<<Wow! La tua vita in questi ultimi anni è stata di gran lunga migliore della mia.>>, disse Kaylin dopo aver ascoltato tutta la mia storia. <<Insomma, sei scappata di qui, senza nemmeno avere nessuna garanzia e sei riuscita a costruirti una vita nuova, come le spie! Sei In-cre-di-bi-le!>>
I complimenti un po' ambigui che mi stava rivolgendo suscitarono in me un sorriso genuino, forse perché mi era mancato quel suo modo schietto di porgersi.
<<E tu, invece?>>
<<Io?!>>, iniziò prendendo due calici pieni di champagne per noi due, cosi che potessimo sorseggiarli mentre eravamo sedute. <<Io, mia cara, ho dovuto affrontare avventure ben più pericolose di te. Ho dovuto fronteggiare la prigrizia del mattino e l'abbandono del mio letto. Ah, ogni mattino mi sento così triste!
Poi ho dovuto scavare dentro me stessa e trovare il coraggio di indossare quei MERAVIGLIOSI abiti che mia nonna si ostina a farmi indossare. Per ultimo, ricordati che ho nella mia famiglia i due uomini più incasinati del mondo. Bisogna avere fegato per rimanere affianco a loro!>>, concluse Kaylin, quasi stesse recitando un monologo.
Il suo tono melodrammatico fu così convincente che mi fece scoppiare a ridere senza nemmeno che me ne accorgessi.
<<Ehi, che c'è da ridere? È la verità!>>, affermò seria, ma senza poi resistere al sorriso che le stava illuminando il viso.
Passammo ancora un po' di tempo assieme, sedute comodamente su due poltrone, a sorseggiare piano i vari calici e raccontandoci tutto quello che ci eravamo perse della vita di ciascuna di noi.
<<Bene! Ora, signorina Lelahel Blackwell, alzati e balliamo. Almeno finalmente avrò qualcuno che sa ballare davvero.>>
Presi la mano che mi stava porgendo e, appoggiando il calice sul tavolo vicino alle portone, ci dirigemmo verso i lati della pista da ballo.
La musica che in quel momento stava correndo per la stanza era ritmata, molto diversa da quella che suonava quando io e Milsar eravamo arrivati.
<<Oh, amo quando le persone capiscono cosa voglio da loro senza che io glielo dica!>>, squittì Kaylin, facendomi rendere conto della vera causa di questo cambio. <<Forza!>>
Ridendo insieme, iniziammo a ballare lentamente, forse per non dare all'occhio o forse perché i bicchieri che avevamo bevuto fin ad adesso iniziavano a fare effetto.
<<Com'è essere ritornata, Lel?!>>
<<Per il momento, fantastico!>>, dissi contenta, avvininandomi di più a lei per riuscire a farmi sentire.
La musica lentamente finì e con essa anche la nostra euforia.
<<Oh, Lel? Ti dispiace se vado a fare pipì?>>
<<No, certo. Vuoi che venga con te?>>, domandai un po' confusa.
<<No no! Tu resta qui e divertiti.>>, disse semplicemente, prima di scoccarmi un sorriso enigmatico e voltarsi.
<<Dove sta andando?>>
Spaventata, sussultai immediatamente e mi girai di scatto, per ritrovare Miles proprio dietro di me.
<<Oh, Diavolo! Mi hai spaventata!>>
<<Ahah, scusa.>>
<<Sta...oh, andando in bagno, comunque.>>
<<Uhm uhm, grande per avermelo detto.>>
<<Prego.>>
Questa fu tutta la conversazione che ci scambiammo prima che lui allungasse la mano, afferrasse la mia e mi trascinasse proprio al centro della sala a ballare con lui.
STAI LEGGENDO
Demon's Love
ParanormalCinque anni sulla Terra. Cinque anni che ero fuggita dall'Inferno. La nostalgia era enorme, ma non potevo ritornare in quel luogo. Non con tutta la sofferenza che mi aveva causato. Così vivevo la mia vita, seguendo le lezioni e uscendo con i miei n...