Dopo gli Hunger games

senza una metta

La foresta aveva uno scarso sotto bosco, in quanto la luce del Sole difficilmente raggiungeva il livello del suolo. Questo rendeva più agevole il movimento nella foresta per noi e gli animali. Quando il tessuto forestale era interrotto, il suolo veniva rapidamente colonizzato da piante pioniere e da un fitto intreccio di liane e giovani alberi. In un modo o nell'altro potevamo sopravvivere. Quella sera Peeta decise di fare il primo turno di guardia, consapevole che avrebbe passato la notte in bianco, chiese a Cinna di fare con lui il turno in modo da non dover condividere del tempo con me.
Il silenzio regnava intorno a noi, Peeta cercava di intravedere del movimento nel mio giaciglio di  ma tutto taceva. Non si udiva il vento tra gli alberi, alcun rumore impercettibile, solo una scimmia che scese giù da un albero per raccogliere uno strano frutto rosso color sangue, e scappo via veloce su per i rami scricchiolanti di un vecchio albero bruciato. Cinna si sentiva un po nervoso, ogni tanto si alzava dal suo posto e camminava avanti e indietro. Non aveva mai fatto un turno di guardia, per lui era tutto nuovo, tutto strano e pericoloso. Della vita lussureggiante a cui faceva parte un tempo ne aveva la nostalgia. Era famoso per i suoi abiti, il suo stile e la sua semplicità. Aveva fatto successo con i costumi creati per Peeta e me ai nostri Hung games, e tutto quel successo gli mancava. Ora era lì, in una giungla con alberi bruciati, animali sconosciuti e in mezzo alla natura creata da chissà quale altra mente malvagia. Snow aveva fatto la fine che si meritava, ma ciò che fa più paura e colei che ha preso il suo posto. Poi c'è Gale, lui era stato uno dei soldati migliori del 13° distretto, aveva ideato alcune armi per abbattere il grande potere di Snow, e ora è passato dalla parte del nemico. Peeta decise di fermare la continua marcia di Cinna, se continuava così avrebbe svegliato gli altri, e magari avrebbe anche potuto creare un fosso nella zona calpestata. Cinna si fermò appena la mano di Peeta gli si chiuse intorno al polso.
- Cinna fermati, ora siediti e stai calmo. Se continui così sveglierai gli altri.
L'amico si fermò, cercò di far capire al compagno che non se la sentiva di continuare a fare il turno di guardia ed andò a svegliare Ryan che accettò di continuare al suo posto il turno. Fu allora che Peeta poté finalmente respirare. Sapeva che con Cinna sarebbe stata dura sentire l'avvicinarsi di un pericolo. Il fratello di Rue sembrava non avere paura di niente, si sedette su un vecchio tronco e si mise ad affilare il suo vecchio pugnale. Peeta lo fissava come se cercasse di studiare quello strano ragazzo, aveva conosciuto sua sorella quel poco che i giochi glielo avevano permesso. In quel giovane vedeva gli occhi della sorella, il suo sorriso e il suo coraggio. A volte sia Peeta che gli altri si aspettavano di vederlo volare tra un ramo all'altro, come se il suo corpo non avesse peso, come se il vento stesso lo tenesse così in alto da volare. Rue lo sapeva fare, sapeva volare, sapeva come galleggiare nell'aria. Ma fino ad allora Ryan non fece nemmeno un piccolo salto tra i rami. Era bravo con il pugnale, era veloce e furbo. Ma di tecnica di combattimento aveva molto da imparare. Quando il cielo iniziò a schiarirsi Peeta si ritrovò disteso a terra, con lo sguardo rivolto verso il cielo. Si era addormentato durante il turno di guardia e a prendere il suo posto fui. Si guardarono senza dire una parola, lui si alzò un po intontito dal sonno chiedendo scusa ai compagno svegli. Ma nessuno se la prese, gli porsero una ciotola fatta con una foglia con dentro una specie di brodaglia fatta con carne di scoiattolo. Ero andata a caccia, durante la notte quando Peeta si era addormentato e Ryan era impegnato alla pulizia del suo pugnale. Dopo aver mangiato ci preparammo per rimetterci in viaggio, anche se eravamo ormai sicuri che non c'era una vera destinazione. Eravamo chiusi in un'arena e da li a breve avremmo dovuto lottare con qualcosa di davvero più grande di noi.