<<Milsar.>>, sospirai, stupida dalla sua presenza. <<Cosa ci fai qua?>>
Lui rimase in silenzio, immobile ad osservarmi dalla sua alta levatura. Solo in quel momento mi accorsi che indossava solamente i pantaloni del pigiama.
Rimanemmo così, fissandoci l'un l'altra tanto che mi parve un'eternità, quando finalmente Miles si mosse e mi invitò a spostarmi in modo che potesse entrare in camera.
Ancora in silenzio, si avvicinò al mio letto e, spostando le lenzuola, si infilò proprio nel lato che io non occupavo mai.
<<C...cosa ci fai qui?>>, domandai balbettando. La sua sola presenza ora mi metteva in agitazione. Per non parlare poi del fatto che si era appena infilato sotto il mio letto.
<<Cosa ti sembra che io faccia. Mi sto mettendo a dormire, non è ovvio?>>, rispose, quasi la mia domanda lo avesse messo di cattivo umore.
<<Beh, scusa ma questa non è camera tua.>>
Il suo tono mi aveva fatto innervosire enormemente.
<<Ricordo che a te non interessava molto il fatto che quello fosse il mio letto quando da piccola ti venivi a schiacciare contro di me.>>
Sapevo che il suo tono non era perché era arrabbiato, ma perché era nervoso e l'unica cosa che riuscii a fare era rimanere in silenzio. Cosa mai potevo dire ad un ragazzo che, bene o male, stava dicendo la verità?
Con un passo leggermente incerto mi avviai verso la mia parte del letto e, distesa, cercai in tutti i modi di distanziarmi dal suo corpo.
Sebbene avesse avuto ragione, la mia domanda rimaneva ancora quella: cosa ci faceva qui?
Immobili sul letto, un silenzio imbarazzato calò su noi due. Ognuno aveva paura di dire qualcosa, anche solo di muovere un dito. C'era tensione nell'aria e andava ad appesantirsi sempre di più.
<<Cosa ci fai qui, Milsar?>>, presi coraggio e domandai, aspettandomi immediatamente una risposta scortese.
<<Sono qui perché ho paura.>>
Dopo un attimo di silenzio, furono queste le parole strozzate che gli uscirono dalle labbra.
Mi voltai verso di lui, osservando il suo profilo e i suoi occhi, che stavano osservando con intensa attenzione il soffitto. Forse per non guardare me.
<<Paura? Paura di cosa?>>, sussurrai.
<<Temo di non riuscire ad essere l'uomo che vorrei.>>, disse semplicemente, senza lasciare spazio ad alcuna comprensione.
<<E cosa dovrebbe ostacolarti? Sei il principe degli Inferi, Miles. Puoi fare quello che vuoi.>>
<<No. Non tutto.>>, affermò sconsolatamente, per poi voltarsi ad osservarmi.
I nostri occhi rimasero intrappolati, come se fossero stati colpiti da un incantesimo.
I nostri respiri iniziarono a coincidere, aumentando sempre di più.
Le mie mani iniziarono a inumidirsi per l'agitazione e il suo labbro superiore iniziò a tremare di tensione.
I suoi occhi, tristi come erano, si trasformarono immediatamente in determinati.
Sollevando piano le lenzuola, spostò con delicatezza il suo corpo, avvicinandosi a me senza alcuna fretta. Io rimasi immobile, cercando di capire quelle che fossero le sue intenzioni. Ormai sul mio lato del letto, a pochi centimetri dal mio viso, appoggiò la testa sul mio cuscino in modo che fossimo uno davanti all'altra.
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Demon's Love
ParanormalCinque anni sulla Terra. Cinque anni che ero fuggita dall'Inferno. La nostalgia era enorme, ma non potevo ritornare in quel luogo. Non con tutta la sofferenza che mi aveva causato. Così vivevo la mia vita, seguendo le lezioni e uscendo con i miei n...