13. Capitolo

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|| HERMIONE ||

"Devi smettere anche di fare così" Sussurro contro le sue labbra.

Il mio cuore sta per esplodere, il mio stomaco è stato preso d'assalto da una strana sensazione, il mio corpo è ricoperto di questa sensazione mai provata prima.

"Vuoi davvero che smetta di fare così?" Domanda Draco guardandomi dritto negli occhi.

Per la prima volta riesco a vedere oltre quella corazza che indossa per proteggersi.

Nei suoi occhi c'è passione, paura, quasi credo di vedere qualcosa di buono, qualcosa che si avvicini all'amore.

C'è qualcosa dentro di me che vorrebbe farmi rispondere con un 'no' come non smettere mai, ma so che è qualcosa di sbagliato.

Sono una persona orribile, sto tradendo il mio fantastico ragazzo con colui che per me non dovrebbe neanche avere importanza. Ma perché diavolo non è così? Perché mi importa di lui? Cosa mi sta succedendo?

"Si, devi davvero smetterla" Evito di guardarlo negli occhi, la sensazione da cui vengo assalita adesso è simile al dolore. Al pentimento.

All'abbandono. Lui se ne è andato via.

Un ora dopo.

"Ron dobbiamo parlare" Lo afferro per un braccio prima che possa entrare nell'aula in cui ha lezione e lo porto in un corridoio abbastanza deserto.

"Che succede?" Domanda curioso e confuso.

Non sono affatto una ragazza che salta le lezione, io odio saltare le lezioni, ma devo farlo.

"Ron io devo dirti una cosa importante" Non ho la più pallida idea da dove posso iniziare, ma sento di doverglielo dire.

"Cosa?" Domanda notando che sono preoccupata e subito il sorriso sul suo volto scompare. Comincio a credere che se lo aspetti o che lo sappia già, ma spero proprio non sia così.

"Mi dispiace" dico in fretta nel panico "È finita Ron" aggiungo sentendo un groppo in gola.

Mi sta guardando negli occhi ma non riesco a reggere il suo sguardo e sento gli occhi pizzicarmi.

"Perché?" Domanda con voce rotta. Non so cosa rispondergli, non ho il coraggio di dirglielo. Non posso fargli questo dopo tutto quello che abbiamo affrontato insieme.

"Mi dispiace" dico fuggendo via in lacrime.

Appena svolto l'angolo che porta ad un altro corridoio deserto, vengo avvolta in un abbraccio.

Non mi serve sollevare il viso per capire chi è perché il suo profumo di vaniglia invade le mie narici e le sue forti braccia mi tengono stretta, al sicuro.

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