CAPITOLO 23

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Arriviamo a casa sua verso le 17:30, tutta colpa delle sue richieste di fermarsi durante il tragitto.
Lascio un sospiro di sollievo non appena spengo l'auto.
-Ci vediamo..- inizia, aprendo lo sportello.
-Ti accompagno.- replico, togliendo le chiavi dal quadro e scendendo.
Fa il giro dell'auto e prende le sue cose dal sedile posteriore.
-Aspettami un secondo.- dice prima di sparire dentro al negozio ed uscire subito dopo senza zaino.
-Grazie per avermi portato lì. È stato...bello.- dice avvicinandosi a me.
-Grazie a te, è stato molto più che bello.- rispondo, con un tocco di sensualità, che probabilmete lo ha mandato fuori di testa, dato il suo arpionarmi i fianchi con le mani.
Chiaramente si riferiva ai nostri momenti.
Gli sorrido di rimando e mi aggrappo al suo giubbotto, facendolo abbassare fin quando non respirammo la stessa aria.
-È bello sentirtelo dire. Posso andare?- dico retorico, sfidandolo in un duello di sguardi contorti: entrambi sappiamo che l'unica cosa che non vogliamo fare è andare a casa, ma sappiamo anche che dobbiamo farlo.
-Prima dammi un bacio.- istruisce, serio, e io eseguo, premendo per qualche secondo le labbra sulle sue.
Quello non era lontamanete un bacio ma mi divertii a vedere la sua espressione confusa.
Faccio finta di entrare in macchina quando mi blocca un braccio, mi fa girare fino a guardarlo negli occhi e mi fa indietreggiare fin quando cozzo la schiena con l'auto.
-Baciami, sul serio questa volta.- comanda nuovamente, convinto che l'avrei fatto all'istante.
Il che mi fece sorridere, ovvio che l'avrei fatto.
Mi alzo ancora e lo bacio, muovendo in modo famelico le mie labbra sulle sue che non esitano a darmi il consenso.
Mi aggrappo nuovamente al suo giubbotto e me lo porto addosso, mentre le nostre lingue sembrano rincorrersi senza sosta, senza intenzione di abbandonarsi.
Mi stringe a lui come in una morsa, come se avesse la paura che potrei andarmene da un momento all'altro.
Mi resi conto quanto stessimo superando il limite quando iniziai a tirargli leggermente i capelli, abbandonando il suo giubbotto, in modo tutt'altro che casto, lasciandogli dei morsi nelle labbra ogni tanto.
Quello non era un semplice bacio; era sesso consumato in un bacio.

Mi staccai da lui per riprendere fiato, e mi baciò il naso, lasciando i miei fianchi, per poi spingermi delicatamente verso lo sportello aperto.
Imbarazzato? Solo un pochino.
-Ci vediamo domani.- dissi, e non era una domanda.
-Puoi scommetterci.- replicò dolcemente, cambiando totalmente in confronto a quello che era durante quel bacio.
Aveva usato "Puoi scommetterci", lo stesso termine dell'ultima volta che ci eravamo salutati al nehozio.
Sorrisi alla sua tenerezza e salii in macchina, sedendomi nel sedile con le gambe a penzolare ancora fuori.
-Non vai?- chiede, vedendo come mj sono sistemato.
No.
Nego con la testa, impassibile, e lui incrocia i polsi nella cappotta e si china a guardarmi.
-Sei un tipo strano.- osserva, scherzando.
-Anche tu- faccio in tempo a rispondere quando...
-Louis- sentiamo urlare dal fondo e senza volerlo i miei piedi si rifiutano di continuare a oscillare. Mi blocco, sia fisicamente che emotivamente.
Il suo richiamo mi invade la mente e rimango con lo sguardo fisso nel vuoto avanti a me.
Eccola di nuovo quella sensazione ormai insopportabile.
-Quello di ti ha chiamato, vuoi girarti?- a risvegliarmi è la voce profondamente irritata di Harry che sembra aver colto il mio stato d'animo, dopo essersi girato a vedere chi era.
Oh no, nessuno sa come mi sento.
Cerco di riprendermi ma è difficile. Profondamente difficile.
Non mi ero preparato ad affrontare questo.
Nego con la testa, l'ultima cosa che voglio è parlare con Erik, ed il motivo è semplice e tanto stupido: ero innamorato di lui e lui mi ha fatto fuggire senza nemmeno provare a fermarmi.
-Credo sia inutile, sta giá venendo quì.- mi informa Harry guardandosi dietro le spalle.
Cosa?
Sposto lentamente l'attenzione su Erik, cercando di aggiustare la mia espressione che, anche se non posso vederla, so che è orribile.
-Louis!- la sua voce riempie nuovamente la poca distanza che ci separa e mi sento come se il mondo intorno a me fosse scomparso e ci fossi solo io a lottare contro qualcosa di indistruttibile. È orribile.
Sospiro nascondendolo.
Alzo gli occhi e subito la figura alta di Erik mi viene incontro, rivelando un mezzo sorriso che non avevo scordato e che mai scorderò.
Di getto guardo Harry e lo trovo con gli occhi fissi su Erik a cercare e trovare quante più informazioni possibili.
Non merita tutto questo.
Harry non sa niente su Erik, non ne ho mai parlato con nessuno sè non con James.
Io non ne parlo.
È quasi difronte a noi e sento distintivamente il suo passo, la sua camminata accelerata che usava spesso e volentieri.
Ho le labbra strette in un sorriso ma la realtá è ben altra. Sto fingendo, come sempre. Non è un vero sorriso, è un'imitazione brutta e scadente.
Ora è quì in piedi di fronte a me, Harry è accanto a me, bellissimo in tutto il suo splendore

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora