Capitolo 28

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Per favore leggete lo spazio autrice a fine capitolo.  Buona lettura 😀

Fight's pov:
Non appena suona la campanella, mi fiondo fuori dalla classe per evitare Alexander. Ho percepito il suo sguardo su di me per quasi tutta la lezione e só che mi avrebbe fermata per chiedermi di prima, ma non ho proprio voglia di parlarne, cosi me ne ritorno in dormitorio, saltando le ore successive. Prima di salire in stanza, mi fermo un attimo nella piccola cucina per bere un bicchiere di buon AB positivo. Prendo una sacca dal frigorifero e riempio un bicchiere con il liquido denso e scuro. Mentre l'odore ferroso impregna l'aria invadendomi le narici, scatenando l'allungamento dei canini, ecco che fanno ingresso Ashley e le sue amichette.
<<Guarda, guarda, chi c'é>> Dio com'é fastidiosa la sua voce <<Che ne dici se riprendessimo da dove ci hanno interrotte?>>
<<Perché non rispondi? Cos'è ti hanno mangiato la lingua?>> domanda la ragazza dai capelli ricci, alla sua destra, facendo ridere le altre. Spiritosa.
<<Non ho voglia>> rispondo scocciata, bevendo un lungo sorso di liquido rosso.
<<Non mi interessa. Io ne ho..>> afferma avanzando verso di me, riducendo la distanza che ci separa. <<Vuoi girarti?>>
<<Contenta?>>
<<Si, allora dove eravamo rimaste?>>
<<Ti ho già detto che non ho voglia>>ripeto a voce più alta, finendo in un solo sorso il sangue rimasto, poggiando con un pó troppa forza il bicchiere sul tavolo vicino a lei, rischiando di romperlo. <<Non sono dell'umore adatto. Facciamo domani, Ok?>> continuo, superandola per andare via, lasciandola a bocca aperta. Sicuramente non si aspettava una risposta del genere.

Arrivata in camera, mi stendo sul letto e in pochissimo tempo cado in un sonno profondo.
Mi sveglio dopo due ore circa e rimango stesa a fissare il soffitto, ripensando all'orribile giornata: l'incubo, il susseguirsi di ricordi, l'episodio in mensa, lo sfogo in giardino... ed ecco che riaffiora la tristezza insieme alla rabbia. Mi sposto in bagno e lascio che l'acqua calda sciolga i nervi mentre permetto al dolore di venir fuori in tutte le sue lacrime.
Quando ormai la pelle delle dita e' raggrinzita e sto per uscire dalla doccia, bussano alla porta. Deve essere Clare che si é dimenticata di nuovo le chiavi. Ma dove ha la testa quella ragazza?
<<Arrivo, arrivo...ma smettila di bussare o ti lascio fuori>> urlo per farmi sentire mentre mi avvolgo un asciugamano intorno alla vita. Raggiungo la porta e la spalanco, ritrovandomi davanti tutt'altra persona.
<<Ah sei tu..Cosa vuoi?>>
<<Posso entrare?>> Mi limito a spostarmi di lato per farlo passare, chiudendo la porta.
<<Se cerchi tua sorella non c'è>> lo informo dirigendomi verso l'armadio per scegliere cosa indossare.
<<E chi ti ha detto che sono venuto per lei?>>
<<Come vedi in questo momento sono impegnata, quindi..>>
<<Stay strong, Life goes on...Non sapevo che avessi un tatuaggio>> afferma, leggendo le parole tatuate sulla base del mio collo, facendomi bloccare all'istante. <<Perché questa frase?>>
<Perché sei venuto Alexander?>> domando voltandomi verso di lui, che se ne sta immobile al centro della stanza a guardarmi.
<<Scusa non volevo farti arrabbiare e neanche prima in mensa, ma a quanto pare non riesco a fare altro... Volevo solo punzecchiarti per farti avere una reazione perché eri silenziosa, inespressiva e adoro quando rispondi alle mie provocazioni, ma soprattutto quando sorridi..>> Spiega, raggiungendomi lentamente senza mai togliermi gli occhi di dosso. Avanti Fight qualcosa, non puoi rimanere in silenzio. Non cosa dire. Accidenti!

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