Prefazione

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Il 29 Dicembre del 2010 ero al Grill con i miei amici a festeggiare quando ricevetti la chiamata che stavo aspettando da tutto il giorno, ovvero, quella dei miei genitori che erano in vacanza. Risposi al primo squillo, allontanandomi dagli altri e dalla musica, per uscire fuori dal locale, seguita da Matt e Peter. Quei due non mi lasciano un attimo da sola, mi seguono come un'ombra, ma se non fosse stato per loro, quella sera o nei giorni seguenti, avrei commesso qualche sciocchezza.

<<Tantissimi auguriiiiiii!>> eslamarono insieme senza darmi il tempo di salutarli.
<<Grazie>>
<<Hey, pantera, stai diventando grande...sono quattordici, giusto?>>
<<Si>>
<<Sembra ieri che ti tenevo stretta fra le braccia, cullandoti, per farti addormentare>> affermò commossa
<<Mamma!>> dissi imbarazzata, vedendo Matt e Peter ridere di sottecchi, dato che avevano ascoltato tutto.
<<Dai, cara, non fare così. La nostra Fight sta diventando una donna..>>
<<Ehm..che state combinando?>> domandai, sentendo dei rumori in sottofondo.
<<Niente di imbarazzante. Siamo scesi adesso dalla macchina>>
<<Meno male..Ma non dovreste essere a letto? Se non sbaglio é notte fonda lí in Italia>>domandai cercando conferma in Peter
<<Dovremmo>>
<<Che significa?>>
<<Che siamo tornati >>
<<Cosa??>>
<<Guarda dietro di te>> mi disse mio padre prima di chiudere la telefonata. Dal momento che ero di spalle alla strada, mi voltai e lo vedi avanzare verso di me, mano nella mano con la mamma. In quel momento ero la ragazzina piú felice sulla terra, ma quella felicità era destinata a durare poco.

Successe tutto così velocemente: il suv che sbanda, lo stridio degli pneumatici dovuto alla brusca frenata, le urla, il tonfo dei corpi contro il parabrezza, i miei genitori stesi al centro della strada in una pozza di sangue..

Ricordo che urlai e corsi da loro, sfuggendo alla presa di Matt, mentre gli occhi si riempirono di calde lacrime, che iniziarono a scendere rigandomi le guance. Mi inginocchiai e strinsi forte le loro mani mentre li tranquillizzavo,o forse lo facevo piú per me stessa, dicendogli che i soccorsi stavano arrivando..erano così deboli e io non potevo fare niente. Ero impotente, mi guardavo attorno ma non trovavo nessun mezzo o modo per aiutarli. In pochissimo tempo l'area intorno a noi fu delimitata dalle strisce gialle della polizia per tenere lontano i passanti mentre i paramedici caricarono i miei sulle due ambulanze per trasportarli velocemente in ospedale.

Arrivata in ospedale trovai tutti i miei parenti nella sala d'attesa che aspettavano notizie. Non só chi li avesse chiamati. Dopo circa due ore di inferno uscirono i due chirurghi che si stavano occupando dei miei genitori. Dalla loro espressione, capii subito cosa ci avrebbero detto di li a poco.

<<Mi dispiace, ma non abbiamo potuto fare niente per salvarli>>

Il tempo sembrò fermarsi.
Quelle parole iniziarono a rimbombare nella mia testa, le lacrime iniziarono a scendere copiose mentre un forte dolore al petto mi fece crollare a terra.

Non é possibile..non loro....

Mi trofinai la mano sul cuore ma quel dolore non andava via. Notandomi, si avvicinarono preoccupati per vedere come stavo, ma io non li sentivo. Ero sola con il mio dolore. Dopo quelle che sembravano ore, mi alzai dalla sedia sulla quale mi avevano adagiata senza che me ne accorgessi e senza guardare o dire niente, andai via, spingendo chiunque ostacolasse la mia fuga.

Girovagai per ore, rivivendo nella mente alcune scene della mia vita con loro...come faró senza di loro? Chi mi ascolterá o consiglierà quando avrò dei problemi? Chi mi sgriderà per qualcosa che non avrei dovuto fare?

Quando tornai a casa era buio. Aprii la porta, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti, avanzai lentamente verso le scale e raggiunsi la mia camera dove rimasi chiusa fino al giorno del funerale.

Il giorno del funerale pioveva. Come se il cielo stesse piangendo insieme a me.
Ricordo che alla cerimonia ero in prima fila e piangevo le mie ultime lacrime mentre guardavo,davanti a me, le loro bare ricoperte da fiori, stringendo forte una loro foto dove sorridevano felici.
Dopo aver dato l'ultimo saluto ai miei genitori, mi portarono a casa della nonna dove avevano deciso, senza neanche chiedermi un parere, che mi sarei trasferita.

Inizialmente ero molto arrabbiata per la decisione che avevano preso, poi capii che era la cosa migliora da fare. Se fossi rimasta a casa sarebbe stato molto peggio dato che ogni cosa mi avrebbe ricordato loro.

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Spazio Autrice
Ciao a tutti :)
Premetto che é la prima volta che scrivo una storia. Spero vi piaccia. Per qualsiasi problema/errore fatemi sapere così provvedo subito. Commentate pure quanto volete..a me fa piacere :)
Un bacione :*
-Roberta

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