CAPITOLO 6

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Louis ci rimase di sasso, non poteva immaginarsi che anche il ragazzo più bello di sempre fosse omosessuale.
Quella era la notizia più bella di sempre al momento che superò anche quella dove i suoi parenti/amici/genitori non lo avevano criticato per il suo orientamento.
-In questo caso, l'adozione può sistemare questo problema.- rispose tranquillamente Louis, senza chiedergli esplicitamente se fosse gay.
-Per fortuna.- aggiunse Harry in tono vivace.
-Anche per me risolverà questo problema..- trovò il coraggio di dire Louis, sentendosi di poter parlare anche dell suo orientamento in santa pace. Si era persino dimenticato che lo aveva fatto il primo giorno che si erano visti, rivelando che non aveva nessun fortunato.
-Ne sono sicuro. Oh, eccoci.- annunciò entusiasta Harry, parcheggiando subito dopo.
Louis non si capacitò di quella confessione appena fatta, non riusciva a capire come un ragazzo così bello e piena di vita fosse gay.
Rimase a guardarlo per gli attimi successivi e nemmeno si accorse che stava scendendo dall'auto.
Si trovò Harry ad aprirgli lo sportello ed era come se in quel momento non ci fosse stato pienamente con la testa.
-Prego- lo invitò il riccio a scendere, ma fu colpito quando gli porse la mano.
Louis non esitò ad afferrarla e sentì la pelle bruciare. Avrebbe desiderato sentire quel calore attraverso un abbraccio, e l'avrebbe fatto se non fosse stato troppo timido.
Si guardò attorno e vide solo un campo abbandonato. Si chiese che cosa ci trovasse Harry di tanto bello in quell'erba non curata e anche alta.
-Dove siamo? Mi fa paura questo posto- ammise Louis, guardandosi continuamente intorno.
Pensò che in realtà Harry non fosse la persona che voleva far credere di essere, ma una persona cattiva.
Harry non trattenne una risatina e si chiese dove fosse stato Louis per tutto quel tempo.
-Abbi pazienza.- lo rassicurò il più alto, incamminandosi verso gli alberi che dividevano il campo a chissà quale altra vista.
-Non voglio morire squartato dietro quegli alberi.- scherzò Louis ma tenendo una voce ben seria allo stesso tempo.
Harry scoppiò a ridere in quel momento e Louis giurò di non aver mai sentito una risata così bella.
-Ti assicuro che dietro quegli alberi non ci sono cadaveri. C'è qualcosa di molto più bello.- disse allora Harry, pensando a cosa dire per calmare Louis che si era improvvisamente avvicinato a lui.
-Lo spero.- ammiccò Louis, tenendo gli occhi fissi di fronte a lui.
-Ti fidi di me?- azzardò Harry, con la speranza che fosse un sicuro "si".
Louis annuì solamente e proseguì dove Harry lo guidava.
-Sei pronto a scavalcare?- domandò Harry con una punta di ironia, la verità è che era molto più serio di quanto Louis pensasse.
-Come?- chiese insicuro, sperando di aver capito male.
Arrivarono di fronte gli alberi ed effettivamente si trovava una rete come recinto di quella zona.
-Dobbiamo scavalcare.- ripeté Harry ancor più sicuro e in un batter ciglio si aggrappò alla rete, poggiando il piede in una roccia che dall'erba schiacciata intorno, pareva essere proprio stata spostata.
Louis seguì ogni suo singolo movimento e si chiese cosa gli fosse saltato in mente. Non ci poteva credere.
Harry saltò e si ritrovò dall'altra parte, senza neppure essere caduto di schiena.
-Avanti, fai la stessa cosa ora!- provò Harry a incoraggiare Louis che stava guardando la rete con confusione e smarrimento.
Si avvicinò e poggiò il piede nella roccia e si aggrappò al buco più alto che potesse afferrare.
-Così?- chiese, un po' parlando a se stesso, scavalcando pian piano quella difficoltà.
-Si, ora che sei in cima, fa la stessa cosa!- istruì Harry, tenendosi a distanza pronta in caso cadesse all'indietro.
Louis, però, tenne una gamba per lato sopra al minuscolo palo di ferro che teneva unito le reti, facendo forza con le mani per evitare di farsi male in zone molto delicate. Non se la sentiva di scendere.
-Oh no, ti aspetto qui. Va pure tu.- provò a dire Louis, sentendosi uno stupido per quella sua minuscola paura.
Sapeva che, essendo più basso, non ce l'avrebbe fatto a toccare il terreno e sarebbe caduto di schiena e oltre a farsi male, avrebbe fatto una figuraccia agli occhi di chi lo stava osservando.
-Scordatelo. Se non vuoi scendere, girati verso di me e salta, ti prenderò io.- istruì nuovamente il riccio, allungando le mani in alto.
-E se mi faccio male?- protestò, pensando però già a come saltare. L'avrebbe fatto, era curioso di sapere la risposta.
-Credi davvero che ti permetterei di farti del male? Salta!- ordinò a quel punto, usando una dolcezza unica nella prima frase che a Louis piacque molto.
Chiuse gli occhi per qualche attimo, li 4riaprì e si lasciò cadere in avanti.
Harry lo prese, attutendo la sua caduta, ma perse l'equilibrio e cadde di schiena, con Louis sopra di lui.
-Siamo vivi?- chiese ironico Louis, non accennando a spostarsi di li, parlando contro le clavicole di H.
-Siamo vivi.- confermò Harry, sorridendo per la sua innocenza.
Louis sfruttò quei momenti per bearsi, per la seconda volta del profumo di H, divenuto ormai una droga.
Poté sentire il battito del suo cuore e le mani di Harry dietro la sua schiena.
Avrebbe voluto rimanere così per sempre. Gli piaceva quel contatto, seppure successo per caso, e non avrebbe voluto alzarsi di lì per nessun motivo al mondo.
Poggiò le mani nelle spalle di Harry e piegò i gomiti, solo per poco, però.
Si rese conto, infatti, che quella scena in cui si era trovato era tremendamente imbarazzante e silenziosa, così rotolò affianco a Harry, chiudendo gli occhi per il sole improvviso negli occhi.
-Ti ho fatto male?- chiese già con tono di scuse ma la risposta di Harry lo colpì.
-Ne è valsa la pensa, ho potuto abbracciarti almeno. Più o meno.- sussurrò quasi Harry, con un sorriso imbarazzato, guardando il cielo limpido sopra di loro.
Sentì una scossa al cuore e non sapeva cosa dire.
Erano rare le volte in cui rimaneva senza parole e da quando aveva conosciuto Harry, queste rarità erano via via sempre più frequenti.
Si mise a sedere seguito da Harry e decise di rivelargli -Hai un buon profumo- leggermente imbarazzato.
Harry sorrise e si alzò in piedi, aiutando anche L a farlo.
-Ho un buon profumo?- chiese felice per ciò che gli aveva appena detto, mentre con le mani entrambi si ripulivano i pantaloni dall'erba rimasta attaccata.
Louis annuì sorridendogli ma poi si ricordo di dov'erano finiti.
-È questo il posto?-
Harry negò e indicò di fronte a se, alla sinistra di Louis, aggiungendo -No, è quello.-
Louis seguì immediatamente con gli occhi la direzione in cui gli aveva mostrato e spalancò la bocca alla vista.
Un rettangolino di terra, dietro gli alberi, pieno di colori.
Si avvicinò un po' ignorando Harry e si accorse che si trattava di fiori.
Centinaia di fiori perfettamente disposti e complementari.
Era bellissimo.
Senza rendersene conto le sue gambe si mossero verso quel mini campo.
Harry lo seguì in silenzio, controllando che non calpestasse nemmeno un singolo petalo di ciò che per lui era il Paradiso.
-Se siamo vivi, perché ci troviamo in paradiso?- furono le uniche parole che riuscì a dire Louis sentendosi stupido per non aver detto nulla dopo aver visto quello.
Sentì Harry sorridere e se ne stupì di essersene accorto; evidentemente non era così distratto come pensava.
-È bello che associ questa parola a questa vista, pensavo di essere l'unico a farlo.- provò ammirazione Harry, guardando quanto a Louis brillassero gli occhi.
-L'hai fatto tu?- chiese Louis, senza girarsi del tutto dalla parte del diretto interessato.
-Si, con mio padre tempo fa. Esploravamo un sacco di posti nel tempo libero e abbiamo deciso di crearci il nostro posticino, poi i fiori sono cominciati ad appassire e morire ed io ho portato avanti tutto questo, venendo ogni settimana a piantare e a prendermene cura. Non so quanti fiori siano morti fino ad ora, e quante volte li abbia ripiantati, ma so che continuerò a venirci perché ne vale la pena per questa vista.- spiego Harry ricordando tra se e se quando da bambino faceva tutto ciò. Sembrò addirittura fiero di poterlo raccontare, e forse lo era.
Poteva vantarsene con tutti, ma scelse solo Louis per farlo.
Louis ascoltò e quasi si commosse dalla dolcezza di Harry, non si capacitò di come avesse trovato tanta forza di volontà per prendersi cura di centinaia di fiori ogni settimana. Lo considerava, ormai, una persona dal cuore enorme e si sentì soddisfatto di avere trovato una persona così.
-È una cosa bellissima Haz, il tuo interesse e amore per la natura, sono cose che fanno riflettere a molti, a me. Non avevo mai conosciuto persone così, e sono felice di averti incontrato.- ammirò Louis, trattenendosi dal mettersi a lacrimare per così tanta premura e dolcezza.
Si rese conto di aver chiamato Harry in un altro nome e si sentì in pace con se stesso. Con il mondo.
D'altro canto, era stato chiamato "Lou" proprio da lui.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora