Capitolo 22

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Nella foto: Alexander

Alexander's pov:
Sono sotto la doccia da un paio di minuti, l'acqua calda scivola sulla mia pelle, rigenerandola, mentre penso all'incontro avuto con Fight poco fa, al susseguirsi di provocazioni e colpi, sorridendo come un ebete. É forte, misteriosa, divertente, riesce a tenermi testa...potrei quasi pensare che sono interessato a lei. La scena finale in cui é seduta sulle mie gambe con il viso cosí vicino al mio, é ben impressa nella mia mente. Il suo profumo forte e non troppo dolce che mi invade le narici, le labbra piene e morbide a pochi centimetri dalle mie e i suoi occhi di un azzurro intenso come il mare piú profondo e inesplorato, capaci di intrappolarmi, in cui potrei affogare e nei quali scorgo sempre un velo di tristezza. Anche quando papá le ha detto che mi aveva battuto e lei mi ha sorriso soddisfatta, era lí. Da cosa dipende? Perché si é arrabbiata cosí tanto per una stupida collana? Cosa mi sta facendo quella ragazza?...

<<Alexander, é mezz'ora che sei chiuso in bagno,vuoi darti una mossa? Vorrei fare, anche io, la doccia prima di uscire>>sostiene Rick bussando alla porta interrompendo i miei pensieri.
<<Esco subito>> rispondo strofinando il viso con le mani.
..Mi sta facendo impazzire, ecco, cosa mi sta facendo! Chiudo il getto d'acqua, afferro un asciugamano che lego intorno ai fianchi uscendo dal box doccia.
<<Finalmente>> esclama lui prendendo il mio posto, in bagno.

Mi dirigo verso l'armadio e opto per dei jeans chiari e una semplice t-shirt nera. Sto sistemando i capelli nella solita acconciatura scompigliata quando il cellulare sul tavolo vibra, segnalando un nuovo messaggio:

' Pronta. Passa quando vuoi.'

<<Rick, io esco, devo fare una cosa. Ci vediamo nel garage tra dieci minuti.>> lo informo guardando l'orologio prima di afferrare il giacchetto di pelle nero buttato sul letto e uscire.

Percorro il lungo corridoio vuoto del dormitorio maschile, ma prima di raggiungere le scale, mi fermo davanti alla penultima stanza. Busso e, guardandomi intorno, attendo che la porta mi venga aperta.

<<Ciao>>
<<Michael>>
<<Entra pure>> mi invita lui facendosi da parte per liberare l'entrata.
<<Grazie e scusami se ti ho messo fretta>>rispondo avanzando all'interno della stanza. É molto piú piccola della mia, dato che é una singola. Le pareti sono di un celeste chiaro, alla mia sinistra é posto il letto e, sul lato opposto, vicino la porta del bagno, il grande armadio in noce mentre sotto la finestra, proprio di fronte a me, c'é una scrivania strapiena di diversi attrezzi e una lampada accesa, verso la quale il ragazzo si sta dirigendo.

<<Eccola>>esclama lui tornando da me.
<<Grazie Michael. Ora devo proprio andare.>> affermo aprendo la porta <<Considera il debito saldato>> concludo rivolto verso di lui, prima di uscire e raggiungere gli altri.

Siamo in viaggio da venti minuti per raggiungere il Games, una grande sala giochi a diversi chilometri di distanza dal Collegio. Mio fratello non fa altro che spostare lo sguardo dalla strada a me e viceversa.

<<Tutto ok?>>mi domanda a bassa voce, girando per l'ennesima volta il viso nella mia direzione, mentre le note di Demons degli Imagine Dragons si diffondono nel veicolo insieme alle risate degli altri passeggeri.
<<Si>>
<<Lo sai che se hai dei problemi puoi parlarne con me>>
<<Lo só>> affermo puntando lo sguardo fuori dal finestrino.

Finalmente siamo arrivati. Clare, Sarah e Daniel si fiondano fuori dalla macchina non appena Rick spegne il motore, lasciandoci soli. In silenzio ci avviamo anche noi verso il Games, ma vengo trattenuto per un braccio.

<<Alexander sono preoccupato>>
<<Non devi>>
<<Dove eri?>>
<<Non sono affari tuoi>>rispondo raggiungendo i tre scalini che mi separano dall'entrata.
<<Hai ricominciato,vero?>>

Quelle parole mi bloccano immediatamente, catapultandomi indietro nel tempo. Alcune scene del mio passato si susseguono velocemente davanti ai miei occhi, come se stessi assistendo a una proiezione di un film nella mia mente.

<<No, Rick...Ho chiuso con quella roba>> sostengo dopo alcuni minuti, girandomi verso di lui. Lo vedo tirare un sospiro di sollievo.
<<Sono contento. Non puoi capire quanto ho sofferto nel vederti in quel modo, quanto Clare abbia sofferto. Non só se avrei avuto la forza per ricominciare tutto da capo>>
<<Non succederá piú. Te lo prometto>>giuro poggiando una mano sulla sua spalla, guardandolo dritto negli occhi.
<<Bene>>afferma stringendomi in un abbraccio sorprendendomi. <<Entriamo o i ragazzi verranno a cercarci>>

Avanzo lentamente, seguendo Rick nella sala giochi, mentre penso alla nostra conversazione.
Mio fratello credeva che avessi avuto una ricaduta. É vero, tre anni fa, a seguito di un tragico episodio, ho iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti,cocaina per l'esattezza, ma non voglio piú avere niente a che fare con quello schifo. Ricordo come mi ero ridotto, come soffrivo e impazzivo quando ero in astinenza, la sofferenza e il senso di impotenza di Rick e Clare quando mi vedevano in quello stato e le lacrime versate di quest'ultima. É stato il periodo piú brutto della mia vita.

<<Eccovi finalmente>>
<<Confessione fraterna>> affermiamo all'unisono facendo scuotere la testa agli altri.
<<Vogliamo iniziare?>> domanda Fight, accorgendomi solo allora della sua presenza.
<<Pantera, perché non sei con le altre?>>
<<Ti dó fastidio?>>
<<No. Peró penso che ti annoierai se resterà con noi..sai giochi di guerra, zombie, non sono cose per ragazze.>>
<<Io penso che mi divertiró..odio i giochi per femminucce..forse perché sono sempre stata in compagnia di questi due e mi sono dovuta adattare>>sostiene indicando i ragazzi vicino a lei. Questa ragazza riesce sempre a sorprendermi.
<<Ed é anche piuttosto brava>>
<<Di sicuro meglio di te Peter>> scherza Matt facendo l'occhiolino a Fight.
<<Allora?>> domanda lei impugnando un fucile, una volta raggiunto un gioco dove bisogna uccidere zombie, facendoci sorridere.

Alla fine della partita decidiamo di spostarci al piano superiore per un torneo a coppie di biliardo. I primi a sfidarsi sono Rick e Peter contro Ash e Daniel, mentre io mi chiamo fuori.

Fight si siede sul bordo del tavolo vicino per seguire la partita appena iniziata. La vedo afferrare una pallina e rigirarla tra le mani mentre il suo sguardo concentrato, piano piano diventa sempre piú assente. Chissá a cosa starà pensando per sorridere in quel modo. Di colpo, peró, il sorriso sparisce facendo tornare le labbra in una dritta linea cremisi mentre gli occhi tornano a mettere a fuoco ció che ha davanti. Poggia la pallina e con un salto, scende, si avvicina a Matt per dirgli qualcosa e poi va via.

<<Vado a prendere da bere. Voi volete qualcosa?>>. Scendo al piano inferiore, ma non é in nessuna delle stanze. Ma dov'é andata? Esco all'esterno ed é lí, di spalle, seduta sui gradini. Mi avvicino e la vedo asciugarsi una lacrima.

<<Cosa vuoi, Alexander?>>
<<Niente>>
<<Stai bene?>> chiedo sedendomi accanto a lei
<<Si>> afferma sorridendomi. Conosco quel sorriso e só che non é vero, ma quello che si fa alle persone per rassicurarle mentre in realtá vorresti piangere o urlare.
<<Allora perché stavi piangendo?>>
<<Non stavo piangendo>>
<<Vuoi parlarne?>>
<<No>>
<<Perché sei venuto?>>
<<Volevo restituirti una cosa>>spiego tirando fuori la collana dalla tasca dei pantaloni
<<La mia collana?!>>esclama sorpresa prendendola
<<Si, ho visto che ci tenevi e l'ho fatta aggiustare>>
<<Grazie>> afferma sorridendomi, questa volta, in modo spontaneo.
<<Perché é così importante per te? Insomma é solo una stupida collana,no?>>
<<Giá, peró é un regalo dei...non importa...dai rientriamo, sicuramente i ragazzi avranno finito e Matt mi stará aspettando per il nostro turno>>
<<Ok..prima peró dobbiamo passare al bar>> sostengo alzandomi in piedi <<Ricordi? Devo offrirti da bere e poi devo prendere delle cose anche agli altri>> spiego vedendola confusa seguendola verso l'entrata.

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