Twenty; Phone

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Portai le ginocchia nude al petto, le labbra tremolanti ed il respiro corto. Con la mano tenevo il cellulare attaccato all'orecchio ed aspettavo che la persona dall'altra cornetta rispondesse. Nella stanza di Louis la luce non entrava, le tende erano scure e per questo ci stavo passando il tempo. A volte stare al buio mi tranquillizzava. Fin da piccola avevo sempre avuto quest abitudine di rifugiarmi nella mia camera e chiudere le finestre. Quando hai la testa troppo soffocate da pensieri, il buio smette anche di farti paura. Louis come sempre si trovava con Monica da qualche parte, cercavano di godersi il più possibile i giorni che avrebbero trascorso insieme perché dopo sarebbero andati per la loro strada. Monica con il lavoro e Louis con la scuola. Non sapevo se si sarebbero comunque sentiti nonostante le distanze, speravo davvero di si. Non avevo mai visto Louis così affiatato con una ragazza.

"Pronto?" La voce di mia madre era confusa. Probabilmente non teneva il numero salvato in rubrica visto che stavo chiamando con quello di casa portatile. Mi lasciai andare all'indietro distendendo il busto lungo il materasso. "Ehi mamma, sono Lily." Presi un momento di pausa per leccarmi le labbra diventate secche improvvisamente. "Lily! Tesoro, come stai? Tutto bene?" Chiese in fretta e furia ed io non feci a meno di accennare un lieve sorriso, era sempre la stessa. Premurosa. "Tu come stai?" Evitai di rispondere, perché se avrei iniziato a parlare volevo farlo appena mi avrebbe risposto. Perché neanche io sapevo come stavo, se stavo bene o se stavo male. La mia domande ebbe una risposta, il solito tono da donna stanca mentre rispondeva un "Come sempre, pulizie a destra, pulizie a sinistra. Che è successo Lily?" Chiese ancora. Il mio sguardo perso nel vuoto mentre una sensazione di ansia si accumulava al mio petto. Non trattenni i singhiozzi, mia madre stese in silenzio aspettando solo che rispondessi. "Mamma, mi dispiace..io, io non volevo succedesse.." Col palmo della mano mi asciugai le guance e mi rimisi seduta poggiando il mento sulle ginocchia, cercai di calmarmi anche se non sarebbe successo così velocemente come ci speravo. "Cosa Lily? Cosa?" La sua voce adesso era più insistente. Allora mi feci coraggio e presi un grosso respiro. "Sono incinta."

Non saprei tradurre il silenzio che venne a seguire dopo la verità. Non sapevo se fosse delusa, se fosse felice di diventare nonna. "Tu lo vuoi tenere?" Disse, calma come il mare in una giornata di sole. Sentii dolcezza nella sua voce, allora chiusi gli occhi prendendo un altro respiro. Portai la mano sulla mia pancia e scossi la testa. "Si, no..non lo so. Non so che devo fare. Io ..io non so assolutamente nulla di bambini, devo compiere ventun anni e – Iniziai a farfugliare. Mia madre prese la situazione in mano e mi porse un altra domanda, ancora più difficile. "Il padre chi è?" Rimasi in silenzio, il mio sguardo cadde sulla collana che pendeva al mio petto. L'aeroplano di Harry, che non mi lasciava mai. "Non sai chi è il padre?" Aumentò il tono di voce ed io mi affrettai a rispondere. "Si, si che lo so. È Harry." "Harry."
"Si, mamma...Harry." Confermai e la sentii sospirare. Che mia madre non provava nessuna simpatia per Harry l'avevo già capito un po di tempo fa. Mi torturai il labbro, affondando i denti. Il silenzio non mi piaceva, quando una persona sta in silenzio significa che sta riflettendo..sta pensando. "E lui? Intendo, come ..come ha reagito? Lo vuole?" Chiusi gli occhi passandomi le dita come una bambina. "No, non lo sa. Non sa che aspetto un bambino, non voglio dirglielo..ho paura, ho paura che reagirebbe male che pensasse cose strane.." Scossi la testa velocemente pensando a tutti i problemi che sarebbero potuti sorgere. "Lily se vuoi tenerlo dovrà saperlo anche lui, non puoi tenere un bambino nascosto. Non solo per Harry ma anche per tuo figlio stesso. Parla con lui, prendi una decisione." Come se farlo fosse facile.

Camminai per le strade affollate, le mani dentro le tasche del mio trench abbottonato fino al collo e il mento che mi sfiorava la sciarpa. Probabilmente avevo l'aspetto più orribile di sempre, la voglia di prepararmi era completamente scomparsa. I miei pensieri erano altrove, non sul mio aspetto. E la cosa un po' mi spaventava, non volevo diventare una di quelle donne stressate prima del tempo. Londra offriva una leggera aria fredda, ma coperti si stava bene. Alzai lo sguardo quando mi ritrovai davanti ad un negozio; in vetrina vedevo dei mini manichini con addosso delle tutine a body, vestitini e tutto quello che serviva per dei bambini piccoli. La gola iniziò a farsi secca, qualcosa mi spinse ad entrarci per dargli un occhiata. Con Harry mi sarei dovuta vedere fra pochi minuti, ma il bar si trovava proprio dietro l'angolo e non sarei neanche stata molto li dentro. Tutto ciò mi metteva solo ansia ed una strana sensazione di viverle per davvero queste cose.
Sfiorai con le dita una tuta per i primi giorni di nascita, potei giurare che fosse così piccola che avessi paura che potesse sfilarsi o cadermi dalle mani. Presentava delle righe di diverso colore, sul giallo fino al viola. Tirai su con il naso prima di riposarla piegandola con attenzione. Mi guardai intorno e probabilmente tutto questo fra pochi mesi sarebbe diventato reale. Immaginare Harry che mi aiutasse nella scelta dei body mi faceva sorridere. Ma non dovevo illudermi di tutte queste cose, avere un figlio è una responsabilità bella grossa. Poi il comprare vestitini e il corredino sarebbe finito, sarebbero arrivate le cose più serie. Cose che mi avrebbero cambiato totalmente la vita.

"Salve, vuole qualche consiglio?" Una ragazza dalla chioma bionda si avvicinò ed io spostai lo sguardo dalle mensole per guardarla e scuotere la testa, accennandole comunque un sorriso di ringraziamento. "Davo solo un occhiata, niente di che." Alzai le spalle e lei annuì. "Aspetta un bambino?" Mi chiese ed esitai un po a fare si con la testa. "Si, poche settimane." Faceva uno strano effetto confessarlo, ma comunque non mi sparì il sorriso dalle labbra.

"Cosa poche settimane?" Riconobbi la voce roca e bassa. Sapevo perfettamente a chi apparteneva e sentii tutto il mondo cadermi addosso in un solo istante. Non doveva scoprirlo così, non doveva.

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Mi dispiace per il capitolo corto e sopratutto per l'attesa. Ma in questo periodo sono presa dalla nuova storia e da altri pensieri ..comunque sia penso anche a questa storia! Non temeteee!

Correggerò appena avrò tempo.

COMMENTATE E VOTATE.

Se amate le storie Larry sarebbe bellissimo se passasse a leggere la storia della mia migliore amica. hazzasarms

Un bacio, anna.

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