III

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Era tutta la giornata che cercavo di evitarlo.

Come si permetteva di venire qua, dopo anni che non lo vedevo a comandare a bacchetta!

"Perché non a casa tua?"

Perché non a casa mia? Perché è l'unico posto che non è contaminato dai tuoi germi, imbecille!

Stavo ribollendo di rabbia. Di certo non era quello l'inizio di anno scolastico che mi immaginavo.

Ad aggiungersi c'era anche Stephanie che, neanche a farlo apposta, aveva visto tutta la mia conversazione con Milsar.

<<Allora, che voleva quello nuovo da te? Sembrava che vi conosceste.>>, mi domandó semplicemente, quasi innocentemente, sebbene dentro di lei la parte più pettegola cercasse di venire fuori.

<<Ci conosciamo, infatti.>>, le risposi seccata. Possibile che tutta la giornata dovesse girare intorno a lui! Il ragazzo nuovo di là, il ragazzo nuovo di quà ...

<<Davvero! Voglio dire, come?>>

Mi voltai a guardarla mentre procedavamo per il corridoio dove tutti, e dico tutti, stavano parlando di lui.

<<Mio padre e il suo lavorano insieme.>>

Spiegazione semplice ma efficace.

<<Oh, interessante. Quindi vi conoscete per questo?>>

<<Si, solo per questo.>>

<<Non sembra che ti stia simpatico.>>

<<Non lo è, infatti.>>, ribattei, velocizzando il mio passo per uscire dalla scuola.

Il primo giorno era finito, adesso si faceva avanti un altro problema: l'incontro con Milsar.

<<Ti ha fatto qualcosa per caso?>>

Mi girai nuovamente a guardarla, osservando il suo sguardo concentrato rabuirsi sempre di più.

<<No, il vero motivo per cui non mi sta più simpatico è che non ha fatto proprio niente.>> e con questo mi girai e mi diressi verso la strada, dove mi sarei incamminata verso la periferia.

Il cielo durante la giornata era stato oscurato da nuvole cariche di pioggia, le quali minacciavano di rovinare la mia camminata.

Tanto la mia giornata era già stata rovinata. Da un ragazzo alto e muscoloso dagli occhi blu.

Mi posizionai meglio lo zaino sulle spalle e iniziai a camminare, lasciandomi alle spalle tutto il caos della giornata.

Le prime gocce stavano scendendo dal cielo, quindi alzai lo sguardo, in modo che mi potessero bagnare.

Amavo tutto della pioggia: l'odore, il sapore, la sensazione delle gocce che picchiettavano sulla tua pelle.

Preseguii così per un tratto, fino a quando la pioggia non diventò più fitta e mi costrinse a correre.

Non ero arrivata neanche ad un quarto della strada che di solito facevo ogni mattina che una Lamborghini nera, lucida, nuova di zecca, mi si fermó proprio di fianco.

Il finestrino si abbassó e guarda chi ne viene fuori? Il ragazzo del giorno!

<<Sali.>>, mi disse duro, quasi gli avessi fatto qualcosa.

<<No grazie, preferisco farmi una passeggiatina.>>, gli risposi a tono, ancora più stizzita dal suo modo autoritario.

Ripresi a camminare, subito seguita dal rombo della macchina che procedeva con me.

Demon's LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora