Capitolo 20 - Team

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 Due giorni trascorsero intrappolati in una routine alla quale nessuno sembrava riuscire a sottrarsi. Theo e Ginny continuavano la loro messa in scena, sebbene una certa complicità si fosse realmente creata tra i due, trasformandoli da "soci" a "amici" e la cosa era tutto un dire. Malfoy apparentemente aveva rinunciato ai suoi propositi di vita, quali essere fastidioso e creare problemi a Potter e la sua cricca, e la cosa spingeva Hermione, in allerta, a chiedersi se si trattasse della quiete prima della tempesta: insomma, aveva delle informazioni su di lei, perché non le aveva ancora usate per metterla nei guai? Harry e Ron sembravano in preda a sbalzi di umore continui – alternati anche nell'arco di una sola giornata-: al mattino troppo giù per comportarsi da esseri pensanti e parlanti, durante le lezioni insofferenti alla vista di Theo e Ginny che si scambiavano occhiate e sorrisetti, a pranzo e nel pomeriggio diventavano spie degne degli Piton ai tempi del doppio gioco con Voldemort, fingendo indifferenza nei confronti della coppia solo per poterla seguire e pedinare e sabotare. Daphne era risultata non beccabile da sola, dato che ogni volta che la Granger tentava un avvicinamento ecco spuntare Malfoy o Zabini o lo stesso Theo e subito ella rinunciava. Zabini; Hermione cominciava a temere che prima o poi Theodor e Malfoy lo avrebbero ficcato in un sacco e spedito chissà dove. Riflettendo mentre la McGranitt assegnava loro l'ennesimo tema accompagnato da esercizi per il lunedì seguente, la ragazza mise a punto un piano che aveva ampi margini di riuscita: quella sera aveva un turno come Caposcuola insieme ad Harry e Daphne ne aveva uno insieme a Malfoy. Avrebbe approfittato di quella coincidenza per parlarle, doveva solo trovare il modo di allontanare Malfoy da lei. Un giochetto, pensò, riponendo i libri nella vecchia sacca. Harry e Ron si voltarono in quel momento verso di lei. Quel giorno sembravano eccitati ed elettrizzati, nonostante Ginny si fosse alzata per chiacchierare amabilmente con Nott a qualche metro da loro.
- Domani c'è la partita!- esclamò Ron, carico. – Serpeverde avrà ciò che merita!- aggiunse- La stava prendendo troppo sul personale. Harry si limitò a sorridere e annuire e la cosa lasciò Hermione interdetta. Come mai non gridava al mondo che avrebbe vinto solo per vedere stracciata la squadra del fidanzato della sua ex? Oh, oh. La ragazza comprese, quando il Salvatore del Mondo Magico lanciò un'occhiata carica di odio al brunetto intento a parlare con Ginny.
- Harry.- gli sfiorò un braccio. – C'è un regolamento nel Quidditch, lo ricordi vero?- disse, sottovoce. Uno scintillio colpevole ma divertito illumino gli occhi verdi del ragazzo. – Serpeverde infrange il regolamento ad ogni partita. Grifondoro risponderà.- disse, mesto.Hermione lo guardò delusa. – Grifondoro non si abbassa a certe scorrettezze e nemmeno tu, Harry. Stai gettando al vento i principi della nostra Casa.- lo rimproverò. Harry alzò le spalle. – Hanno cominciato loro, Hermione.- obbiettò. Lei sospirò, cominciando ad innervosirsi. – E come, di grazia? Cercando di essere gentili? Facendo amicizia? Innamorandosi di una Grifondoro?- sputò, tutto d'un fiato. Aveva alzato la voce e mezza aula si era voltata a guardarla. Harry e Ron sembravano i più allibiti. Innamorato. Nessuno aveva pensato a tanto, nessuno credeva che la storia tra Ginny e Theo fosse arrivata così lontano.
Harry si alzò, posando le mani sul banco dell'amica e chinandosi per arrivarle all'orecchio, in modo che nessun altro potesse sentire. – Non ho lasciato Ginny, morendo dentro, per vederla infelice con una Serpe. – le disse. Lei si scostò per guardarlo e negli occhi scuri la nocciola divenne fusa di rabbia. – A me non sembra infelice.- mormorò, indicandola con lo sguardo. Ron fece passare lo sguardo da Hermione a Harry e viceversa. – Miseriaccia, volete coinvolgermi?!- domandò.
- No!- esclamarono entrambi, rossi in volto per l'irritazione. Hermione si alzò e voltò le spalle ad entrambi, lasciando l'aula. Mentre gli passava accanto, Blaise Zabini sollevò un pollice verso di lei strizzandole l'occhio.


Daphne raggiunse i ragazzi nella Sala Comune, gettando di lato la borsa e cadendo seduta sul divanetto accanto a Draco. Blaise sedeva sul tavolino di fronte e Theo aveva occupato la poltrona alla loro destra.
- Zabini, non se ne parla. Domani c'è il Quidditch.- stava dicendo quest'ultimo.
- Alle sei di pomeriggio! – obbiettò Blaise, gesticolando.
- Abbiamo gli allenamenti.-
- Qui stiamo parlando di necessità, di bisogno vitale!- continuò, cercando di apparire quanto più disperato potesse senza far apparire antiestetiche rughe sulla fronte liscia e scura.Malfoy ridacchiò. – Questa è la punizione per aver trascinato me e Theo in questa assurda scemenza! – lo schernì.
Zabini si alzò e prese a camminare su e giù per la Sala. – Questo è il ringraziamento per aver messo in moto il mio brillante cervello per aiutare Theo!- esclamò.
- Come credete che sarà il tempo domani?- domandò Theo a Draco e Daphne. La ragazza sorrise scostando una ciocca di capelli chiari dalla spalla.
- La Cooman sembrava un po' cupa, quindi suppongo sarà nuvoloso.- rispose. Blaise li interruppe. – Scusate! Possiamo concentrarci su ciò di cui ho bisogno?! Non sapete che un gruppo è il riflesso del suo leader? Volete svegliarvi con la pelle secca e i capelli sfibrati, più di quanto non siano già?- chiese. Malfoy alzò un sopracciglio. – Leader?- fece.
- Riflesso?- ridacchiò Theo.
- Sfibrati?!- saltò su Daphne.Zabini alzò le mani. – Non parlavo di te, biondina.- mormorò. – Anche se effettivamente protesti pensare a qualche pozione...- cominciò.
Daphne alzò la bacchetta e gliela puntò contro. – Dicevi?- lo sfidò. Lui sorrise, ammaliato. – Niente di rilevante.- disse. – Non certo come il fatto che a causa di quella pazza di Pansy la mia toeletta ha dovuto essere gettata completamente e ora necessito di riacquistare tutto!- continuò, rivolto agli amici.
- A proposito di Pansy. Sono due giorni che non rompe le scatole. – fece notare Daphne. – Arriva a lezione, pranza di corsa e sparisce.-Theo rabbrividì: sapeva di cosa era capace la sua ex e cominciava a temere per la sua incolumità. Dannato Zabini! Lo fissò in cagnesco e l'altro fece un'espressione angelica e innocente.
- Non puoi parlarle?- domandò Nott alla ragazza bionda e lei scosse il capo. – Non siamo in buoni rapporti ultimamente.- spiegò.
- Come mai?- volle sapere Blaise, curioso. Draco intervenne in soccorso dell'amica. – Fatti gli affari tuoi, Zabini. Hai creato già abbastanza problemi!-
- Io non creo problemi, amico mio, li risolvo!- gli strizzò l'occhio. – E qui torniamo al discorso delle mie creme...-Di nuovo tutti lo ignorarono, riprendendo a parlare della partita del giorno seguente. Daphne si era adombrata e Draco se ne accorse.
- Metà scuola ci da' vittoriosa, l'altra metà da' vittoriosa Potter.- stava dicendo Theo.
- Metà della scuola ha ragione.- disse Draco. – Vinceremo noi.-
- Faccio notare che Potter è leggermente incazzato.- intervenne Blaise. Gli altri si voltarono a guardarlo e lui tornò a sedersi sul tavolino.
- Cosa intendi?-Zabini li guardò con l'aria di chi la sa lunga, osservandosi le unghia della mano destra. – Non l'avete visto oggi in aula? Lui e la Granger sembrano ai ferri corti-
Draco alzò le spalle. – Allora?- chiese.
- Allora, mio poco intuitivo amico, è ovvio che i motivi possono essere soltanto due: - fece, alzando l'indice verso la sua faccia. – Numero uno, Potter è ancora infatuato della rossa ed è incazzato per causa di Nott, in quel caso un bolide impazzito inseguirebbe lui, quindi tu sei al sicuro.-Theo mimò il gesto di strangolare Blaise e lui ridacchiò. – Abbiamo un contratto.- disse. – Numero due: Potter ha una cotta per la Granger ed è molto infastidito dal tempo che tu e lei avete trascorso insieme. Se il motivo fosse questo allora domani non credo che il Cercatore dei Grifoni si dimostrerà molto leale e corretto.- spiegò.
Malfoy lo guardava disgustato. – Numero uno, - imitò il tono di Blaise. – io e la Granger non siamo "tu e lei" e non abbiamo passato del tempo insieme!- esclamò, sebbene una serie di momenti vissuti con la Mezzosangue di recente si affacciarono nella sua mente a ricordargli che mentiva. Solo Blaise parve notarlo e sorrise condiscendente. – Numero due, tutto quello che voglio è che Potter non segua le regole. Non vedo l'ora di rompergli il muso.- aggiunse.
Daphne fece schioccare la lingua, insofferente. – Non cambierete mai, siete dei bambini.- disse, alzandosi. – Vado a farmi un giro, magari con i primini che sembrano più maturi di voi.- continuò, girando sui tacchi e lasciandoli lì.
- Visto che hai fatto?- disse Blaise, sgomitando Draco.
- Zabini, per Salazar, ti conviene andare a dormire da Potter stanotte, perché ho una voglia di cruciarti incontrollata!-
- Ho quello che fa per te! Un'uscita Hogsmeade! - esclamò.
- Non ti accompagneremo a comprare le tue stupide creme!-
- Salazar, quanto sei acido. Forse c'è un'opzione numero tre che mi era sfuggita. Non è che a te piace la Granger e quindi sei astioso verso Potter e te la prendi con me?-Draco si alzò e Zabini fece lo stesso, svanendo lungo il corridoio per il dormitorio. Mentre andava urlò. – Domani alle dieci?-
- Sparisci!- gridarono in coro Malfoy e Nott.

La cena trascorse fiacca, sebbene Hermione tentasse di non dare a vedere il senso di trepidazione che la rendeva iperattiva. Quando finalmente tutti ebbero terminato di cenare e i piatti vuoti sparirono, salutò gli amici precipitandosi al luogo di incontro dei Caposcuola. Daphne era una persona molto puntuale e sperava che Malfoy fosse un ritardatario invece. Arrivarono dopo di lei i Caposcuola di Tassorosso e Corvonero poi finalmente la chioma bionda della Greengrass fece capolino nel corridoio. Hermione la salutò con un ampio sorriso e lei, timida, rispose. – Daphne, avrei bisogno di parlarti.- le disse, andando al sodo.
Gli occhi di lapislazzuli della Serpe la guardarono, a metà tra il curioso e il sorpreso. – Certo, dimmi pure.-
Hermione si guardò intorno con aria cospiratrice, le prese il braccio, portandola un po' più distante rispetto agli altri ragazzi. - Ecco, avrei bisogno del tuo aiuto. La McGranitt mi ha spiegato che la biblioteca resterà chiusa per un po' di giorni ma non ha voluto dirmene la ragione.- spiegò.
Daphne annuì. – Hermione, so' quanto ti piaccia passare il tempo in biblioteca, non sarà il pensiero di non poterlo fare per una manciata di giorni a preoccuparti?- sollevò una giusta obiezione. La Granger scosse la massa di riccioli scuri che le incorniciava la testa. – C'è qualcosa sotto, lo sento. Credimi, il mio intuito sbaglia di rado.- le disse. La Serpe rifletté: quella ragazza era sopravvissuta sette anni ai tentativi di farla fuori del Signore Oscuro, insieme ai suoi due amici. Se diceva che qualcosa non andava nella storia della Preside le credeva. – Va bene, Hermione, come posso aiut...- s'interruppe quando Malfoy comparve alle spalle della Grifondoro. Hermione non lo vide subito, quindi sorrise a Daphne. – Che succede?- chiese. La bionda le fece un cenno leggero con la testa e lei si voltò in quella direzione, ritrovandosi a fissare Malfoy. Anche lui sembrava tutt'altro che felice di vederla. – Daphne?- fece, interrogativo. Un tono che sembrava dire "che cavolo ci fai con la Mezzosangue?!". In quel momento sopraggiunse Harry. – Hermione?- fece, interrogativo, a vederla spalla a spalla con la Serpeverde.
Le due ragazze trattennero un sorriso a stento, data l'assurdità della situazione. Potter e Malfoy si guardarono carichi d'odio.
- Hermione, ci vediamo tra mezz'ora nel corridoio sul cortile interno.- sussurrò Daphne all'orecchio della ragazza, prima di sparire portandosi dietro Draco.Harry, rimasto di fronte a lei, la guardava con un sopracciglio sollevato e l'aria sospettosa. – Adesso sei l'amica del cuore di Daphne Greengrass?- chiese.
Lei si incamminò nella direzione opposta a quella presa dalle Serpi. – No, sono solo civile con una conoscente.- rispose.
Il ragazzo sospirò. – Va bene Hermione, come vuoi.- disse.
La Caposcuola si fermò. – Non è "come voglio" Harry. E' come dovrebbe essere. Dovremmo darci un taglio con questa storia di Serpeverde e Grifondoro, Nemesi e Opposti.- spiegò. Ripresero a camminare e lui si infilò le mani in tasca. – Non è così facile, Hermione. I Serpeverde erano l'esercito di Voldemort. Lupin e Tonks, Fred, Lavanda...quante persone sono morte per mano loro? Come posso andare oltre?- chiese, mentre controllavano le aule vuote.
Il pensiero di Teddy, figlioccio di Harry, che aveva perso i genitori in modo tanto disumano e ora doveva affrontare una malattia così devastante le fece pizzicare di lacrime il naso. Come avrebbe fatto a dirlo ad Harry? A spiegargli che la vita è troppo breve per trascorrerla ad odiare e che quel bimbo che lui adorava era cugino della persona che più odiava al mondo? E che stava male e aveva bisogno di entrambi.
- Mi dispiace, Harry, so quanto sia dura per te e Ron. Ma non puoi chiedermi di andare contro il mio istinto.-
- Il tuo istinto ti dice che Ginny è al sicuro con Nott?- domandò, schernendola. Lei lo guardò dritto negli occhi. – Si, è al sicuro, più di quanto lo sia mai stata con te, Harry. Nott non ha intenzione di spezzarle il cuore e, credimi, non c'è niente di più pericoloso di questo. Tu pensi solo alla sicurezza fisica, mai ai sentimenti.- spiegò.Il resto del tragitto lo fecero in silenzio, ognuno troppo preso dai propri pensieri, entrambi troppo convinti delle loro ragioni. Sebbene fosse ormai primavera i corridoi della scuola rimanevano umidi e freddi, come se il clima non avesse effetto in quel luogo. Hermione doveva trovare il modo di liberarsi di Harry per raggiungere Daphne: l'ora del loro appuntamento era scoccata. Come poteva riuscirci? Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa.
Poi comprese che il modo più semplice era anche il più sicuro. – Harry daresti una controllata alla Torre di Astronomia? Mi è capitato spesso di trovarci coppiette appartate. Io intanto controllo la biblioteca.- aggiunse. Il ragazzo storse il naso. – Non potremmo lasciar in pace le coppiette?-
L'occhiataccia di Hermione fu un "no" sufficiente a convincerlo, seppur controvoglia, ad accontentarla. La ragazza attese che svoltasse l'angolo prima di precipitarsi verso il giardino interno. Daphne non era ancora arrivata. Si sedette sul marmo a qualche metro dalla fontana, in attesa.
La Serpeverde arrivò trafelata qualche istante più tardi. – Scusa, liberarsi di Draco non è facile!- esclamò. Hermione sorrise, annuendo. – Abbiamo poco tempo, non so quanto Harry ci metterà a scoprire che la Torre di Astronomia viene sigillata la notte.- rispose.
Daphne ridacchiò. – Che squadra! Mentiamo da far schifo.-
- Meglio così, non mi piacerebbe essere una brava bugiarda. – sospirò. – Va bene, dunque sospetto che la biblioteca sia il luogo in cui qualcosa o qualcuno oserei dire è stato nascosto e per questo motivo ci è impedito l'accesso.- spiegò Hermione.
- Qualcuno?- fece Daphne, incredula.
- Primo anno, Fuffy a guardia di una botola che conduceva alla Pietra Filosofale. Era un cane a tre teste gigante.- raccontò la Grifondoro. – Da allora non mi sorprende più nulla qui dentro.-
- Wow. Al primo anno io ero troppo impegnata a cercare di rendermi invisibile per scovare una creatura del genere.-
- Tu invisibile?- fece Hermione, colpita. Perché mai una tale bellezza avrebbe voluto rendersi invisibile? Non se lo spiegava davvero.
- Lunga storia, non abbiamo tempo.- rispose Daphne. – Un'altra volta te la racconterò.- sorrise.Hermione la imitò. – Domani, mentre tutti saranno alla partita, McGranitt e Piton compresi, potremmo andare alla biblioteca. Che ne pensi?-
La Serpeverde annuì. – Certo, va bene. Hermione, ho una domanda, non offenderti però, d'accordo?- chiese.
- Certo.-
- Perché hai scelto me? Insomma, hai Harry, Ron, Ginny. Ognuno di loro darebbe un braccio per te.-
- Lunga storia, un'altra volta te la racconterò.- mormorò Hermione e Daphne scoppiò in una risata divertita.In quel momento Draco e Harry entrarono in giardino da lati diversi. – Eccoti qua.- fecero in coro, guardandosi poi disgustati reciprocamente.
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata divertita e complice, prima di raggiungere i rispettivi compagni. – Già, eccomi qua.- dissero anche loro all'unisono.



Pansy uscì dalla camera da letto di Theo, stando attenta a non svegliarlo. Aveva preso ciò che le serviva. Udì le voci di Draco e Daphne provenienti dalla Sala Comune e si affrettò a raggiungere la sua stanza e a chiudervisi dentro.  


La mia rivale bellissimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora