EPILOGO

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Erano passati due anni dal matrimonio di Lottie, erano passati due anni da quando Harry e Louis si erano conosciuti, e ora, in casa Tomlinson, regnava la pace e la tranquillità.
Beh, forse non quella mattina...

-Harry, per l'amor di Dio, ti ho detto che non puoi entrare!-
era l'ennesima volta che Jay rimproverava Harry per il suo continuo tentativo di entrare in camera di Louis, mentre teneva un piede ben saldo davanti alla porta.
-La prego, ho bisogno di vederlo!- provò ad insisitere Harry, sbriciando quanto più gli fosse possibile dalla fessura, mettendo su un aria da cucciolo bastonato e ingrandendo gli occhi.
Ottimo teatrino, ma non abbastanza per convincere Jay a lasciarlo entrare.
-HARRY! SMETTILA! CI VEDREMO FRA UN PO', ORA VA FUORI!- così Louis era dovuto intervenire tentando di placare il suo ragazzo.
Jay ringraziò il figlio con un cenno del capo e lanciò un'aria da sfida a Harry che finalmente si arrese.
-Finalmente ti ho trovato! Dai, dobbiamo sistemarti i capelli, cosa fai ancora qui!- La voce esasperata di Anne piombò nel corridoio, facendo smettere ai due di guardarsi in cagnesco per avere la loro rispettiva vittoria.
Anne tirò per la spalla il figlio costringendolo a seguirla.
-Ma mamma...- provò il figlio, ormai rassegnato.
-Niente ma! Sei in ritardo, il parrucchiere ti aspetta, non vorrai fare brutta figura proprio oggi?- lo rimproverò, scortandolo fuori dalla porta.
Harry sbuffò e alla fine si lasciò manovrare, nonostante tutte quelle azioni furono programmate da 6 mesi ormai.
-Finalmente! C'è tuo padre che ti aspetta in macchina, coraggio. Io starò qui ad aiutare Johannah e le gemelle- avvertì la madre, sparendo dalla vista di Harry chiudendogli la porta in faccia, non prima di averlo spinto fuori e indirizzato verso l'auto del padre.
Harry, combattuto, salì in auto, agitato e nervoso.

-È andato?- chiese Jay con un pizzico di speranza, non appena scoprì che a bussare alla porta era Anne.
Anne annuì, entrando e ammirando il ragazzo di suo figlio.
Non potè trattenersi più del necessario, aveva i minuti contati: doveva aiutare le sorelline di Louis a vestirsi e a preparasi, così corse nell'altra stanza vedendole indaffarate con due buste contenenti due vestitini celesti, adorabili.
-Piccole, ora vi aiuto. Daisy, lascia stare la coroncina, Phoebe, tu per prima- avvertì Anne, invitando la piccola a seguirla.
Anne prese il vestito e glielo fece indossare, attenta a non stropicciarlo troppo.
Fece lo stesso con l'altra bimba, prendendosi poi un paio di minuti per osservare quelle piccole principesse.

-ORA POSSO VEDERE IL MIO RAGAZZO?-
Harry non era cambiato in quei due anni: era rimasto lo stesso ragazzo testardo che creava coroncine di fiori.
Jay e Anne si guardarono nello stesso momento, probabilmente da li a poco si sarebbero strappate i capelli.
-LO VEDRAI ALL'ALTARE HARRY, ORA BASTA!- aveva urlato esasperata Jay, facendo prendere spavento a Harry che si era costretto a fare due passi indietro.
Sbuffò e se ne andò, sorridendo poi per aver ricordato che da li a poco, lui sarebbe diventato un Tomlinson.

Già, stava per succedere, da li a poco tempo i due ragazzi si sarebbero scambiate quella promessa che li avrebbe legati per sempre.

Era successo tutto 5 mesi fa, quando Harry, ormai convinto di voler passare il resto della sua vita con Louis, lo aveva portato nel loro posto e gli aveva fatto la proposta, cogliendo il ragazzo di sorpresa, sorpresa che si trasformò in pianto da parte di entrambi quando quel "SÌ CHE LO VOGLIO!" di Louis riempì le orecchie di Harry, e forse dei poveri animali che vivevano al di dietrò di quel boschetto isolato dal mondo.

-

5 mesi prima:

Harry era nervoso, era agitato, aveva paura.
Non sapeva come farlo, come dirlo, come prendere la situazione in mano; ma di una cosa era certo: Lo avrebbe fatto.
Avrebbe chiesto a Louis di diventare suo marito a tutti gli effetti, senza continui "Sì, lui è il mio ragazzo" per (ancora) l'impossibilita di dire "Siamo sposati."
E così un pomeriggio si era trovato in un negozio di gioielli per comprare due anelli di fidanzamento, spendendo una cifra, ma non erano i soldi la sua preoccupazione.
La sua preoccupazione era la probabile risposta di Louis: Avrebbe accettato di diventare uno Styles? O lui stesso un Tomlinson?
Avrebbe accettato di vedere Harry tutti i giorni prima di addormentarsi e appena sveglio?
Avrebbe accettato di farsi preparare la colazione, il pranzo e la cena da lui?
Avrebbe portato con onore la fede al dito?
Avrebbe acconsentito di trasferirsi con lui definitivamente nella casa della signora Clara dove ormai vivevano insieme?

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora