CAPITOLO 20

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Dopo quasi 3 ore di strada, dovute alla continua richiesta di Harry di fermarmi per farlo andare al bagno, arriviamo di fronte al cancello della casa di James.
È mezzogiorno e mezzo.
Non mi ha più telefono per comunicarmi se Jack ci sarà o no, e mi preoccupo un po' per questo.
Lascio da parte i miei pensieri per comunciare a Harry -Siamo arrivati.-
Lo sento tirare un sospiro di sollievo, ma un pò lo capisco.
Sorrido per tanta tenerezza e, senza scendere per suonare il citofano, prendo il telecomando dal porta oggetti alla mia sinistra.
James ha fatto fare una copia e me l'ha consegnato tempo fa, ha detto che sarebbe stato utile in caso di sua assenza, ma lo uso per la poca voglia di scendere e citofonare.
Harry mi guarda dubbioso, e so già che è dovuto al telecomandino.
Nego con la testa per fargli capire di lasciare perdere, premo il pulsante e in un attimo il grande cancello si apre.
Harry è appiccicato al finestrino per vedere la casa, il giardino.
Parcheggio nel mio posto personale, ormai, notando che non ci sono altre macchine, quindi sicuramente Jack non c'è.
Non lo faccio capire, ma ne sono più che entusiasta.
-Scendi?- mi rivolgo a Harry con ironia, notando come osserva la casa in parte a noi.
-Uhm sì.- farfuglia, per poi aprire lo sportello.
-Ti vedo agitato- noto quando siamo di fronte al portone, più che porta.
-È colpa della casa. È veramente grande.- osserva, senza smettere di guardarsi intorno.
È si grande, è una di quelle ville che sembrano per ricconi sfondat, ma la verità è che i genitori di James se la possono permettere e in più era dei suoi nonni, perciò è passata a loro e si sono occupati di finire di pagare le rate.
Suono il campanello e immediatamente Harry sobbalza all'indietro, probabilmente questa reazione è dovuta al suono penetrante.
Emmetto una risatina e poco dopo la porta si apre, rivelando James.
"LOUISSS" Urla non appena si avvicina, aprendo le braccia dove mi ci tuffo dentro.
"JAMESSS" Urlo a mio volta, stringendolo quasi a stritolarlo, finendo al suo posto.
Da dietro vedo Harry che ci fissa con gli occhi ridotti a due fessure.
Non lo ammetto, ma sto sorridendo tra me e me per quella sua reazione.
Lentamente sciolgo l'abbraccio e porto la mia attenzione nuovamente su James, un James dagli occhi grandi e capelli perfetti.
L'ho sempre chiamato in questo modo, il motivo è semplice: Ha gli occhi molto grandi e dolci, sono di un colore verde tendente al grigio e colpiscono tutti. I capelli sono il suo punto debole: Guai se si osa spettinarli, lui lo odia, solo a me lo lascia fare
Noto subito che é abbronzato.
-Sei andato a prendere il sole?- dico, interessato, rivivendo i bei tempi.
-Si proprio ieri sono andato in piscina!- conferma esultando.
Voglio andarci anch'io.
-Si vede!-
-Ho visto pochissimo fin'ora ma posso confermare che questo posto è enorme!- esclama ad un certo punto Harry gesticolando con le mani e guardandosi in giro, guadagnandosi entrambe le nostre attenzioni.
James scoppia a ridere mentre io rimango impassibile per tanta stupidità concentrata in tanto spazio.
Harry, amore mio che ancora tu non lo sai, è la prima volta che vedi James, non farmi fare figure da idiota.

Harry sembra rendersi conto della stupidità appena detta, o meglio, della frase fuori luogo appena detta. Scuote il viso, mette su un sorriso magnifico e allunga il braccio.
-Io sono Harry.- dice, mentre James si affretta a stringergli la mano.
-Io sono James, piacere. Louis mi ha parlato di te, sono felice di conoscerti.- dice, guadagandosi un'occhiata maligna da parte mia.
Oh cielo, stai zitto idiota.
Harry si gira verso di me, sembra soddisfatto, gli sorrido nervosamente ma lascio perdere.
Si lasciano la mano e James ci fa cenno di entrare, lo seguiamo subito.
Harry rimane nella porta d'ingresso mentre io, da migliore amico come sono, mi precipito in cucina e torno con una lattina di Fanta tra le mani.
È il bello di avere un amico come James.
-Oh accomodati, stronzo.- commenta ridendo James, vedendomi sorseggiare il mio bottino.
In risposta alzo la lattina imitando il classico "alla salute!".
Harry ci guarda confuso, probabilmente non si aspettava un rapporto di questo tipo, non lo biasimo di certo.
-Oh, vuoi qualcosa da bere Harry? Questo idiota fa tutto da solo.- chiede gentilmente James, parlando bene di me.
Harry scuote il capo alzando le mani -No, sono apposto, grazie.- risponde educatamente.
-Okey, venite, sediamoci.-
Entrambi lo seguiamo in salotto e noto ancora con divertimento lo sguardo di Harry perso tra la mobilia, il soffitto, il pavimento, il muro decorato e il lampadario che attira l'attenzione.
È più o meno la stessa reazione che ho avuto io la prima volta che sono venuto qui.
Prendo posto nella poltrona, le gambe sul bracciolo, come sempre, mentre Harry si siede nel divano di fronte a me con classe e James e lo imita.
-Quindi..voi due..- comincia a dire James ma subito lo interrompo capendo le sue parole -No, amici...- dico, ma il mio tono non sembra voglia dire lo stesso.
Il che è strano: Cosa siamo io e Harry? Amici? Amici con benifici? Amici che si baciano e basta? Dobbiamo ancora mettere a punto questo particolare e l'interesse di James mi porta a voler chiarire con Harry questa storia.
Harry annuisce con un sorriso debole, probabilmente sta pensando a ciò che penso io, e ancora mi noto mentalmente che ne riparleremo, ma sicuramente non ora.
-Non viene Jack, vero?- chiedo diretto, con un tono abbastanza disprezzato, poggiando a terra la lattina quasi vuota.
James scuote la testa, insicuro, poi aggiunge -Non lo so. Non mi ha più risposto al cellulare, perciò non posso dirtelo.-
Annuisco per fargli capire che ho capito, e che non voglio più parlarne.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora