-E quindi?- la gomma da masticare (rosa) si gonfia in una bolla, poggiandosi sulle labbra sottili (e rosa) di Camila.
-Quindi cosa?- la guardo di sfuggita e poggio la schiena contro un armadietto a caso del corridoio, guardandomi intorno per controllare che nessuno mi punti per aver occupato il suo spazio.
-Non gli hai rotto le palpebre?- le ciglia lunghe quasi mi fanno vento e piccoli grumi di mascara le sporcano gli zigomi.
Io dico: se non ti sai truccare, eviti di mascherarti da pagliaccio quando non è carnevale.
Ma mi mordo la lingua e mi sto zitta, guardando la bacheca e intravedendo Jason e Layla passeggiare per i corridoi.
Mi viene da vomitare a guardare le loro mani unite.
-1. Non si possono rompere le palpebre e 2. Non ho fatto nulla- faccio spallucce e batto un pugno sul metallo lucido alle mie spalle, guardando una lampadina al neon sul soffitto e riportando poi lo sguardo sul marmo chiaro a terra.
Sento Camila sospirare in sorpresa, emettendo un leggero e soffiato -Oh- che ignoro di proposito, volendo mettere fine alla conversazione.
Passeggiamo silenziosamente, ancora per poco (mi godo questi preziosi istanti di silenzio) lungo i corridoi, osservando Freeman destreggiarsi tra pile di fogli e i musi lunghi dei nostri compagni di corso.
Quel consulente andrebbe licenziato.
Non ha utilità nella scuola e nessuno lo vuole realmente qui.
Costringe noi studenti dell'excange a mangiare, anche se non abbiamo fame perché magari in seconda ora mi sono sparata due kinder bueno.
E a giocare nella squadra di pallavolo anche se facciamo davvero schifo (con facciamo intendo me).
Non appena giro lo sguardo mi scontro con le acute risate di Layla (cazzo, ha una bella risata) e con le pupille sorridenti del mio tecnicamente ex-ragazzo (cazzo, diventa ogni giorno sempre più bello).
Deglutisco e scannerizzo lei.
Capelli lunghi e tinti di un rosso scuro, ciglia lunghe e piegate, naso sottile e fianchi magri.
Mi stavo per chiedere la domanda delle domande: cosa ha lei che io non ho?
Ma credo che guardarla mi basti ad ottenere una più che valida risposta: tutto.
E ora non inizierò ad elencare i miei difetti, a) perché non ne ho e b) perché sono sicura che i suoi difetti siano più dei miei.
Ad iniziare dal suo nome. Layla. Poco originale, stra-usato, stra-americano. E dai suoi occhi. Azzurri. Stra-comuni, stra-poco originali.
-Qualcuna mi sembra gelosa- Camila mi sorride sorniona, arrossendo un poco sulle guance alte e lasciandomi intravedere le punte dei suoi canini scintillanti.
Si lava i denti con mentadent, ne sono certa.
-Sta zitta prima che stampi le foto della tua vagina e le attacchi alla bacheca all'ingresso- con una spallata la supero, non guardandomi indietro.
Sento gli occhi pizzicare, quando attraverso l'atrio e un condizionatore mi soffia l'aria direttamente negli occhi. Maledizione.
Mi asciugo le poche lacrime scese sulle guance e tiro su con il naso, soffiandomelo con un fazzoletto trovato casualmente in tasca e strizzando gli occhi.
Ferma, nel bel mezzo dell'atrio, cerco di togliermi dalla testa la risata di quella Layla e lo sguardo di Jason.
Sono entrambi felici, o è quello che lui vuole farmi credere.
STAI LEGGENDO
Vivere con i 5SOS (cinque sotto un tetto)
ФанфикDavvero serve una intro? Avanti, il titolo è più lungo delle gambe di Hemmings. Solo una grande accozzaglia di situazioni, spero divertenti, nate da una semplice domanda: come sarebbe vivere con i 5SOS? Highest: #19 in funny