UNA NOTIZIA INATTESA

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Quando Tony si svegliò per la seconda volta quella mattina, erano circa le 7:30.
Sfregandosi gli occhi si alzò dal divano e mentre stava per prepararsi la colazione si accorse di un vassoio con una tazza e delle fette biscottate, sul tavolo della cucina. Sorrise pensando a quanto fosse stata tenera la sua Ziva a fargli trovare tutto pronto, poi mentre si sedeva iniziò a chiedersi dove fosse. Mentre stava sollevando la tazza colma di cappuccino ormai raffreddato, notò un postite sul vassoio. Iniziò a preoccuparsi, temendo che avesse deciso di andare via, di non immischiarsi più in questo strano caso che l'NCIS stava affrontando, o che avesse scelto di trovare una casa nella quale abitare per quel lasso di tempo... Magari con il suo fidanzato... Quando però lesse il biglietto il suo animo si placò.
"Buongiorno dormiglione,
probabilmente adesso starai leggendo questo bigliettino mentre sorseggi il cappuccino... Ti sei ricordato di riscaldarlo? Che domande... Certo che no!
Sono andata a correre. Ci vediamo quando torni dall'NCIS. E per favore, questa sera cerca di tornare cosciente, magari non ubriaco. Ti devo parlare.
Ziva"
Mentre leggeva il postite si rese conto che effettivamente il cappuccino era freddo, e non aveva un buon sapore. Continuò a leggere e sorrise pensando al suo amore segreto che era andato a correre. Si fermò a pensare... In 10 anni che la conosceva, Ziva aveva sempre amato la corsa, come fosse la sua unica scappatoia da un mondo che non le piaceva. Correva quando era triste, correva quando suo padre la faceva stare male, correva quando Eli morì, correva quando era felice, correva quando voleva allenarsi, correva quando voleva cambiare vita. Correva sempre... E lui la immaginava mentre sfrecciava da bambina fra le strade di Tel-Aviv, salutando tutte le persone che incontrava che certamente la conoscevano, e che la adoravano come bambina, la immaginava adesso mentre il vento le attraversava i capelli, quei suoi meravigliosi capelli mossi marroni, fra le strade di Washington. Quello che stava facendo era pericoloso, occhi indiscreti avrebbero potuto vederla, e metterla in seri guai, ma sapeva quanto lei avesse bisogno di sentirsi libera e tornò a leggere il postite.
Il suo viso divenne paonazzo, pensando alla figura che aveva fatto con Ziva la sera prima, e tentò di dimenticare, per rendersi meno ridicolo, per lo meno nella sua mente. Poi continuò a leggere "Ti devo parlare"... Cosa doveva dirgli? Certamente era qualcosa di importante... Magari poi questa era la volta buona per lui di rivelarle i suoi sentimenti. Aveva immaginato tante volte quel momento, ma c'era sempre di mezzo la collanina... e adesso non aveva idea di dove fosse... Poi un' idea gli passò per la testa. Prese il cellulare ed iniziò a scriverle un messaggio
"Vestiti bene. Stasera ceniamo a ristorante"

Stava correndo ormai da tempo, i polmoni le bruciavano nel petto e non sentiva più le gambe. Tentava di spingere ogni passo più forte come a raggiungere un meta che si allontanava sempre di più, quando le arrivò il messaggio. Lo lesse e con un sorriso stampato in volto, un sorriso che in 2 anni non aveva mai avuto, riprese a correre più veloce di prima.

Felice il ragazzo uscì dalle porte dell'ascensore, ed un'atmosfera di tristezza e angoscia lo assalì. Si rese conto solo ora che nessuno sapeva della presenza di Ziva a DC, e tutti ormai la credevano morta. Non sapeva come comportarsi. Non poteva fare un simile torto a Gibbs, ma non poteva certo mettere in pericolo l'incolumità di Ziva, e si decise a recitare la parte del ragazzo triste per aver perso la sua migliore amica...
Ellie e Gibbs sarebbero partiti da Tel-Aviv quella sera, dovevano controllare le ultime cose e trovare dei sospettati da interrogare. McGee era seduto alla sua scrivania con uno sguardo perso, stava certamente pensando a Ziva, al fatto che era convinto di averla persa per sempre.
Non fece in tempo ad accendere il PC, quando gli si presentò davanti Zoe...
Il suo cuore iniziò a battere più veloce, le mani a sudare, e McGee non capiva le preoccupazioni dell'amico.
Zoe: "McGee..."
Il povero ragazzo non capiva cosa volesse da lui la fidanzata di Tony, e così fu quest'ultimo a chiarirsi.
Tony: "McTonto... Fila via!"
Il ragazzo comprese e si diresse verso il laboratorio di Abby.
Rimasti soli, Tony e Zoe iniziarono a scrutarsi negli occhi. Entrambi dovevano dirsi qualcosa di importante e avevano paura della reazione dell'altro. A rompere il ghiaccio fu Zoe.
Zoe: "Tony, io sono stata richiamata a Philadelphia... Dalla prossima settimana non sarò più a Washington. È un occasione che non mi posso lasciar sfuggire... Devo seguire quello che mi rende felice e al momento è essere un'agente dell'ATF..."
Tony rimase imbambolato nel sapere questa notizia. Da un lato gli pareva che il mondo gli fosse crollato addosso, un'altra volta la donna di cui si era innamorato lo stava abbandonando lì, e lui non poteva fare nulla... Dall'altro però si rese conto di provare un senso di sollievo, non avrebbe dovuto dirgli di Ziva e dei suoi dubbi sul loro amore...
Zoe: "Ma potremmo continuare a vederci una volta a settimana, io vengo da te, o tu vieni da me, esistono le videochiamate e..."
Tony: "Non credo nelle relazioni a distanza. Zoe, se sei decisa a tornare a Philadelphia non sarò io a fermarti."
La ragazza rimase sbalordita dalla freddezza di Tony e dal suo atteggiamento molto poco scomposto, così diverso da come aveva imparato a conoscerlo.
Zoe: "Pensavo che magari stasera potevamo..."
Tony aveva capito a cosa stesse alludendo la sua ragazza che stava per aggiungersi ad un numero ormai indefinito di ex, e tentò di tergiversare.
Tony: "Ecco, veramente per stasera avevo altri programmi e..."
Zoe iniziava ad innervosirsi
Zoe: "Tony ti ho appena detto che la settimana prossima me ne andrò e tu senza un filo di compassione mi rispondi che non vuoi intraprendere una relazione a distanza, poi ti chiedo di uscire e mi dici che hai altri programmi... Inizio a credere che ci sia qualcosa sotto..."
Il ragazzo non sapeva come difendersi e fece leva sulla sua parte recitata.
Tony: "Scusa se ieri ho saputo che la migliore amica che abbia mai avuto è morta ed io non sono nemmeno riuscito a dirle che io l'am..."
Senza accorgersene si era spinto troppo oltre e stava per rovinare la relazione già instabile di suo con Zoe.
Zoe: "A dirle che tu l'am...?" iniziò a scaldarsi
Tony: "Che io l'am... l'am... ammaliavo... con le mie parole... senza che lei se ne... accorgesse"
Si arrampicò sugli specchi.
Zoe: "Ma cosa stai blaterando Tony?!"
Tony: "Che va bene... Stasera sarò a cena con te e avremo modo di parlare. Adesso però devo andare, ci sentiamo dopo"
Tony si allontanò e si diresse verso il laboratorio di Abby. Ma cosa aveva combinato? Stava dando buca alla sua unica Ziva... Magari avrebbe capito... O magari no...

Mentre era assorto in questi pensieri venne investito dall'entusiasmo della scienziata forense e dal suo collega.
Abby: "Tony! Tony! Tony! Tony! Tony!"
McGee: "Tonyyyyyyy!"
Tony: "Che succede ragazzi? Volete parlare?"
Abby: "Stavamo analizzando il combustibile che ha bruciato il volto di Ziva..."
McGee: "E per farlo abbiamo dovuto analizzare anche il DNA della pelle e..."
Abby e McGee esultarono insieme: "Non è Ziva!"
Tony sorrise tra sé lui sapeva benissimo che Ziva non era morta
Tony: "Lo so..." Poi si ricordò che nessun'altro sapeva della sua permanenza e continuò "Perché Ziva è Ziva..."
I tre agenti si unirono in un abbraccio caloroso e Tony alzò gli occhi al cielo sussurrando qualcosa che solo lui riuscì a sentire.
Tony: "Ti amo"

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