Sixteen; Gift

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Osservai come il petto di Harry si abbassava e alzava lentamente, accarezzava i miei capelli con le sue dita sfiorandomi la cute ogni tanto mentre io con la mano tracciavo linee immaginarie sul suo ventre. Accennai una risata quando gli si formò la pelle d'oca al contatto delle mie dita sulla striscia di peluria sotto l'ombelico che poi spariva nei pantaloni di tuta grigi.
"Sono sensibile." Si giustificò e lo sentii sorridere. Alzai il viso verso il suo e alla vista di quelle fossette il mio cuore quasi si sciolse. "Hai il ciclo?" Scherzai e mi avvicinai a lui portando la mia gamba dall'altra parte del suo bacino. Poggiò le sue mani sul mio sedere mentre io mi posizionavo meglio, per stare più comoda. "Cazzo, ferma." Mi bloccai quando mi accorsi che avevo involontariamente strofinato la sua parte sensibile con la mia. Scoppiai a ridere nascondendo il viso nel suo collo riempiendolo,poi, di piccoli e rumorosi baci che sembrò apprezzare nel momento in cui chiuse gli occhi lasciando uscire un sospiro quasi sollevato. Ci scambiamo queste piccole attenzioni per minuti quando le mie orecchie si tesero sentendo il campanello dell'ingresso fare eco in tutto l'appartamento. La mia espressione mutò in qualcosa di triste e scocciato contemporaneamente mentre mi toglievo da lui per permettergli di andare ad aprire.

Lo seguii con lo sguardo, il modo in cui si alzò e si portò indietro i capelli. Aprì la porta e mi lanciò un occhiata mentre io piegavo le ginocchia al petto con la testa poggiata al cuscino. «Arrivo.» lo rassicurai e lui annuì prima di chiudersi la porta alle spalle. Liberai i miei polmoni dall'aria, con un lungo respiro e gli occhi li feci vagare per le pareti di quella stanza.

Mi presi di forze e mi alzai dandomi una sistemata allo specchio dell'armadio. Mi legai i capelli e decisi di rubare una felpa ad Harry, non si sarebbe offeso. Camminai nel corridoio raggiungendo la cucina dove sentivo le voci, che man mano diventarono più chiare. 

«..Quindi alla fine ho visto il Big Ban da vicino. Mi sembra quasi assurdo, qui è tutto bellissimo. Mi affascina, sopratutto i negozi. Anche se le cose costano un botto.» Riconobbi la voce di Leslie e superai lo stipite che mi separava da loro. Lei stava seduta su una sedia intorno al tavolo, c'era qualche busta poggiata sulla superficie e ancora teneva il giubbotto addosso. Il mio ragazzo dai capelli ricci invece stava mettendo la pentola d'acqua sopra il gas dandole le spalle.

«oh, ciao Lily.» Lei mi sorrise, non sapevo se era davvero felice di vedermi. Certe persone sono brave a mentire, ti confondono. «Ciao.» Alzai semplicemente la mano sorridendole per buona educazione, avevo ancora il petto di Harry sotto la mia guancia nella mia testa. Mi scappò uno sbadiglio mentre spostavo la sedia e prendevo posto, allora portai la mano davanti. Leslie si alzò togliendo il giubbotto, indossava dei leggins neri con degli stivali e un maglione che le scopriva la pancia piatta. Harry mi lanciò un occhiata e lo vidi trattenersi un commento con un sorriso, indossavo una sua felpa blu scuro. Non l'avevo mai vista prima, evidentemente era un nuovo acquisto. Comunque, quando aprii l'armadio fui sorpresa di notare la quantità di camicie che possedeva. Tutte con disegni, colori completamente diversi fra di loro.

«Che mi prepari?» La ragazza si poggiò al bancone accanto ad Harry. Portai l'indice in bocca torturandomi una pellicina mentre sentivo il mio stomaco stringersi. Mi dava fastidio, forse era una cosa troppo cattiva ma non la volevo assolutamente fra i piedi. «A te niente.» Harry scherzò accennandole una risata quando lei lo spinse con la spalla. Mi schiarii la gola, il mio fastidio me la faceva quasi pizzicare. «Non credo che pranzo qui, Louis mi aspetta.» E poi non mi sentivo al mio agio, questa ragazza mi metteva alle strette con la mia pazienza di scoppiare da un momento all'altro. Anche solo con un battito di ciglia, quello di troppo. Da quanto ero diventata così gelosa?!

«oh, va bene.» Harry alzò le spalle e si poggiò al bancone guardandomi. Leslie al suo fianco osservava la pentola d'acqua e poi sospirò portando il suo peso in una delle sue gambe slanciate. Era più alta di me, ma il vino buono sta nella botte piccola. Giusto? Che complessi mi facevo!
Avevo capito che Leslie era una che parlava e le piaceva parlare, anche con me. Mi faceva domande, mi voleva coinvolgere e io non sapevo cosa pensare. Mi fece vedere alcune cose che aveva comprato, aveva buon gusto e avevo capito che detestava i maglioni lunghi. Al contrario mio. Comunque non passò tanto tempo, quando decisi di andarmene.

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