Capitolo 13

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********* 's povs:

Sono da Starbucks con i miei amici quando mi sento osservare. Abbastanza infastidito, alzo la testa e il mio sguardo si posa su una ragazza che mi fissa dall'altra parte della vetrina. Mi limito a fissarla pensando che se ne sarebbe andata, ma lei rimane immobile anche quando le rivolgo un sorrisetto malizioso. Ma non ha nient'altro da fare? Sembra come incantata, ma, per mia fortuna, un passante la urta facendola tornare in sé.

<<'Sta attento!>> esclama innervosita portandosi una mano alla spalla, mentre lo trafigge con lo sguardo. Bel caratterino.
<<Scusa, non ti avevo vista>> risponde il ragazzo particolarmente agitato prima di scappare via. C'é qualcosa in lui che non mi convince. La ragazza torna a guardarmi, ma, notando che tutti quelli seduti al mio stesso tavolo la stanno osservando, se ne va. Certo che é proprio strana! Peró ha dei bei occhi...ma che diavolo sto pensando?!

<<La conosci?>> mi chiede mia sorella indicando il punto dove prima c'era la ragazza.
<<No>>
<<Sicuro?>>
<<Si>>
<<Allora perché ti guardava in quel modo?>>
<<Non lo só... Forse perché sono bello?>>
<<Modesto, eh? Forse non la ricordi...>>
<<Ho detto che non la conosco!>>
<<Va bene, ti credo, ma 'sta calmo>> detto ciò torna a concentrarsi sul suo frappuccino.
<<Ho sentito che stanno organizzando una festa al lago, vogliamo andarci?>>Domanda Daniel per cambiare discorso
<<Per me va bene>>
<<OK>>
<<Anche per noi ragazze va bene>>
<<Tu sei d'accordo?>> mi chiede il ragazzo di mia sorella.
<<Si, peró se..>> non riesco a terminare la frase che vengo bloccato da un grido in lontananza.

Riconosco la voce, é della ragazza di poco fa. Un altro grido e qualcosa in me scatta facendomi correre da lei. Non sento niente se non le sue urla che rimbombano nella mia testa. Arrivo nel vicolo e vedo che la ragazza é immobile, priva di forze, con un espressione di terrore e dolore dipinto in volto mentre le mani stringono la maglietta del passante, che impegnato a bere voracemente da lei, non si accorge del mio arrivo.

<<Lasciala andare>> dico avvicinandomi a lui che mi ringhia e torna a bere.
<<Ho detto lasciala andare!>> questa volta la voce é molto piú forte e autoritaria tanto da farlo voltare.
Lascia cadere la ragazza e si lancia contro di me. Inizia il combattimento. Non só perché ma la rabbia dentro di me é molta e questo mi permette di avere la meglio su di lui anche se sono piú piccolo. Lo scaglio contro il muro opposto e lo raggiungo mentre é ancora a terra e gli strappo il cuore, uccidendolo.

Sono ancora lí a guardarlo quando una mano si posa sulla mia spalla.
<<Va da lei, qui ci penso io>>
<<Grazie fratello>>

La raggiungo. É messa veramente male! Dalla testa e dal collo continua a uscire sangue in grandi quantitá tanto da far allungare i canini a tutti i presenti, la caviglia é rotta data l'innaturale posizione del suo piede e lo sono anche alcune costole. Deve aver sofferto moltissimo. Giuro che lo ucciderei un'altra volta! Perché mi stanno guardando tutti?

<<Che c'é?>>
<<Amico, devi darle il tuo sangue!>>
<<Perché proprio il mio?>>
<<Perché, per qualche strano motivo, il tuo é piú forte del nostro>>
<<Devi sbrigarti o lei morirá!>>esclama isterica mia sorella
<<E va bene>>.

Finito di farle scivolare il mio sangue in gola, la prendo in braccio e torniamo al Collegio, dove sapranno prendersi cura di lei. La sistemo nel letto vuoto in camera di mia sorella e vado ad avvertire il Direttore.

<<Victor, posso entrare?>> chiedo bussando.
<<Certo, lo sai che non mi disturbi mai>> mi invita a proseguire tenendo lo sguardo fisso sui vari fogli sparsi sulla scrivania, prima di alzarlo e fissarlo su di me. << La tua faccia mi dice che é successo qualcosa...di che si tratta?>>
<<Mi conosci bene zio...Io e gli altri eravamo fuori quando un vampiro ribelle ha attaccato una ragazza. Le sue condizioni erano critiche così le ho dato il mio sangue..e ho ucciso il vampiro>>
<<Hai agito bene. Adesso portami da lei>> Afferma orgoglioso alzandosi dalla sedia per raggiungermi e avviarci verso il dormitorio femminile  diretti in camera di mia sorella.

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