Ziva aveva preso la moto, era partita nel mezzo nella notte, al freddo in un paese sconosciuto lasciando tutti con il fiato sospeso.
Intanto nell'auto dei tre colleghi, Gibbs aveva aspettato che la ragazza si allontanasse perché non sapesse di essere seguita e sempre protetta da loro. Perché in fondo, sapeva, era per questo che aveva deciso di seguirli a Parigi, perché potesse proteggere la sua bambina, ma lei era una dura, una che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e che non ha bisogno di alcun aiuto... O almeno questo era quello che voleva far sembrare. Gibbs sapeva benissimo, infatti che non era così. È stata cresciuta perché avesse solo la morte nel cuore, ma dentro, la sua indole era tenera ed emotiva. Diceva di non amare gli abbracci, ma in certi momenti era tutto quello che desiderava, potersi lasciar andare, lasciarsi trasportare dalle emozioni. Potersi sentire protetta fra le braccia di qualcuno. Eppure continuava a negarlo. Era complicata, fragile e allo stesso tempo con una forza di volontà spaventosa, sembrava impossibile comprenderla, ma non per lui. Lui che quando tutto ebbe inizio non la voleva nemmeno nella squadra. Lui che ha visto il modo in cui si conquistava la fiducia dei compagni e dello stesso capo. Lui che l'ha vista crescere, diventare da un'assassina spietata ad una donna meravigliosa. Lui che infondo si rispecchiava un po' in lei.
Ordinò a McGee di rintracciare il cellulare di Ziva, ma lo aveva lasciato in casa. Così dopo pochi minuti riuscì a localizzare la moto ed a seguirla. Abby era molto preoccupata. Aveva già visto morire la sua prima collega Kate per mano di Ari, e adesso aveva paura che succedesse ancora una volta, nonostante McGee tentasse di consolarla.
Abby: "Ma McGee, la storia si ripete, è scientificamente provato!"
Gibbs: "Abby! Non lo pensare mai più!"
Correva senza una meta, da sola, veloce, libera. Si slegò lo chignon con una mano ed il vento le muoveva quei suoi splendidi capelli castani dalle striature dorate, mentre sentiva le lacrime asciugarsi in volto. Indossava ancora quel vestito nero attillato che le lasciava le gambe scoperte, graffiate dalla forza del vento. Cercava di spingere la moto al massimo della velocità, per poter provare il senso del brivido, del pericolo, per sfiorare il limite del sopportabile. Essere faccia a faccia con la morte le sembrava l'unico modo per sentirsi viva.
Dopo 10 anni suo fratello era ancora vivo, e l'aveva lasciata all'oscuro. Correva ancora più veloce. Tony le aveva mentito, le aveva dato l'idea di amarla solo per far credere ad Ari che stessero insieme. Se l'avesse amata veramente non l'avrebbe fatto. Spinse la moto più forte. Dopo ciò, aveva capito che i suoi sentimenti non erano ricambiati, e convincersi del contrario era inutile. Una volta chiuso per sempre questo caso, sarebbe tornata a Tel-Aviv. Rimanere non aveva senso. Raggiunse la massima velocità che la moto le permetteva, come per scappare da tutti questi pensieri che la inseguivano, ma più lei correva, più questi si avvicinavano. Chiuse gli occhi. La strada era dritta, e non c'era nessuno. Si fece lasciar trasportare dal destino.
Poi d'un tratto li riaprì.
Ma cosa stava facendo? Aveva smesso di lottare. Aveva smesso di sperare. Quella fiamma dentro di lei che, nonostante tutto, sin dalla nascita lei continuava ad alimentare, si era spenta. NO!
Lei non è così! Ziva non si lascia abbattere! Ziva continua a combattere finché la morte non la porta via con sé! Ziva non si da mai per vinta. Anche quando tutto sembra finito, Ziva continua a credere. Ziva è forza, Ziva è speranza, Ziva è amore. Ziva non è morte, come le è stato insegnato da Eli. Ziva è vita, come le è stato imposto da lei stessa! Perché anche quando Correva verso la morte, lo faceva per spingersi fino all'orlo del precipizio e saltare, arrivando però sull'altra sponda. Ziva è Ziva.
La moto andava troppo veloce per poterla fermare, e davanti a sé aveva la strada sbarrata. Non si era resa conto che era arrivata al capolinea, ma non voleva più andare via. Ari era tornato? L'avrebbe affrontato. Tony le aveva mentito? Forse perché l'amava troppo da dirle qualcosa che l'avrebbe uccisa dentro. L'unica cosa che non sapeva era che Ziva è morta dentro tante volte, ma è rinata una volta in più. Quella fiamma aveva ripreso a bruciare ancora più di prima. Non voleva farsi portare via tutto quello che le rimaneva, la sua anima, da un muro, da una corsa assurda contro i suoi incubi peggiori. Mancavano pochi metri. Andare dritta per la morte, o tornare indietro per una possibilità della vita? Aveva quasi toccato il muro quando improvvisamente girò il manubrio della moto con uno scatto. La moto s'impennò, come un cavallo che si sente libero, e lei sopra che lo domava. Le sue ossa le sue gambe e braccia scoperte, tutto il suo corpo tremava per il freddo, forse un altro attacco d'ipotermia, ma adesso lei riusciva a percepire solo il calore di quella fiamma dentro di sé che ardeva come mai.
Era salva, viva.
Poi però quando anche la ruota d'avanti tornò sulla strada, la moto iniziò a sbandare, fino a cadere con un tonfo sulla gamba di Ziva, continuando a scivolare sul lato, fin dentro nel bosco ai lati della strada. Improvvisamente avvertì un dolore alla gamba, ed al braccio che non aveva mai curato. Paradossalmente, però era felice, quel dolore le diceva che era ancora viva. Sapeva che doveva continuare a tenere gli occhi aperti, vispi, ad essere vigile, anche se le risultava molto difficile. Alzò lo sguardo. Non c'era una nuvola, e la luna era piena e luminosa. Poi le venne un'idea. Estrasse il coltello che portava in una cintura sulla coscia, e tentò di riflettere il bagliore della luna, alternando tre fasci di luce brevi, tre più lunghi e poi ancora tre brevi. Il segnale SOS.
Abby: "Gibbs sta andando troppo veloce... E se il suo intento è quello di..."
Gibbs: "No Abby"
Abby: "Come fai ad esserne così sicuro?"
Non lo sapeva nemmeno lui, il perché, ma ne era certo.
Gibbs: "Perché Ziva è Ziva!"
McGee: "Capo ho perso il segnale! Deve essere caduta nella campagna" fece d'un tratto molto preoccupato.
Gibbs: "Abby chiama Ducky"
Abby: "Ducky?"
Gibbs: "Fallo Abby!"
Era deciso a non lasciarsela scappare ancora una volta, e ci sarebbe riuscito.
Avevano raggiunto la fine della strada, ma di Ziva nessun segno.
Fecero per tornare indietro, quando Gibbs girò istintivamente il volante, dirigendo la macchina nella campagna.
McGee: "Capo che stai facendo?"
Gibbs: "Scendete"
Quando tutti e tre si ritrovarono fuori dalla macchina, con Ducky in videochiamata, Gibbs si affrettò ad andare in una direzione precisa.
McGee: "Capo dove vai?"
Abby: "Guarda McGee!" Disse indicando il cielo.
Videro un fascio di luce, propagarsi nel vuoto secondo il codice morse di SOS. Era sicuramente lei.
Quando la vide, il cuore gli balzò in petto. La sua Ziver, proprio dinanzi a lui, stesa per terra, e a pochi metri la sua moto. Si avvicinò e si inginocchiò vicino, sollevandole il busto. Era ghiacciata, probabilmente perché l'ipotermia si era fatta risentire.
Gibbs: "Ziver" sorrise. Era ancora vigile, presente.
Ziva: "Gibbs..." rispose con un filo di voce, quasi impercettibile. Le sembrava impossibile che l'uomo che aveva di fronte fosse proprio Leroy Jethro Gibbs, il suo capo, suo padre. Vedeva tutto appannato, ed i suoni le giungevano ovattati. Non riusciva a distinguere se fosse tutto un sogno o la pura realtà.
Gibbs: "Non aver paura, si risolverà tutto, perché adesso ci siamo noi!"
Le mise una mano sulla gamba, la ragazza sussultò. A parte qualche ferita non sembrava messa male, ma non aveva pensato a delle fratture interne.
In quel momento arrivarono Abby e McGee con il computer.
Abby: "Zivaaaaaaaaa" urlò con quanto fiato avesse in gola, mentre le si stava per buttare addosso.
McGee la fermò, sotto lo sguardo minatorio di Gibbs.
McGee: "Ziva... Ci sei mancata!"
Lui era sempre stato quello pacato, che risolleva gli animi, l'amico che asciuga le lacrime, ma adesso i suoi occhi si inumidirono, non riusciva ad ingoiare quelle lacrime, perché volevano uscire fuori, allo scoperto, almeno per una volta, questa volta!
Gibbs: "Ducky, sta bene? Può avere delle fratture gravi?"
Ducky: "Non penso Jethro. Penso più che abbia delle contusioni alla gamba ed al braccio destri, ma nulla di grave. Basterà che non li sforzi per un po' perché torni in forma... Suggerirei di non portarla in ospedale, arrecherebbe solo altro stress ed agitazione, e da quel che ho capito, è l'ultima cosa di cui ha bisogno adesso."
Gibbs: "Grazie Ducky. Ci vediamo quando torno." fece cenno a McGee di spegnere la chiamata.
McGee: "Direi che è il caso di portarla a casa, allora..."
Gibbs: "Forza McGee, apri lo sportello che ti raggiungo."
Abby: "Ma che state facendo? Si vede che siete due bradipi in amore!" i due uomini si guardarono senza capire.
Gibbs: "Abby?"
Abby: "Avete sentito Ducky, no? Sta bene, non ha nulla. Deve trovarla Tony... Altrimenti come credete che faranno pace?"
McGee: "Come due persone normali forse?" rispose sarcastico.
Il volto della scienziata si fece serio.
Abby: "McGee! Stiamo parlando di Ziva David ed Anthony DiNozzo! Sono le persone con la testa più dura che conosca! E tu osi dare delle persone normali proprio a loro?! Ma con quale coraggio?!"
A Gibbs sfuggì un sorrisetto.
Abby: "E adesso tu mi dirai Abby non trattare così McGee! Troppo Caf-Pow!" fece imitando la voce ed i gesti di Gibbs. "E invece no! Tony e Ziva si amano, lo sappiamo tutti, e adesso che finalmente si sono rivelati, è arrivato Ari a rovinare tutto... Dovete fare come dico io. Ora noi ci allontaniamo, spostiamo la macchina e aspettiamo che arrivi Tony, che sicuramente avrà visto il segnale. La vorrà portare in ospedale ma Ziva dirà che non ce n'è bisogno, e lui la chiamerà la mia ninja" fece imitando la voce di Tony "E torneranno ad essere un bella coppietta felice."
Gibbs: "E come fai a sapere che Ziva dirà di no all'ospedale?"
Ed Abby rispose mettendo le mani sui fianchi, con un sorriso malizioso
Abby: "Perché Ziva è Ziva!"
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On Top Of The World
FanfictionSono trascorsi due anni da quel fatidico giorno e niente è più come prima. All'NCIS si respira un clima di tradimenti e stranezze si fanno sempre più insistenti, fino a quando qualcuno non farà finalmente ritorno a casa con delle risposte. Tony è l'...