La mia vita in frantumi

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Era mattina. Mi svegliai con le lacrime agli occhi con 30 messaggi di Cassie non letti. Non volevo risponderle. Dovevo allontanarla il più presto possibile.

Mi feci una doccia veloce raccogliendo i miei capelli in un tuppo. Misi una felpa molto larga e dei jeans strappati. Sul comodino vidi le foto che di sicuro mi aveva lasciato papà. Presi quella più bella, dove Cassie mi dava un bacio sulla guancia dove mi stringeva a se.

All'improvviso arrivò papà.

"Pronta Ary?"

Mi girai mentre mi stavo allaciando le scarpe:

"Sisi..."

Papà: "Ti aspetto in macchina..."

Mi guardai allo specchio, sapevo che non sarebbe andato nulla bene.

Presi le cuffie e nel viaggio fino all'ospedale ascoltai 'Darlin di Avril Lavigne'.

3 chiamate perse. Cassie.

Eravamo arrivati, scesi dalla macchina e incominciai a provare delle senzazioni orribili solo a guardare l'ospedale da fuori.

Entrammo e una dottoressa ci fece strada verso la camera in cui avrei fatto la risonanza magnetica.

Era tutto così tremendamente brutto. Cassie mi chiamava di continuo, non potevo risponderle.

"Scusatemi un attimo devo rispondere ad una chiamata urgente..." dissi con tono calmo.

Risposi a quella chiamata con le mani che tremavano.

"Cassie lasciami stare. Ora non posso rispondere." Gli dissi molto di fretta.

"Che succese? Amore. Cazzo ma che ti prende!" Gridò al telefono.

Riattaccai e tornai in quell'orribile camera. Mi fecero posare il telefono, dove lo lasciai su un armadietto, tolsi tutte le cose di ferro che avevo da dosso. Entrai in una specie di box dove c'era appunto ma macchina che mi avrebbe dato il verdetto. Avevo abbastanza paura e strinsi forte a me la foto che avevo preso.

Un'infermiera mi fece sdraiare e mi diede una specie di telecomando dove c'era un tasto in caso mi sentissi male dovevo premerlo. Misi la foto sul petto con le mani di sopra che tenevo stretta e via.

Dopo circa mezz'ora era finito quell'incubo.

"Può alzarsi signorina." Mi disse quell'infermiera.

Mi alzai e mi diressi verso papà dove parlava con la dottoressa. Mi accorgo solo dopo di aver lasciato l'iPhone vicino papà e i messaggi che ricevevo da Cassie erano infiniti. E se avesse letto tutto? Cazzo.

Papà parlò 10 minuti con la dottoressa e poi tornammo in macchina.

Papà: "Domani ti ricoveranno, ancora non si sa nulla perché per aspettare i risultati ci vogliono circa 6 giorni o meno. Ma preferiscono tenerti sotto controllo."

Mi crollò il mondo addosso, perchè devono tenermi sotto controllo se ancora non sanno nulla? Nella mia mente c'era solo Cassie e i 1000 messaggi che mi mandava.

"Va bene papà..."

Mi mise la mano sulla coscia:

"Andrà tutto bene figliola..."

Era un pò strano, come se dovesse dirmi qualcosa.

Arrivai a casa ma mi sentivo troppo debole. Non riuscivo a mangiare e mi girava la testa e inoltre avevo un forte dolore al torace. Sentivo mio padre parlare con mia madre, dalle parole che diceva c'erano molte probabilità che io avessi un cancro, una forma grave di cancro.

Fissai quella foto, non sapevo cosa fare, mi sentivo sempre peggio.

Mi arrivò un messaggio lungo, era Cassie così decisi di aprirlo...

"Amore mio, vorrei sapere perchè oggi ti comporti così e ieri invece mi nascondevi le cose. Ho bisogno che mi dici cos'hai, sto male senza te. Ho bisogno di te principessa mia. Rispondimi appena possibile. Ti amo."

Mi scesero le lacrime

"Cavolo la sto facendo soffrire, non posso mettergli questo grande dolore nella sua vita." Sussurrai mentre non riuscivo a respirare dall'ansia.

Ero una bomba di dolore per lei e so che se sarei scoppiata le avrei distrutto la vita. Mi autoconvissi che mi sarebbe bastato che lei fosse felice, ricordare le canzoni di Avril Lavigne come la nostra favola. Ricordare noi due.

"Non posso farti male..." erano le parole che mi ripetevo di continuo.

Presi il telefono e mi feci forza...

"Cassie so che potrò sembrarti stronza ma ho bisogno di dirti una cosa. È stato tutto bello tra di noi, mi hai salvata da tante cose ma, ora devi leggere con attenzione questo messaggio. Ora ti dico cosa avevo ieri. Vedi è da un pò di tempo di essermi accorta di non provare nulla per te, forse è stato un semplice gioco per me, una voglia del momento adolescenziale. Non voglio che mi cerchi, non voglio neanche che restiamo amiche, cancella il mio numero. Ti prego, stai lontana da me. Perdonami, non ti amo."

Non volevo premere su quel 'invia' le lacrime mi stavano lacerando l'anima. Quante parole false in un solo messaggio ma lo feci.

La bloccai da tutti i social e chiusi il telefono. Non volevo neanche sentire il suono del messaggio risposta. Le ho spezzato il cuore.

Mi buttai per terra in lacrime con il cuore spezzato. Guardavo quelle foto sul comodino, con l'anima distrutta e la consapevolezza di averla persa per sempre. Non riuscivo a fare nulla, il cuore mi si stava letteralmente lacerando. Presi le sigarette dal comodino e ne tirai fuori dal pacchetto una. Ora nessuno poteva fermarmi. Ora neanche le sigarette potevano decidere la mia morte. Ora nessuno poteva dirmi "butta quelle sigarette, tu hai me." Ora non esisterò più per nessuno. Questa volta non è colpa mia se mi sto distruggendo.

La distanza di un amore tra due ragazzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora