Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti il mio passato.

Era diverso dal ragazzino che mi ricordavo io. Non era più snello: il suo corpo era robusto e solido, sormontato da muscoli gonfi invidiabili. Il viso, ormai da uomo, era squadrato e duro mentre osservava tutta la stanza. I capelli con la rasata, neri come quelli del padre, facevano contrasto con quel azzurro ghiaccio degli occhi.

Tutti lo stavano osservando, soprattutto il mondo femminile all'interno della classe, che sembrava pietrificata. Anche i ragazzi lo guardavano, alcuni con lo stesso sguardo delle ragazze, altri invece con sguardo di sfida tipico degli adolescenti.

Lui sembrava non accorgersene nemmeno e continuava a guardare distrattamente l'aula.

Abbassai velocemente lo sguardo, scivolando sulla sedia in modo che le teste delle persone davanti a me potessero nascondermi da lui.

Che cosa ci faceva qui?

Perché proprio ora?

Come se le mie domande fossero state espresse ad alta voce, i suoi occhi di ghiaccio incontrarono i miei.

Da quanto tempo era che non ci vedavamo?

Da quanto tempo non eravamo più stati nella stessa stanza come quando eravano piccoli?

Da quanto tempo non eravamo più amici?

Tutte domande che, non sapevo perché, non avevo voglia di approfondire.

Un'improvvisa ondata di rabbia mi invase, facendomi distogliere lo sguardo da colui che, in teoria, sarebbe dovuto essere il mio futuro sovrano, e mi concentrai a leggere nuovamente il libro che avevo interrotto al suo arrivo, sebbene sentissi ancora su di me i suoi occhi.

<<Bene Miles.>>, disse il professore, sbalordito da quella che era stata la presa in mano della situazione da parte di Milsar. <<Accomodati dove vuoi.>>, concluse con un sorriso.

Merda!

Ovvio, destino vuole che di fianco a me ci fosse un posto libero. Grazie Karma!

Ancora intenta a leggere "Paradiso Perduto", avvertii il suo calore avvicinarsi a dove ero io.

La sedia venne spostata.

Lo zaino aperto.

I libri posati sopra il banco e aperti.

<<Bene. Oggi parliamo della Prima Guerra Mondiale. Aprite il libro a...>>

<<Ciao Lelahel.>>, mi disse una voce profonda e maschile di fianco a me.

<<Non azzardarti a chiamarmi così qui!>>, gli ringhiai contro, incapace di trattenermi e ancora arrabbiata per la sua ricomparsa.

<<Scusa, allora come dovrei chiamarti?>>

<<Non devi chiamarmi!>>, gli urlai sottovoce, voltandomi finalmente a guardarlo.

I suoi occhi erano ancora più blu di quelli che mi ricordavo e la sua bellezza era ancora più evidenziata dalla sua età adulta. La sua espressione era ferma ma sconvolta, come se non si aspettasse che io gli rispondessi così.

<<Ma prima di questo, qualcuno vuole fare un riepilogo di tutto quello che abbiamo fatto l'anno scorso a Miles, così che lui possa capire in che contesto storico ci troviamo?>>

Una sfilza di mani si alzò in tutta la classe immediatamente, come se la forza di gravità avesse invertito il suo raggio d'azione.

<<Stephanie, procedi pure!>>, invitò il mio insegnante.

Demon's LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora