CAPITOLO 27

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POV. HARRY

Mi sdraiai a letto con una gran voglia di sorridere, il sorriso non voleva saperne di abbandonare le mie labbra, ma lo capivo.
Si può capire un sorriso? Oh, sono innamorato, certo che si può. Tutto é possibile.
Come quando poco dopo entrò mia madre in camera con una espressione pensierosa.
La seguii con lo sguardo finchè prese posto vicino a me, accavallando le gambe come le era solito fare.
Non dissi niente, stavo aspettando l'interrogatorio a cui avrei risposto felicemente. Lei non sapeva nulla, o almeno, credo avesse intuito ciò che mi era capitato, ma non mi sentivo ancora pronto per dirglielo.
Così iniziò -Chi è il fortunato?- sorridendo.
Non nego che pensai immediatamente al mio fortunato di nome Louis Tomlinson che era entrato nella mia vita per puro caso.
-Come lo sai?- le avevo chiesto, cercando di pensare a come dirglielo e di guadagnare tempo, ma la verità è che volevo veramente saperlo. Non ne avevo mai fatto parola con nessuno, e qualcuno in famiglia doveva pur chiederlo.
-Tesoro, sono mesi che quando entri a casa hai un sorriso bellissimo sempre con te. E quel sorriso non lo vedevo dai tempi di Itan. Perciò voglio sapere, chi è il fortunato?-
Oh mamma, sapeva sempre tutto.
Le mamme sanno sempre tutto!
Itan..come dimenticare, il piccolo grande amore del ragazzino di nome Harry Styles.
Acqua passata, ora c'è Louis.
Mi alzai fino a mettermi seduto, sapevo che quella conversazione mi avrebbe portato a belle parole da parte di mia madre, e sinceramente avevo bisogno di qualcuno con cui parlarne.
-Louis. Si chiama Louis.- le dissi, rivolgendo le un sorriso che credo la illuminò.
-E com'è questo Lewis?- chiese, sbagliando nella pronuncia del suo nome.
Trattenni una risata e la corressi -Louis, non Lewis.-
-Uhm sì, dai, raccontami un po'.- insistì, arrossendo per aver sbagliato.
-Cosa c'è da dire? È semplicemente la persona perfetta, e tu sai quanto io odio associare la parola "perfezione" vicino ad una persona.-
Mai mi ero sentito così esposto con mia madre, mai avrei pensato che sarei arrivato al punto di esternare i miei sentimenti alla donna che mi aveva messo al mondo.
Con Itan era stato diverso, le avevo semplicemente detto che mi piaceva un ragazzo solamente per farle sapere che sono attratto dai ragazzi.
La vidi sorridere, come fanno appunto le mamme. Quel sorriso che tengono solo per i loro figli e in quel momento non c'era cosa più bella che vederla sorridere per causa mia.
-Lo so perfettamente, e ti posso dire che è bellissimo sentirti parlare così. Te la meriti questa felicità, so quanto tu abbia aspettato la persona giusta e ora che l'hai trovata, non fare la sciocchezza di lasciarla andare. Tieniti ben stretto ciò che è tuo, okay? Ora a dormire, tuo padre domani non può badare al negozio.-
E mi ritrovai perfettamente in quelle parole. Aveva ragione.
Non mi sarei mai fatto scappare Louis, lui era mio ormai.
-Non lo farò. Non abbandonerò chi mi rende felice, puoi starne certa. Buonanotte.- le avevo risposto, trattenendomi dall'urlare che mai avrei lasciato Lou, per niente al mondo.
Mi baciò la fronte e uscì dalla stanza, lasciandomi le guancia arrossite per quel gesto affettuoso. Non capitava spesso, ma a me faceva piacere.
Non riuscii a dormire subito, nella mia testa frullavano milioni di idee su come poter chieder a Louis di diventare ufficialmente il mio ragazzo, mio.
Suonava così bene, "il mio ragazzo", e pensare che da lì a poco lo sarebbe diventato mi fece tremare per un istante.
Avrei potuto regalargli qualcosa, portarlo a cena fuori, ma niente del genere sarebbe stato all altezza di quello che in realtà lui meritava, ma più di questo non potevo fare.
Il giorno dopo probabilmente sarei andato subito in gioielleria, volevo stupirlo con qualcosa di bello.
Passai i seguenti 20 minuti a immaginare me fargli la proposta e ogni sua possibile reazione, poi crollai, non prima di avergli scritto un "Mi manchi di già. Ti amo. xx"

-

Mi svegliai con l'unico pensierp di proporre a Louis di essere ufficialmente il mi ragazzo.
Volevo fare una cosa semplice ma memorabile, quello che lui si meritava.
Avrei potuto chiedere a George il suo aiuto, organizzando un appuntaamento degno di Louis.
Cosi avrei fatto.
Lui, come me, si occupa di fiori, precisamente compone (*Non so il termine esatto per descrivere ciò, quindi: Comporre scritte con i fiori.), ed è bravissimo.
Ma è anche gay e sposato. Dio, quanto lo invidio.
Stare con la persona che si ama.
Cosa c'è di meglio?

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora