Il giorno dopo all'NCIS si respirava un clima di terrore. Tony non si era fatto né vedere né sentire, e tutti iniziavano a temere che fosse successo qualcosa di grave.
Gibbs chiese a Ducky cosa avesse avuto Ziva, quando avevano visto Tony portare la giovane in casa, incapace di camminare, ed infreddolita. Il medico gli spiegò che erano tutti sintomi di ipotermia, e che il fatto che non fosse emotivamente stabile aveva probabilmente peggiorato la situazione.
Gibbs, McGee ed Abby decisero di andare a vedere cosa stesse succedendo, ma quando arrivarono a casa di Tony, e lo videro caricare delle valige in macchina, salire insieme alla ragazza e partire, capirono che i due avevano trovato una pista da seguire che gli avrebbe portati molto lontano... E non solo sulla cartina.
Abby e McGee si guardarono, ed intuendo che probabilmente fossero partiti per Parigi dopo quello che avevano sentito dire al direttore mentre parlava al telefono, decisero di parlarne con Gibbs.
McGee: "Capo... Lei sa qualcosa riguardo Vance?"
Gibbs: "Quello che sapete voi. Quindi sì, penso che stiano andando a Parigi!"
Abby: "Gibbs ma se li seguiamo se ne accorgeranno" esclamò in tono preoccupato.
Gibbs: "Infatti li raggiungeremo stasera"
Intanto in macchina, Tony sentiva ancora quella vocina nella testa, ma voleva aspettare la giusta occasione per potersi dichiarare, magari sulla cima della Tour-Eiffel, magari al chiaro di luna, magari con parole romantiche ma non troppo... Parliamo sempre di Ziva!
Poi iniziò a pensare al cadavere che avevano trovato, e valutò se era il caso di dirle che la sua collanina era stata trafugata, e che la sua amica, se tale si può definire, Deena, era morta.
Tony: "Ziva... Il giorno in cui tu tornasti all'NCIS, arrivò un cadavere proveniente da Tel-Aviv"
Ziva si voltò di colpo, voleva saperne di più, doveva saperne di più!
Tony: "Gibbs ci mostrò le prime foto e..." Non voleva dirle qualcosa che l'avrebbe ferita, specialmente perché era in condizioni precarie, ma Ziva voleva sapere, e lui non era nessuno per privarglielo.
Ziva: "Voi mi credevate morta... Ancora" disse con un filo di voce. Le faceva strano immaginare che alcune persone la ritenessero morta, e penare che proprio i suoi unici amici dubitassero della sua capacità di sopravvivenza, la rattristì.
Tony: "Era un'ex-agente del Mossad"
Ziva iniziò a chiedersi chi potesse aver perso la vita, anche se dopo che tornò dall'NCIS, non aveva più avuto rapporti con il Mossad.
Tony: "E indossava la tua collanina"
Un pugno nello stomaco. La ragazza era confusa, non capiva più niente. La sua collanina? Ma chi era? E come aveva fatto ad averla?
Ziva: "Tony parla! Cos'è successo? Chi è morto?"
Tony sapeva bene che in realtà non erano quelle le domande che Ziva voleva fargli, ma non sapeva nemmeno lui come aveva fatto ad avere la collanina, quindi si limitò a rispondere.
Tony: "Era Deena Bashan, la tua 'amica' se così la possiamo chiamare"
Ziva rimase senza parole. Non le sembrava vero.
Tony: "Aveva il volto carbonizzato, ed eravamo convinti che fossi tu, ma per fortuna ci sbagliavamo. Indossava la tua collanina, ma quando il corpo è arrivato, non l'aveva più... È stata ritrovata morta sulla pista di atterraggio di un aeroporto di Tel-Aviv, ed era diretta a DC... Doveva viaggiare sul tuo stesso aereo."
La ragazza non si fece sopraffare dalle emozioni, come le era stato insegnato da bambina, anche se voleva solo piangere. Aveva perso per sempre la sua collanina, dono d'amore per Tony. In poche e semplici parole, nelle quali non fece trasparire alcuna preoccupazione esordì
Ziva: "Ero con lei prima di partire... Era stata arruolata nel Mossad per un anno, ma le ricordava troppo Ari e si licenziò"
Fece una pausa... Anche lei aveva abbandonato il Mossad, diversi anni prima, e sorrise ripensando alla splendida sensazione che provò quando dopo tante fatiche, riuscì ad ottenere il distintivo di agente ufficiale dell'NCIS.
Ziva: "Erano un paio di giorni che facevamo colazione insieme, e lei mi chiedeva se avessi mai ripensato... A te"
Alzò timidamente lo sguardo.
Effettivamente, Tony non aveva mai pensato a cosa avesse fatto la sua amata dopo di lui. Magari anche lei aveva trovato un nuovo amore, magari un altro uomo che l'avrebbe fatta soffrire. Certamente era così! E chi si lascia scappare una donna come Ziva?! Ah già...Lui.
Tony: "E tu che le hai risposto?"
Ziva lo guardò con uno sguardo enigmatico e poi proseguì senza rispondere alla domanda.
Ziva: "Mi ha voluto accompagnare all'aeroporto, ma poi ho preferito raggiungere l'aereo da sola... Sapevo che non sarei tornata... Tornata presto s'intende... E volevo poter rivedere Tel-Aviv un'ultima volta da sola, con i miei occhi. Dal momento in cui ho messo piede per la prima volta nell'NCIS dieci anni fa, Tel-Aviv non è più stato il mio paese. Non ho mai trovato un appoggiò lì, nemmeno in mio padre... Che si è arreso nel cercarmi mentre io in Somalia combattevo per la vita... E pensare che ci ero andata solo per lui!"
Tony la guardava ripensando a quando la vide per la prima volta, a quando la seguì, in piscina, convinto che non se ne fosse accorta, ed invece l'aveva notato da subito, e gli raccontò di Tali, a quando per la prima volta la vide tenere sotto tiro ben tre criminali, in un bosco, uccidendone uno lanciando un coltello, il primo giorno in cui fu ammessa all'NCIS come agente di collegamento; a quando nessuno la voleva nella squadra dopo Kate, si sentiva ripudiata, e forse era anche così, entrò nell'ascensore seguita da Gibbs, e pochi minuti dopo la vide riuscire con un sorriso smagliante... Forse le aveva tirato il suo primo ed ultimo scappellotto; a quando guidò il camioncino dell'NCIS, facendolo vomitare per ore, a quando dovettero far finta di essere marito e moglie, ed a quanto fosse bella quella sera in quell'abitino strizzato, a quel suo sorriso mentre lui faceva le flessioni su di lei, a quel ginocchio, che forse proprio ginocchio non era... Non avrebbe mai immaginato che legame sarebbe riuscito ad instaurare con lei, non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe messo a rischio la sua vita per lei in un campo di terroristi, non avrebbe mai immaginato quello che sarebbe diventata per lui: l'essenza dei suoi giorni. Continuavano a guardarsi, Tony aveva accostato la macchina, e Ziva probabilmente rifletteva su tutte le tragedie che avevano costellato la sua vita, e forse al fatto che l'NCIS, a differenza dei pronostici del primo giorno, era l'unico posto in cui si sentisse amata. Era chiaro: una volta che avrebbero dato un senso a tutta questa storia, avrebbe dovuto combattere con ogni mezzo per non farla andare via. Aveva già la cittadinanza americana, Bishop se n'era andata, aveva già il suo distintivo, dovevano solo regolarizzarlo, e non ci sarebbe voluto molto ad accettarla come agente operativo. Doveva tornare nella squadra!
Assorto in questi pensieri, frenò di colpo.
Tony: "Ziva! Hai detto che tu e Deena facevate colazione insieme? Questo vuol dire che è stata lei ad avvelenarti! Era un medico e sapeva che saresti venuta in America, paese ben più freddo di Tel-Aviv. Sapeva che dopo aver subito tutto quello che tu hai dovuto sopportare, avvelenandoti, saresti morta di ipotermia se avesse continuato a metterti qualcosa nel caffè!"
Ziva non poteva credere alle sue orecchie. Quello che Tony diceva aveva un senso logico, ma non ne capiva il motivo.
Ziva: "Non è possibile... Lei mi ha curato da una ferita da arma da fuoco al ginocchio... Era mia amica... L'unica che avessi a Tel-Aviv"
Tony: "Magari voleva avere la soddisfazione di dire di aver ucciso con le sue mani Ziva David. Ci hanno provato in molti, ma non è facile mia cara"
Ziva ancora doveva realizzare quello che aveva appena scoperto, e Tony tentò di rassicurarla
Tony: "Adesso non c'è più... Aveva cattive intenzioni ed è finita male per lei. Penso che sarà da lezione a tutti coloro che vorranno farti fuori" disse scherzando, e facendo ridere anche la ragazza.
Intanto all'NCIS, Gibbs, Abby e McGee erano pronti per partire.
Abby: "Come finirà, Gibbs?"
Gibbs: "Troveremo gli artefici di tutto, come abbiamo sempre fatto"
McGee: "E con Ziva come faremo? Cosa succederà quando sarà tutto finito?"
Era difficile per tutti e tre pensare di avere la loro piccolina davanti agli occhi ma non poterla abbracciare. Abby si ricordò di come non la potesse sopportare i primi giorni, ma poi bastò che l'aiutasse a ricostruire una valigetta, e da lì divennero inseparabili.
McGee si ricordò di quando all'inizio era convinto di piacerle, e di quando poi, divenne la sua sorellina.
Quello a cui pensava Gibbs invece, aveva poco a che fare con salvataggi, momenti insieme, lacrime, segni di fiducia... Lui ripensava a quell'ultima telefonata, nella quale Ziva non lo fece finire di parlare, e lui le disse per l'ultima volta "Addio Ziver".
Saliti in macchina, si diressero in aeroporto.
Tony e Ziva, intanto, erano arrivati a Parigi. Erano partiti verso le 6:00 del mattino ed erano arrivati verso le 2:00 di notte.
Gli Hotel erano tutti al completo, così avevano affittato una villetta lontana dal centro.
Appena arrivarono, si fecero una doccia ed esausti, si infilarono nel letto. Ziva stava bene, si sentiva al caldo tra il piumone, e le tenerezze di Tony, che nonostante fossero in pieno Agosto, aveva deciso di mettersi con lei sotto le coperte, per poterla riscaldare qualora ce ne fosse stato bisogno.
Si guardavano negli occhi, uno steso difronte all'altro.
Tony: "Non hai ancora risposto alla mia domanda"
Era trascorsa una giornata intera, eppure Ziva sapeva benissimo di quale domanda stesse parlando Tony, ma non voleva rispondergli e si girò dall'altra parte.
Tony le si avvicinò e l'abbracciò.
Ziva: "Le ho risposto di si, che avevo ripensato a te"
Tony aveva la testa sulla sua spalla e sorrise. Le loro mani si intrecciarono, e Ziva guardava fuori dalla finestra, mentre il ragazzo aveva chiuso gli occhi.
Ziva: "Non sono riuscita più ad amare nessuno. Quando conosci la tua anima gemella, la sua copia non ti basta. Ami solo l'originale"
Una lacrima le scese dagli occhi, ma tanto Tony non la poteva vedere. Ziva continuava a guardare fuori dalla finestra, pensando a cosa succederà quando tutto sarebbe finito e lei sarebbe dovuta tornare a Tel-Aviv, paese di traditori che non hanno mai creduto in lei... Ma dove altro poteva andare?!
Intanto, la mattina seguente, Gibbs, Abby e McGee erano arrivati a Parigi. Gibbs li aveva convinti a non affittare case, visto che gli alberghi erano al completo, ma a dormire in macchina.
Quella sera, mentre i due uomini cercavano di prendere sonno, Abby, che aveva bevuto dosi industriali di Caf-Pow, e che si era portata dietro il necessario per poterlo bere anche a Parigi, li fece sobbalzare.
Abby: "Gibbs, McGee, Gibbs, McGee!"
McGee: "Che succede Abby?"
Abby mostrò il computer a McGee, ed anche lui non poteva credere a quello che leggeva.
McGee: "Capo, credo che dovrebbe leggere questo"
Gibbs: "Cosa, McGee?"
Abby: "La collanina che aveva il cadavere nelle foto, le è stata messa solo dopo la sua morte. Altrimenti l'oro di cui era fatta, si sarebbe fuso. Questo significa che qualcun altro è entrato di nascosto all'NCIS, ha rubato il ciondolo, e dopo aver ucciso Deena Bashan, gliel'ha messo al collo per farcelo vedere, per farci capire qualcosa... Per farci capire che Ziva c'entra qualcosa, o che magari è la prossima vittima... E poi sempre la stessa persona, deve averglielo tolto! Poi... Questo lo devi vedere. Ho trovato da che tipo di fucile è stato sparato il proiettile che abbiamo trovato a Tel-Aviv, vicino al cadavere..."
Gibbs lesse i risultati della ricerca di Abby e sussurrò un nome che non sentiva da tanto tempo.
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On Top Of The World
FanfictionSono trascorsi due anni da quel fatidico giorno e niente è più come prima. All'NCIS si respira un clima di tradimenti e stranezze si fanno sempre più insistenti, fino a quando qualcuno non farà finalmente ritorno a casa con delle risposte. Tony è l'...