profumatamente due Pacificatori. Una notte, vennero a prendermi, mi trascinarono fino ad un hovercraft e mi portarono via. Qualcuno si prese cura di me, non sapevo chi fosse e non sapevo dove ero, svenivo ogni volta che riprendevo conoscenza. Rimasi in coma quasi per un anno intero, quando mi sono ripreso quasi del tutto iniziai a vagare tra boschi. Potevo sentire i bombardamenti fuori dai distretti, così pensai di venirti a trovare al distretto 12, ma quando arrivai era tutto raso al suolo. così decisi di andare al 13, e trovai la Colin. Era notte fonda quando le vidi da lontano, camminava avanti e indietro guardando per terra. Pensai che avesse perso qualcosa, qualcosa di importante visto la situazione, rischiava molto a stare allo scoperto. Ero stanco, affamato, mi riconobbe e mi aiutò ad entrare. Mi portò nella sua stanza e mi fece aiutare da delle infermiere. Una era tua madre..., Katniss - Un'altro colpo al cuore, mia madre sapeva di Cinna e non mi aveva detto niente.

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