VI

155 22 0
                                    




<<Dai! Ridammela!>>, urlai.

<<Ahah, scordatelo. L'ho presa ed è mia!>>, mi rispose Miles, correndo via da me e nascondendosi dietro i cespugli. Porca miseria quanto era bambino!

<<Miles! Ritorna qui e ridammi la palla. Me l'ha appena regalata mio padre!>>

<<E allora? Tutto quello che è qui dentro mi appartiene, Lel.>>

Miles mi guardò con prepotenza, quasi volesse marcare il fatto che era lui il futuro re degli Inferi.

<<E con ciò? Solo quando diventerai sovrano tutto quello che c'è qui dentro sarà tuo. E lo diventerai quando sarai maturo, quindi per il momento quella palla è mia!>>

Il ragazzo che prima stava giocando con la palla adesso si fermò e mi guardò intensamente.

<<Perché mi guardi così?>>

<<Niente.>>, mi rispose crollando le spalle, come se non fosse niente.

<<No no, dimmelo!>>

"Cosa starà mai pensando?" mi domandai nella testa, dimenticando l'irritazione che prima velava i miei lamenti.

Il volto di Miles diventò tutto rosso, segno che si vergogna di quello che stava per dirmi.

<<Mio padre mi ha detto che c'è una maniera per diventare adulto.>>

<<Ooook.>>

"Dove stava andando a parare?"

<<Per diventare maturo... mi ha detto che... insomma... dovrei essere consapevole di quali sono i miei obblighi. Cioè... oltre agli obblighi verso il popolo anche quelli verso di... me.>>

Alzò lo sguardo e mi guardò ancora più intensamente di prima, quasi volesse comunicarmi qualcosa con gli occhi. Pian piano avanzò, rallentando i passi man mano che era più vicino.

Sentivo la necessità di indietreggiare, ma decisi di rimanere dove sono, perché sapevo che se me ne fossi andata lui non avrebbe mai più detto quello che voleva.

<<E quali sono gli obblighi verso te stesso?>>. La mia voce era roca, ferma, bassa, quasi un sussurro.

<<Ne ho molti.>>, affermò ritrovandosi a mezzo metro da me. <<Ho l'obbligo di ricevere un'adeguata istruzione; ho l'obbligo di seguire mio padre nelle faccende burocratiche; ho l'obbligo di saper diffendere il mio regno nei migliore dei modi; ho l'obbligo di essere un buon sovrano e...non solo da un punto di vista politico.>>

La sua voce si abbassò sempre di più mentre elencava tutti quegli obblighi.

<<Un sovrano deve anche farsi una famiglia, Lel.

E la famiglia non si basa sugli interessi, ma sull'affetto.

Come... come quello che io provo per te.>>, confessó.

Non riescii a non essere stupita da quella che mi sembrava proprio essere una dichiarazione, così decisi di rimanere in silenzio, sperando che decidesse di andare avanti.

<<Sei una ragazza molto carina, Lel. E mi piacerebbe molto che mi aiutassi a costruire un grande regno.>>, mi domandò infine, sussurandomelo.

Fra di noi si creò un silenzio assoluto. Il nostro rapporto, lo sapevo, non sarebbe mai più stato quello di prima.

<<Milsar... abbiamo solo dodici anni!>>, gli dissi, un po' sorpresa.

Demon's LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora