Capitolo 23 - Trust

708 34 1
                                    

 Fu come se, d'un tratto, l'estate avesse deciso di piombare su Hogwarts, sebbene Aprile fosse solo alle idi. La mattina si presentò afosa, limpida e priva di un solo soffio di vento che avrebbe potuto giovare al clima asfissiante che aleggiava in tutta la scuola. Draco si ridestò nervoso: non aveva ancora trovato la sua bacchetta e la cosa lo disturbava parecchio. Non aveva intenzione di fare una denuncia di smarrimento e doverne comprare una nuova: è la bacchetta a scegliere il proprietario e quella aveva scelto lui, era l'estensione del suo braccio, non sarebbe stato lo stesso con un'altra. Scese dal letto e poggiò i piedi sul pavimento freddo. Era sudato e si affrettò ad aprire la finestra: condividere la stanza con due ragazzi aveva molti lati negativi. Blaise non era in stanza e Malfoy lo trovò in bagno intento a radersi con attenzione. Quel rituale, sbarbarsi, era un lavoro in cui Blaise si cimentava una volta ogni due settimane e che richiedeva massima concentrazione per lui. Draco lo ignorò, buttandosi sotto la doccia fredda di cui sentiva urgente bisogno. Il fatto che Zabini non gli stesse già riempiendo la testa di fandonie lo turbò non poco e, quando uscii frizionandosi i capelli che gli ricadevano sugli occhi, domandò: - Cosa ti succede, Zabini? Stai male per caso?-
L'altro lo guardò attraverso il riflesso nello specchio. – Sto meravigliosamente, amico mio.- rispose, tenendo la lametta d'oro sollevata. – Sono solo preoccupato per il nostro comune amico.- aggiunse, controllando la guancia destra con attenzione. Draco intanto si asciugava e vestiva. – Theodore?- chiese.
Blaise annuì. – Hm. Ieri, quando ho lasciato lo spogliatoio ho visto lui e Pansy parlare.- spiegò.
- Già che parlassero mi sembra un buon risultato, Blaise. Dopo quello che hai messo in moto, è tanto che lei non l'abbia cruciato.-
- Non capisci, come al solito. – Blaise si beccò uno sguardo d'odio. – Pansy era furibonda perché Theo le ha esplicitamente detto di non voler stare con lei.-Il biondo Serpeverde, seduto poco signorilmente sul wc chiuso, gomiti sulle gambe e testa sollevata verso l'amico, sospirò. – Zabini, comincio a pensare che i tuoi sbalzi di umore e i cambiamenti di idee facciano concorrenza al carattere volubile delle ragazze. Non è stata opera tua? Sei tu che hai voluto questo.-
Blaise si voltò, asciugando il viso con un asciugamano per lavar via gli ultimi resti della schiuma da barba profumata. – Sbagli, Draco. Io non ho mai voluto che Theo si innamorasse realmente della Weasley.- gli disse. Draco, che se non fosse stato un Malfoy se ne sarebbe tranquillamente rimasto seduto con la bocca spalancata, riprese subito il contegno perso per un istante. – Innamorato?- la sua voce era roca e secca. – Cosa vai blaterando?-
Zabini annuì chiudendo gli occhi con aria teatralmente tragica. – Ebbene si, mio compagno di sventura. Ho ragione di credere che i sentimenti di Theodor per la piccola furia rossa siano reali.- continuò. – E, non fraintendermi, ne sarei anche felice, che si togliesse la sua arpianzata – ormai ex arpianzata- dalla testa, se, tuttavia, la dolce Ginevra ricambiasse i suoi sentimenti.- mormorò, posandogli una mano sulla spalla. – Tuttavia, entrambi sappiamo che la piccola pel di carota non ha occhi che per Potter – sono troppo impegnato a salvare il mondo ormai salvo per avere una ragazza- .
- Credevo che si fossero mollati.-
- Malfoy, credi davvero che tutte le persone che si amano sono felicemente insieme?- domandò, con tono tanto serio da stupirsene perfino lui.Si rese conto di aver detto più di quanto avesse voluto, poiché lo sguardo gelido del suo amico lo seguiva mentre si affrettava ad accostarsi allo specchio per sistemare la cravatta verde sulla camicia, annodandola alla perfezione. – Sembra che il discorso abbia cambiato soggetto.- fece notare Draco, alzandosi.
Zabini finse di non sapere di cosa stesse parlando, troppo impegnato a passare una mano tra i corti capelli scuri per dar loro un ordine preciso.
Nott entrò nel bagno in quel momento, con la chioma aggrovigliata sul capo, senza maglietta e l'aria di chi ha appena preso un bolide in piena pancia.
- 'giorno.- biasciò, diretto al water. Draco lasciò il bagno: era troppo presto per poter affrontare lui e Zabini insieme. Soprattutto se ciò che quest'ultimo affermava aveva del vero. Se Nott di fosse davvero fottuto il cervello dietro Ginevra Weasley avrebbe avuto bisogno di molto tempo per digerire la cosa e riuscire a sopportare l'idea di uno dei suoi migliori amici in coppia con una traditrice del proprio sangue.Dopo essersi vestito, la ricerca della bacchetta riprese, infruttuosa. Decise che dopo le lezioni avrebbe scritto un gufo ai suoi per informarli e chiedere loro di spedirgliene una di riserva, almeno finché non avesse ritrovato la sua. Ripensare ai suoi genitori lo condusse inevitabilmente al ricordo della visita in ospedale, dove aveva scoperto di sua Zia Andromeda e di suo nipote, Teddy. Si domandava se fosse il caso di chiedere loro notizie, ma sapeva che sarebbe risultato falso. Erano la sua famiglia, era vero, tuttavia non li conosceva. Avrebbe voluto, scoprii, desiderava conoscerli. Ma, probabilmente, era troppo tardi. Tornò a concentrarsi sulla storia della bacchetta e un'idea gli balenò in mente, una sorta di sogno da sveglio: la bacchetta di Sambuco.
Avrebbe dovuto essere sua, era sua. Ma Potter gliel'aveva portata via. La cosa lo infastidiva enormemente, eppure, pensandoci per lungo tempo, aveva capito che non l'avrebbe davvero voluta. Quell'arma aveva il potere di render folli, data la sua potenza. Voldemort per averla aveva fatto di tutto. Lui non voleva morire ossessionato da bacchetta, per quanto potere essa avrebbe voluto dargli. E, senza nemmeno saperlo, quell'idea era il primo punto che Draco Malfoy aveva in comune con Harry Potter: quest'ultimo aveva distrutto la bacchetta affinché nessuna guerra venisse combattuta per il suo potere.
- Draco, hai visto il mio profumo francese?- chiese Nott, rientrato con un asciugamano drappeggiato intorno ai fianchi e i capelli bagnati.
- No, non è nel tuo cassetto?-L'altro scosse il capo. – Che Salazar succede qui dentro? Perché la nostra roba continua a sparire?!- sbottò-
- Potrebbe essere Pix in vena di scherzi?- fece Zabini, uscendo mentre si allacciava i polsini della camicia.
- Pix sa bene che il Barone Sanguinario gira per i Sotterranei, non ci si accosterebbe neppure.- rispose Theo, ormai vestito. Draco e Blaise lo guardarono prendere al volo la sacca con i libri e la bacchetta.
- Dove vai così di corsa?-
- Ho appuntamento con Ginny prima di colazione.- rispose lui, raggiante. – Ci vediamo in Sala Grande.- li salutò, uscendo.I due rimasti si scambiarono un'occhiata; Zabini alzò le spalle in un "te l'avevo detto" e Draco sbuffò.

La mia rivale bellissimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora