twenty-three

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Hey!

Mi aspettavo che scrivere i capitoli di questa fanfiction non sarebbe stato così difficile, invece mi son dovuta ricredere.

Nonostante abbia più o meno una scaletta fissa nella mia testa, continuo ad avere non poche difficoltà nel mettere giù le idee.

Questo capitolo ha qualcosa come tremila parole, credo che sia un capitolo di scuse per non aver aggiornato per un'intera settimana.

Spero che continui a piacervi come al primo capitolo e di non deludervi.

xoxo

-Gil




Se potessi prevedere il futuro mi sarei già risparmiata un paio d'infarti e cali di pressione.

Tra Ashton che decide di tagliarsi i capelli come Michael decide di tingere i suoi, con Calum che si tatua il mio nome su una chiappa (non è esattamente andata così, ma la sua versione non era troppo chiara riguardo a come fosse successo) e concludendo con Luke che si dichiara a Michael, la mia vita ha ufficialmente perso senso.

In più oggi è il compleanno del rosso di capello voglioso di pi***lo (ma che avete capito? Pisello? No, io dico Pirandello) ed è dalle sei di questa mattina che Luke mi sta scartavetrando le palle (che non ho) per andare in centro e comprargli qualcosa.

-Cosa posso regalargli? Cosa piace a Mike?- mi guarda con gli occhi azzurri spalancati e le unghie delle dita mordicchiate fino alle cuticole.

Lo guardo e sollevo gli occhi al cielo, abbassandogli le mani dalla bocca e lasciando che il suo piercing rimanga poggiato sul labbro inferiore.

Fisso l'anellino di metallo per qualche secondo, poi vedo un paio di dita muoversi velocemente davanti ai miei occhi e rinvengo dal mio stato di trance.

-Scusa, mi sono incantata- dico, tenendo lo sguardo fisso nel vuoto della sua direzione, facendogli comunque segno di continuare a parlare -Ti ascolto- borbotto, stringendo le palpebre per riprendermi totalmente.

Mi capita spesso di pensare a qualcosa di strano e di distrarmi a fissare qualcosa che magari neanche c'è, tipo il gambero che immaginavo ballare la samba sui capelli biondi di Lucas.

-Comunque- deglutisce e inizia nervosamente a camminare avanti e indietro per il soggiorno -non è mai stato così difficile, non ho la minima idea di cosa potrebbe piacergli. Michael è un tipo schietto e se non gli piace qualcosa, non si fa certo problemi a dirtelo e ho paura che se gli regalassi un paio di calzini con il mio nome sopra me li farebbe mangiare come l'anno scorso con il bigliettino musicale.-

Annuisco sovrappensiero (Michael è esattamente come Luke lo ha appena descritto, compreso l'episodio del bigliettino musicale per i suoi diciannove anni) mi siedo sul divano e porto le scarpe sulla coperta blu che lo copre.

-Giù le zampe- Ashton entra in sala con un grembiulino da cameriera e dei guanti sulle mani, mentre con un bastoncino batuffolato toglie la polvere dagli scaffali.

Faccio una smorfia e ridacchio leggermente, quando la sua mano mi colpisce la nuca con uno scappellotto, avvertendomi di non prendermi gioco di lui.

-Sembri una vecchia badante. Non posso non ridere- faccio spallucce e mi giro completamente verso Luke, che piagnucola attenzioni verso di me.

-Ascoltami!- sventola una mano davanti alla mia faccia, di nuovo, e fa cenno ad Ashton di affiancarmi sul divano.

-Devo finire di sistemare- dice lui con tono serio e lo sguardo quasi dispiaciuto.

Vivere con i 5SOS (cinque sotto un tetto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora