CAPITOLO 7

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Si avvicinò timidamente ad Harry che si era appoggiato alla rete e gli sorrise.
-Perche hai deciso di mostrarmi questo?- chiese poi, non capendo come un ricordo così bello e un sogno continuo di Harry, glielo avesse fatto conoscere, condividendo con lui ciò che gli era costato fatica ma anche molta soddisfazione e gioia.
-Volevo renderti partecipe di quest'angolo di paradiso. Non chiedermi il perché, ma l'ho fatto, e sei l'unica persona, a parte mia madre e mio padre, che lo conoscono.- confessò, in un certo senso, Harry, rivelandosi timido a quelle parole poiché non riuscì a guardare negli occhi Louis, che aveva le scintille negli occhi per ciò che aveva appena sentito.
-Grazie per questo. Significa che ti fidi di me?- tentò Louis, cercando di capire a fondo quello che gli era sembrato strano fino ad ora.
Harry non esitò ad annuire e solo l'immediato gesto fece capire a Louis che non stava mentendo. Glielo si leggeva negli occhi anche.
-Quanti tipi di fiori ci sono?- cambiò discorso poi, perchè non voleva affrettare tutte quelle cose che stava scoprendo.
Harry si staccò dalla rete con un passo veloce e cominciò a camminare intorno al perimetro colorato.
-28, contando anche ogni sfumatura per ogni tipo di fiore.- spiegò, assumendo di nuovo quell'aria da professionista, rendendosi esperto agli occhi di Louis.
-Sono molti, devi avere avuto molta pazienza.- ammirò Louis, seguendolo intorno.
-Si, ma credo ne sia valsa la pena.-
Il cellulare di Louis squillò e fece un cenno ad Harry che doveva rispondere, e lui acconsentì.
Spiegò a Harry che era sua madre e che doveva andare a casa per tenere le gemelline.
-Quante sorelle hai?- chiese curioso Harry mentre ritornavano indietro.
-3, due sono ancora piccole, hanno undici anni , le gemelline. Mentre Lottie, beh lei si sposa fra un po' di mesi.- fu felice Louis di dire, vedendo l'interesse da parte del riccio e l'attenzione che gli prestava mentre parlava.
Arrivati di fronte alla rete, Louis sospirò. Ce la poteva fare. Nuovamente.
-Vuoi che ti aiuti?- propose Harry, notando l'espressione di Louis che sembrava stesse studiando ogni cm di quei fili intrecciati a dividerli dall'auto.
-Mh no, magari prima sali te, così guardo come fai.- rifiutò invece, facendo qualche passo indietro per far andare avanti il riccio.
-Va bene.- accettò Harry, iniziando ad arrampicarsi senza aiuti come rocce o altro.
In pochi secondi si trovò dall'altra parte.
-Ci provo anch'io!- si diede da fare Louis, scavalcando, seppur con fatica visibile, quell'ostacolo.
Avrebbe voluto tanto ricadere addosso a Harry, ma non volle ripetere tutto ciò per il semplice fatto che dopo sarebbe stato troppo scontato, e che voleva provare a scendere normalmente.
Si voltò e pian piano scese, perdendo l'equilibrio a pochi centimetri da terra, ma Harry lo aiutò a non cadere, prendendolo a mò di caschè.
-Grazie- sussurrò Louis, trovandosi nuovamente nelle sue braccia. Non mentì a se stesso e si disse che era contento di non essere caduto.
-Figurati, te l'avevo detto che non ti avrei permesso di farti del male.-
Poco dopo furono alla macchina e ancora una volta Harry aprì la portiera a Louis, invitandolo a salire.
In macchina conversarono bel poco, ma quel tanto che bastò per auto convincere a Louis che Harry era davvero interessante, da vivere, e anche proprio un bel ragazzo. Sarebbe stato un peccato non continuare quell'amicizia, non voleva perderlo ormai.
Quando tornarono al negozio, Louis non voleva proprio andarsene ma era costretto per i compiti che gli spettavano a casa.
-È meglio che vada, sai, le gemelline..- iniziò a dire, senza accennare a muoversi da li.
-È un tuo compito. Ci vediamo presto, ne sono sicuro.- disse convinto Harry, accompagnandolo alla sua auto.
Louis pensò in quell'istante che voleva assolutamente abbracciarlo, quasi come fosse la seconda volta.
Prese coraggio e prima di salire in auto si voltò verso Harry e con giri di parole disse -Senti, prima tu hai detto che..sì, insomma..Hai detto che mi avevi abbracciato, per quanto scomoda fosse la situazione..solo che io non ho potuto..quello che voglio dire è..- si sentiva uno stupido per tutte quelle cose che stava farfugliando senza una logica completa o presente.
Prese un respiro profondo e andò dritto al punto. -Insomma, potresti rifarlo?-
Ecco, glielo aveva chiesto, ovviamente non era riuscito a guardarlo negli occhi per il troppo imbarazzo.
-Lo avrei fatto comunque.- confessò felice il riccio, chinandosi poi quel poco che serviva per riuscire a abbracciare il piccolo di Louis.
Louis era felice, molto. Sentì nuovamente quel calore a scaldargli il corpo ed era sicuro fosse solo per via di quell'abbraccio, che stava durando molto.
Aveva dovuto alzarsi nelle punte ma se quello serviva per aiutarsi, lo avrebbe fatto per sempre.
Si beò nuovamente di quel profumo inconfondibile e senza accorgersene si trovò a stringere Harry a se.
Dopo un po', ritornò con i piedi a terra e si sentì rinato. Aveva bisogno di quel contatto.
-Grazie.- sibilò appena, quasi con la paura di essere sentito.
-Non devi ringraziarmi, l'avrei fatto comunque. Buon ritorno a casa.-
Louis sorrise a quello che aveva appena sentito, ed era anche un modo per ringraziarlo.
-Oh, aspetta un minuto.- si ricordò Harry di dire, e senza nemmeno aspettare risposta, corse dentro il negozio lì vicino e uscì il prima possibile con un fiore tra le mani.
-Ecco, ora sei libero di andare.- gli porse il fiore e Louis non attese per afferrarlo e ringraziarlo.
Si chiese, ancora, che cosa significasse.
Seppe che quel fiore era una margherita, ma non aveva idea di cosa volesse dire.
-A presto- si salutarono, uno andando verso il negozio e uno verso la macchina.
Si guardarono sorridendo prima di sparire l'uno dalla vista dell'altro.
Corse a casa e appena entrò chiese a sua madre che cosa significasse la margherita.
-Pazienza.-lo informò la donna, chiedendosi mentalmente che cosa stava succedendo al figlio.
Si scusò con Louis e uscì di corsa di casa.

Louis non capì, allora, perchè glielo avesse dato.
Forse Harry aveva avuto molta pazienza con lui, e gli portò a pensare che fosse noioso.
Era incerto sul significato che aveva, ma corse in camera sua a infilare nel vaso anche quello, assieme agli altri.
Li guardò sorridendo, poi andò giù e si dedicò alle sorelle più piccole, facendo il baby sitter anche se non pagato.
Gli venne un dubbio quando si chiese quando avrebbe rivisto Harry. Non si erano messi d'accordo prima di salutarsi, nel migliore dei modi, e pensò che forse Harry non glielo avesse chiesto appunto perché lo trovava noioso e che ci voleva molta pazienza con lui.
Scacciò immediatamente questo brutto pensiero dalla sua testa, perchè se fosse stato veramente così, Harry non lo avrebbe portato in un posto così bello, non lo avrebbe reso partecipe del suo segreto, per nulla al mondo.
Era una cosa sua, perché mostrarla ad uno sconosciuto?
Si sentiva onorato per questo, si sentiva importante per Harry.

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Passò il resto della mattinata a guardare le gemelline e il pomeriggio fino le 19:00 a fare il Baby-Sitter, con la differenza che stavolta era pagato.
La sera, quando sua madre tornò con la sorella maggiore, incitò quest'ultima a provarsi l'abito da sposa che aveva acquistato.
Lottie si vergognava di mostrarsi conciata così elegantemente alla famiglia ma si trattava del suo matrimonio e per questo chiuse un occhio e lo indossò.
Era bellissima.
Louis la riempì di complimenti, le gemelline non facevano altro che ammirarla e di dire di voler essere belle come lei da grande mentre i genitori intrattenevano a stento le lacrime nel vedere la loro piccola Lottie divenuta ormai una donna, pronta a vivere la sua vita, in una casa diversa e senza di loro.
Erano tutti felici.

Louis nel frattempo stava pensando ad un ragazzo dai capelli ricci, occhi verdi, labbra da baciare e fossette da sprofondarci le dita.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora