Three; goodbye?

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I miei piedi sembravano incollati al pavimento, scollegati dal mio cervello che supplicava a loro di muoversi e andare via da li.
Mi ritrovavo davanti al ragazzo che mi aveva ridotta così debole, piena di solitudine. Voleva distruggere i miei muri, poi? Ha camminato sopra le macerie per andarsene in seguito via, lasciandomi sola a raccoglierle. Mi ha visto consumarmi, fino a diventare polvere. Se ne stava lì, fermo a non aiutarmi.

Quando mi resi conto che stava per prendermi la mano feci due passi indietro scuotendo la testa, obbligando anche me a non cedere questa volta. A non cedere mai più con lui.
Mi voltai e feci l'unica cosa che mi venne spontanea: andare via.

Avevo le gambe molle, il naso mi pizzicava e gli occhi si riempivano di lacrime mentre non mi preoccupavo minimamente di chiedere un permesso alle persone, le spostavo con i gomiti e a volte ci sbattevo ma poi camminavo avanti attraversando tutta la sala. Quando mi voltai e lo vidi seguirmi aumentai il passo, sapevo benissimo che non si sarebbe arreso.

Provai ad abbassare la maniglia della porta sul retro, quando questa non si aprì riprovai più volte continuamente quasi a romperla mentre pressavo le labbra e piangevo in silenzio. Perché le lacrime parlavano da sole. Ogni parte di noi, parla da sola; come i sorrisi nascosti, gli occhi languidi e quelli luminosi quando guardi la persona che neghi d'amare e lo fai per il tuo bene, credimi.
Quel nervosismo che avevo nel petto, mi opprimeva.
Una mano si avvolse intorno al mio polso e mi girai di scatto tirandola indietro pronta a spingerlo ma mi bloccai vedendo la faccia di Aron, un mio collega. Lui sembrò leggermente confuso dal mio comportamento ma quando gli concedetti un leggero sorriso sembrò calmarsi e allora iniziò a parlare.

"Stai bene? Mi sembri agitata." Guardai dietro le sue spalle vedendo Harry spostare le persone gentilmente, senza fretta, sapendo che ormai mi aveva in pugno. Scossi la testa "No,no. Sto bene, ho solo..solo mal di testa. Vado a prendermi una boccata d'aria okay?" Mi affrettai a dire quasi mangiandomi anche le parole per la velocità.

Lui storse la bocca poco convinto delle mie parole e quando stava per parlare lo bloccai. "Ti prego, parliamo dopo." Lo supplicai e lo superai camminando verso la parte destra per andare nella porta d'ingresso. Quando questa si aprì, il leggero venticello soffiò sul mio petto e lasciai uscire un sospiro di sollievo chiudendo gli occhi. Comunque, questo rilassamento non durò a lungo quando sentì la porta venire aperta dopo di me.

"Ti prego, Harry. Lasciami in pace." Lo pregai con la voce tremante, non c'era bisogno neanche che mi girassi. Sapevo benissimo che era lui, con la sua camicia di flanella sbottonata e i lembi che uscivano dai jeans perfettamente aderenti alle sue gambe lunghe e magre. Passai una mano nel viso, accarezzandolo e asciugando anche le lacrime mentre il naso sapevo che era leggermente rosso per via del pianto trattenuto. Avete presente no? Il naso che pizzica, quel nodo alla gola e i tuoi occhi che si riempiono lentamente quasi volessero dirti un "per favore non piangere."

"Lil.." Scossi la testa come per mandare immediatamente via quella voce e non farla restare nella mia testa. "No." Dissi decisa dandogli ancora le spalle fissando le macchine che sfrecciavano nello stradone davanti a me.
Quando la sua mano poggiò nella mia spalla mi girai guardandolo pronta ad accanirlo, ucciderlo con le parole ma per mia sfortuna stesi in silenzio con le labbra socchiuse guardandolo.

Gli occhi lucidi, per via del lampione sopra di noi, lo stesso verde di sempre quasi più chiaro. Gli occhi di Harry erano qualcosa che ti lasciavano a bocca aperta, aveva la vita dentro. Il verde era vivo, come quei prati che vedi ad Holmes Chapel. Quel verde naturale, che ti dà in un certo senso la speranza..anche se io ancora devo capire bene su cosa mi da speranza. Che mi ami veramente? Che sia venuto per dirmi che gli manco?

"Sei cambiata." Nota restando a fissarmi sul viso. Non ero tanto cambiata, non sapevo neanche se si riferisse alla parte esteriore o al fatto che adesso sembravo forte rispetto a prima che lo perdonavo per tutto come se fosse una cotta da bambina di dieci anni. "Sei..diversa." Probabilmente non sapeva cosa dire, forse lo mettevo in difficoltà visto che lo guardavo impassibile quasi volessi ucciderlo, più o meno era così.

"Si, anche tu." Dissi semplicemente e poi lasciai uscire un sospiro. "Hai..hai i capelli più lunghi e ti stanno bene." Ti stanno una meraviglia, se prima paragonavo Harry ad un dio greco adesso non sapevo benissimo a chi paragonarlo, anche un figlio di Michelangelo sarebbe stato poco.
L'accenno di barba, la mascella più tesa..il naso definito e le sopracciglia che stavano quasi sempre leggermente aggrottate come se volesse capire tutto quello che succedeva intorno a lui. Adesso indossava solo una collana, che arrivava alla parte di camicia abbottonata ovvero al suo stomaco dove si intravedeva la farfalla adesso più scura, probabilmente l'aveva ripassata, era una collana d'oro con un crocifisso per ciondolo.
Avevo notato anche gli anelli argentati nelle sue dita, lui non aveva mai indossato anelli o almeno per come sapevo io. Poi ovviamente..io non sapevo tante cose.

"Tu li hai tagliati invece." Non sapevo neanche come se ne fosse accorto visto che non li avevo tagliati tanto, solo qualche centimetro.
Annuì incrociando successivamente le braccia sotto il seno e abbassando lo sguardo un'istante per riprendermi.

"Senti Lily.." Lo bloccai prima che potesse continuare. "No, senti tu Harry." Mi sorprendevo anche per come fossi determinata nel parlare, sicura, nonostante il pianto di pochi minuti fa. Non potevo negare però..che averlo difronte mi faceva sentire anche bene.

"Non iniziamo qualcosa che già si sa come va a finire, non voglio stare male di nuovo. Anzi, direi che non voglio stare male più di come sto male adesso, quindi per favore non giocare con me." Lui sembrò quasi senza parole, e questo mi fece pensare che forse avevo bloccato i suoi piani: ovvero quelli di giocare di nuovo con me.
"Hai mille ragazze che ti vanno dietro, non..insomma, no." Blaterai non trovando neanche io le parole per dirgli che doveva starmi lontano, perché neanche io lo volevo. Non adesso che dopo mesi stava davanti a me, volevo abbracciarlo, sentire di nuovo il suo profumo durante la notte e sorridere spontaneamente abbracciando il cuscino.

"Credi che io sia venuto qui per giocare con te? Cosa stai dicendo Lily?" Si avvicinò e poggiai la mano sul suo petto mantenendo le distanze. "Sei scomparso Harry! Cosa vuoi che pensi? Se qui per quale motivo? Mi hai detto che mi amavi e poi ..non lo so, mi ha distrutto."

Tutto. Hai distrutto tutto.

Lui sbuffò in una risata ironica e scosse la testa. "Hai ragione, ho sbagliato."
Lo guardai corrugando questa volta io le sopracciglia e portando il braccio lungo il mio fianco poggiandomi allo sportello della macchina dietro di me.
"Hai sbagliato?" Domandai confusa e lui annuì. "Ho sbagliato, ad essere scomparso pensando che quando sarei ritornato non fosse cambiato nulla."

Stavolta risi io ironicamente scuotendo la testa e portandomi una mano in fronte incredula. "A volte sei così ..così.." Emisi un verso di frustrazione e lo spinsi allontanandolo, adesso ero incazzata fino alla radice dei capelli. "Così?" Afferrò i miei polsi avvicinandosi di nuovo, troppo vicino.

"Schifoso." Sputai mentre lui si avvicinava così tanto da avere il mio viso a pochi centimetri di distanza. Sentii quella strana sensazione allo stomaco, al ventre. "Ti viene solo questo in mente?" Alzò un sopracciglio e stavolta mi veniva voglia di schiaffeggiarlo.

"Vattene per favore.." Voltai il viso in modo da mantenere le distanze sentendo il mio cuore far male.

"Lo vuoi davvero?" Domandò allontanandosi e lasciando i miei polsi. Lo guardai per secondi interi, pensando e arrivando ad una conclusione.

"Si, lo voglio davvero."

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