Fifteen; Ask Me

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Esitai un po' a premere il mio dito sul citofono accanto al suo cognome sbiadito. Pressai le labbra guardandomi intorno e quando sentii la serratura del portone scattare lo spinsi riuscendo ad entrare e a ripararmi dal vento gelido che quel giorno a Londra soffiava più forte del quotidiano, così come i nuvoloni grigi che coprivano il cielo rendendo la città buia e spenta. Quando salii le scale mi mordicchiai il labbro inferiore, quando arrivai al suo piano aggrottai leggermente le sopracciglia non trovandolo ad aspettarmi davanti la porta come solitamente faceva, mi asciugai i piedi sul tappetino - come abitudine - prima di aprire la porta lasciata socchiusa.

Vagai lo sguardo come se cercassi qualcosa fuori posto, qualcosa che mi desse la certezza che il ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi aveva mantenuto la promessa fatta il giorno precedente. Buttai gli occhi sul divano attaccato al muro ed emisi un sospiro di sollievo quando vidi un cuscino e delle coperte arrotolate sopra segno che qualcuno ci aveva passato la notte. Chiusi la porta alle mie spalle preoccupandomi di non fare tanto rumore, mi sfilai successivamente il giubbotto che mi riscaldava e dopo la sciarpa, appendendo entrambi nell'appendiabiti prima di muovermi verso la cucina dove sentii provenire dei rumori e la luce accesa mi confermava che qualcuno occupava la stanza.

Riconobbi Harry voltato, la sua schiena nuda e muscolosa con le spalle larghe dalla pelle abbronzata mentre era impegnato ad insaponare dei piatti probabilmente della sera precedente o ancora più probabile dei giorni precedenti. Mi avvicinai giocando con i polsini della felpa grigia e mi poggiai al bancone accanto al lavello guardandolo silenziosamente- lui si voltò verso di me regalandomi il panorama di quelle isole negli occhi adesso di un verde chiaro quasi ghiaccio e piegò le sue labbra rosee in un sorriso, regalandomi anche quello. "Buongiorno bellissima." Ruppe il silenzio con la sua voce roca e sorrisi a mia volta quando mi baciò la guancia. "Ciao." Dissi e non mi accorsi che mi accarezzai il punto baciato con i polpastrelli. Fortunatamente non mi guardò in quel momento, visto che il suo sguardo era concentrato sulle sue mani che asciugò con un panno prima di rilanciarlo al suo posto, nonostante ci fossero ancora altri piatti da lavare. Quando mi sentii osservata alzai lo sguardo su di lui accennando un sorrisetto vedendolo osservare le mie labbra lucide e color ciliegia. "È stata Monica." Mi difesi. "Non ti sta male, mi piace." Ammise e forse avrei iniziato a metterlo più spesso. Il silenzio che scese dopo risultò imbarazzante, non perché non mi piaceva stare in silenzio con lui ma perché lo sentivo che mi fissava pensando qualcosa. "Che c'è?" Chiesi inclinando leggermente la testa di lato e lo seguii con lo sguardo mentre si poggiava al tavolo difronte a me. "Non posso guardarti?" Alzai gli occhi al cielo e mi feci trascinare quando afferrò i miei polsi  avvicinandomi a lui. Poggiai i palmi sul suo petto ridendo quando sentii la sua pelle calda rispetto le mie mani fredde. Trattenne il respiro prima di far scivolare delicatamente le mie mani facendo intrecciare le sue dita con le mie, quel gesto mi fece quasi avere dei crampi allo stomaco. "Dov'è Leslie?" Chiesi quando mi venne in mente mentre il suo pollice accarezzava il palmo della mia mano e io non spostavo gli occhi da suo viso angelico e dannatamente perfetto.  "A fare shopping. Quindi abbiamo quattro ore libere." Accennò una risata che io ricambiai appena, lui lo notò. Harry era un ragazzo sveglio, non si faceva sfuggire niente sopratutto quello che succedeva alle persone. Poteva capitare che a volte lasciava correre ma sicuramente non gli sfuggiva. "Non ti devi preoccupare di lei, Lily." Il suo tocco arrivò sulla mia guancia e chiusi gli occhi un istante spontaneamente. "Non mi fido più di nessuno, sopratutto degli estranei." Sussurrai stringendo le sue mani con le mie e lo sentii sospirare. Il bacio in fronte che mi diede dopo, in qualche modo riuscì a togliermi quelle insicurezze. Anche se sarebbe stato momentaneamente. "Ti aiuterò a ricomporre tutti i pezzi piccola, questa volta senza distruggere niente." Affondai la testa nel suo petto avvolgendo il suo collo con le mie braccia e sentendomi avvolta dal suo profumo. Quando allontanai il viso il suo naso sfiorò il mio e sorrisi a labbra chiuse vedendo dopo lui fare lo stesso. Mi avvicinai trattenendo il respiro premendo le mie labbra nelle sue delicate e a forma di cuore. Il suo sapore era di dentifricio alla menta mentre ci assaporavamo a vicenda e gli schiocchi riempivano il silenzio. Questa casa per me conteneva tanti ricordi, ricordi che avevo provato a dimenticare ma erano anche quelli che rimasero sempre in un angolo della testa e forse era giusto così. Non era tempo per noi, adesso probabilmente lo era. Bisogna sempre darsi delle possibilità, bisogna vivere ma non farsi distruggere.

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