Dove sei Cassie?

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Ecco arrivato il lunedì. Odio il lunedì come sempre, è l'inizio della settimana e quindi l'inizio di alcune torture.

Mi svegliai di botto...

"Cavolo, Cassie!" gridai appena mi svegliai,

presi il telefono e riprovai a chiamarla, ma niente, nessuna risposta. Mi alzai, presi il lenzuolo e lo nascosi sotto il materasso, aprii la porta che era chiusa a chiave e andai in bagno per prepararmi.

Di corsa aprii l'armadio e tra tutte le canotte di gruppi musicali, scelsi quella dei Ramones. Faceva molto freddo, quindi decisi di mettere una camicia a quadri rossi e neri sopra, i leggings neri, le mie solite vans basse nere e un cappellino di lana.

Mentre scendevo le scale di fretta provai a chiamare altre 5 volte Cassie, ma come al solito niente. Così misi il telefono in tasca e arrivata sotto casa di Sandrine mi misi a gridare:

"Sandrine! Sbrigati siamo già abbastanza in ritardo..."

Dopo 5 minuti scese...

Sandrine: "Se gridi di più ti sentiranno anche dall'altra parte del mondo!" rispose con tono scherzoso.

Io: "Magari mi sentissero dall'altra parte del mondo..."

Sandrine: "Come mai dici così?" mi chiese sorridendomi

Io: "Niente Sandy, cammina di più e meno domande!"

Sandrine era mia amica dalle medie, diciamo è l'unica che io abbia, non le racconto mai granchè di quello che mi succede e lei neanche di lei. E' molto più alta di me, ha i capelli castani che vanno sull'arancio e gli occhi azzurri sul verde. Ha un gran senso dell'umorismo, diciamo che è il contrario di me.

Passate le 5 ore, decisi di indagare di più su Cassie. Chiamai mamma:

Io: "Pronto, mamma non torno per pranzo, resto da Sandrine..."

Mamma: "Ottimo tesoro, ma ricordati che pomeriggio abbiamo la sfilata!"

Io: "Si mamma, d'accordo per le 6 mi farò trovare preparata, a dopo."

Così inventando una delle tante bugie a mia madre mi diressi come sempre al mio rifugio.

Mi sedetti come al solito sulla mia panchina, presi il telefono e vidi alcune informazioni su Cassie:

"Cassie Ray, nata a Toronto 1999"

Questo fu tutto ciò che scoprì su di lei facendo delle ricerche sul suo profilo. La richiamai altre due volte dopo tutti i 100 messaggi lasciati, ma nulla. Così presi il mio diario e incominciai a scrivere le mie solite frasi malinconiche, ma questa volte era diverso, finalmente ne scrissi una dedicata ad un persona che tengo a cuore.

"Ti ho ascoltata solamente come un cieco potrebbe ascoltare il mare, senza vederti, e m'innamorai della tua voce come un cieco s'innamora del dolce suono delle onde."

Questa fu la frase che in quel momento il mio cuore decise di far uscire...

"Io non posso essermi affezionata a lei..." Dissi nel mio pensiero.

All'improvviso:

Jonny: "Aryyy! Cosa ci fai qui!"

mi girai di botto:

Io:"Ehm...ciao Jonny, niente ero di passaggio e mi sono fermata dato che ero stanca!"

Non potevo dirgli che questo era come un rifugio per me, altrimenti me lo sarei ritrovato ogni pomeriggio dietro.

Jonny: "Non dovresti stare sola qui, c'è abbandonato, e poi fa un freddo da congelare, vuoi che ti dia il giubbotto?"

Io: "No grazie Jonny, devo andare ora, mia mamma vuole che io vada ad una delle sue tante sfilate di moda...sai com'è!"

Jonny: "Capisco, allora ti accompagno a casa?"

Non sapendo che scusa inventarmi:

IO: "Va bene..."

Mentre camminavamo verso casa mia mi raccontò della sua esperienza nel carcere, dato che era stato arrestato per droga, lui sapeva che fumavo erba e per questo mi diceva tutte quelle cazzate.

Arrivammo sotto casa:

Io: "Grazie Jonny per avermi accompagnata, ora vado a prepararmi che tra 1 ora devo essere pronta..."

Jonny: "Va bene Ary...posso avere l'onore di darti un bacio sulla guancia?"

Non potevo dirgli di no, allora facendo la finta contenta gli dissi:

"Certo Jonny, sei un gran gentil uomo!"

e lui:

"Grazie Ary..."

così si avvicinò a me sfiorando le sue mani con le mie e mi baciò sulla guancia.

Finalmente andò via e salii le scale di fretta e controllai se c'era qualche messaggio da parte di Cassie ma nulla.

Aprii la porta e vidi mamma che mi spiava dalla finestra del salotto.

Mamma: "Ary, non devi stare con quel ragazzo, è troppo grande e ha la fedina penale sporca!"gridò appena misi piede in casa

Io: "Mamma tranquilla, mi ha solo accompagnata a casa."

Mi guardò con uno sguardo malizioso e mi disse:

"Di là c'è la truccatrice che ti aspetta, ancora dobbiamo parlare per quello che è successo con la psicologa. Ora sbrigati a vestirti."

Così andai a guardare nel mio guardarobe e tra i tanti vestitini mai usati e costosi ne scelsi uno. Era nero e arrivava sopra il ginocchio. Sotto misi delle calze retate nere con un paio di converse alte nere.

Truccatrice: "Siediti pure qui Arianna, dimmi che trucco preferisci..."

Io: "Ehm...un trucco tutto basato sul nero in modo tale da marcare gli occhi in modo eccessivo e un rossetto non troppo acceso."

Così dopo 15 minuti ero pronta.

Mamma: "Soliti gusti da stracciona, dai su andiamo!"

Scesi sotto dove c'era una limusine che doveva accompagnarci alla sfilata.

Arrivammo dentro l'edificio dove si svologeva la sfilata e mi dovetti sedere affianco a mia madre. Per fortuna avevo il telefonino dietro, sempre sul profilo di Cassie nell'attesa di qualche aggiornamento ma nulla.

Tra modelle e modelli decisi di andare in bagno, dato che li non prendeva molto la linea e non riuscivo a far squillare neanche il telefono di Cassie.

Mamma: "Tesoro, togliti il coprispalle se hai caldo!"

A dir la verità faceva molto caldo in quel locale ma non potevo togliermi il coprispalle a causa dei miei tagli.

Io: "No mamma, sto bene così, vado in bagno aspettami."

Entrai nel bagno, non c'era nessuno così provai a chiamare Cassie, mi stavo davvero preoccupando dopo l'ultimo suo messaggio, all'improvviso mi arrivò un messaggio da una certa Taylor, aprii il messaggio e vidi cosa c'era scritto:

"Ciao, sono l'amica di Cassie Ray, scusa se non può risponderti ma..."

La distanza di un amore tra due ragazzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora