RESTA CON ME

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Quella mattina Ziva si sentiva molto meglio, ed il pallore era sparito dal suo viso lasciando il posto alla solita meravigliosa carnagione olivastra.
Era in cucina insieme a Tony, che non si era ancora rimesso la maglietta, ed insieme facevano colazione: Lei con una tisana molto calda e lui con un cappuccino.
Ziva: "Hai intenzione di rimetterti la maglietta?"
Tony: "Si sente che ora stai bene..." scherzò ammiccando.
Ziva: "Se qualcuno ci vedesse adesso chissà cosa penserebbe" rispose ricambiando il sorriso
Tony: "Questa notte non sembrava dispiacerti tanto..."
Ziva, ridendo come non faceva da molto, gli tirò un leggero pugno sul petto e poi appoggiò la testa sulla sua spalla iniziando a chiedersi cosa le fosse successo.
Tony: "Era ipotermia. Sei stata molto forte... Come sei sempre stata!"
La giovane continuava a ripensare al sogno, ed al fatto che da quando aveva lasciato l'NCIS l'assillava. Sembrava che volesse ricordargli chi non le era mai stato vicino, e quel fuoco, la barriera che aveva innalzato tra lei ed ogni tipo di affetto, e che solo all'NCIS era riuscita ad abbattere.
Quella notte aveva visto un altro Tony, un ragazzo premuroso, preoccupato per la sua salute, quasi un padre, quasi un compagno di vita. Quando si era spogliato non aveva altri pensieri per la testa, se non quello di salvarle la vita, e lei era riuscita a sentire il suo cuore battere velocemente, magari per la preoccupazione, magari per...
Tony: "Sono già le 7:30, e oggi dovevo stare al lavoro alle 6:30... Il capo mi ucciderà!" scattò in piedi correndo a cambiarsi.
Già il capo, un padre per lei. Da quanto tempo non lo vedeva, le mancava tantissimo, ma doveva rimanere nascosta, anche a lui.

Quando arrivò in ufficio, McGee lo assalì, impaziente di sapere le condizioni di Ziva, ma sapeva che Tony non gli avrebbe rivelato la sua presenza a DC.
McGee: "Ehi Tony... Abby ha trovato il nome del cadavere, è medico legale che ha lavorato nel Mossad per meno di un anno, nel 2014. Mi pare che si chiamasse... Vabbè non ricordo. E tu che mi racconti? Come sta Z... Zoe?" Per poco non rivelò quanto fosse accaduto la notte prima, svelando di averlo seguito.
Tony: "Sta bene" rispose freddo.
Gli stava mentendo spudoratamente, e la cosa preoccupò il ragazzo, quando arrivò Gibbs che,
col suo solito caffè, dopo aver tirato uno scappellotto a Tony per il ritardo, pur immaginandone il motivo, ordinò
Gibbs: "Deena Bashan, il cadavere. Trovate informazioni!"
A quel nome Tony sobbalzò. L'aveva già sentito e ricordava benissimo anche dove. Era la donna che lo aveva sviato durante la ricerca di Ziva a Tel-Aviv. Ed ora era morta... E portava la sua collanina... Ziva aveva ragione: quello che stava accadendo intorno a loro era qualcosa di immenso e smisurato.
Poco dopo passò di lì il direttore che parlava al telefono, e da quello che sentì, capì che Vance ci era dentro molto più di quanto credesse. Da quando Ziva gli aveva raccontato cosa aveva fatto, non riusciva più a guardarlo senza provare repulsione nei suoi confronti. Era stato spregevole, maligno, perfido e vigliacco perché probabilmente la morte di sua moglie ed Eli lo aveva portato a ritenere Ziva pericolosa per la sua incolumità.

La sera, tornato a casa, aveva già un piano in mente, e sapeva anche come proporlo alla ragazza, ma quando aprì la porta, un'altra sorpresa lo attendeva.
Stesa per terra c'era la sua Ziva che aveva perso conoscenza. Buttò a terra tutte le sue cose, facendo cadere e rompere la foto con Zoe che aveva sul comodino.
Non voleva portarla in ospedale, o qualcuno avrebbe potuto scoprire di lei, ed allora le cose sarebbero peggiorate.
Agitatissimo la prese da terra per portarla, come la notte precedente sul letto... In quel momento gli occhi di Ziva si aprirono leggermente guardando il ragazzo come a supplicarlo di aiutarla. Aveva il viso cadaverico e le labbra viola. Tentò di dire qualcosa, ma la voce non le usciva dalla gola.
Fu una notte molto movimentata, verso le 4 del mattino, Ziva non era ancora riuscita a prendere sonno, piegata in due da forti fitte allo stomaco.
Tony tentava di calmarla ma inutilmente. Si svegliava ogni mezz'ora con l'affanno, continuava a fare quello stesso sogno, e ogni volta stringeva il ragazzo per sentirsi protetta. Solo alle 5 del mattino Entrambi riuscirono ad addormentarsi, e quando si svegliarono erano già le 10. A Tony però non importava cos'avrebbe detto Gibbs, e decise di non andare al lavoro. D'altronde aveva già tutte le informazioni che gli servivano, e sapeva anche come raggiungere i suoi obiettivi.
Quando anche Ziva si svegliò, si trascinò fino in cucina, dove vide Tony intento a prepararle la colazione
Tony: "Buongiorno principessa..."
Ziva: "Tony?!"
Il ragazzo appoggiò sul tavolo un vassoio con una tazza di thè bollente, fette biscottate e marmellata. Aveva fatto delle ricerche, per capire quale fosse la causa di quelle notti insonni, e l'unica soluzione plausibile era l'avvelenamento.
Sedendosi i due iniziarono a parlare.
Tony: "Ziva... Hai idea da dove nasca questo problema?"
La ragazza una risposta ce l'aveva, ma non voleva ammetterlo. Tutto quello che le stava succedendo l'aveva buttata giù: era stata mandata via dal direttore dell'NCIS, era tornata e stava per uccidere l'uomo che amava, aveva scoperto che Tony aveva una relazione a quanto pare fissa... Se non fosse stato per il suo carattere e la sua determinazione, probabilmente a quest'ora sarebbe stata già sottoterra.
Tony: "Ho fatto delle ricerche e... Sai se qualcuno ti volesse farti del male? Perché l'unica causa che può riguardarti è l'avvelenamento!"
Ziva: "In questo periodo penso che siano in molti a volermi morta... Anche la tua ragazza se sapesse di me"
Tony: "A dire il vero la mia ragazza è partita ieri... Era agente dell'ATF, ed è stata richiamata a Philadelphia dove lavorerà per diversi anni... Un'altra storia da aggiungere alla lista"
Ziva non aveva idea di ciò, e quando lo venne a sapere, iniziò a pensare a quanto Tony fosse stato bravo a nasconderle la sua tristezza a riguardo, ma in quel momento una fiamma iniziò a bruciare nel suo cuore... Forse il suo amore era ricambiato.
Ziva: "Mi dispiace Tony... Io non immaginavo che"
Tony: "Va tutto bene... Ma direi che se non bevi in tempo quel thè si farà freddo"
Ziva continuava  a pensare a quanto fosse premuroso, e si chiese come mai non fosse andato al lavoro.
Ziva: "Tony sono le dieci.. non dovresti..."
Tony: "No. Resto a casa, con te"
Ziva: "Ma io sto bene... Mi sento in forma"
Tony: "Dillo a quelle occhiaie che ti sono spuntate sotto gli occhi!" Rispose scherzando
Ziva: "Anche tu non scherzi"
Poco dopo aver finito la colazione, Tony la portò nuovamente in camera, e le fece indossare la sua felpa dell'NCIS. Poi iniziò a parlarle di Vance.
Tony: "Ziva, ieri ho sentito Vance che parlava al telefono, e diceva che domani sarebbe partito per Parigi..."
Ziva: "Vengo con te!"
Tony: "Stai scherzando?! Hai idea di quello che potrebbe succederti?"
Ziva: "se sto male qui o a Parigi, non c'è molta differenza! Domani partiamo insieme. La discussione finisce qui!"
Tony: "Ma.." tentò di replicare
Ziva: "Finisce qui!" rispose convinta di quello che stava per fare.
Tony: "Come vuoi, Sweetheart"
Ziva non poté fare a meno di sorridere per quel nomignolo che le ricordava tutti i momenti passati insieme...
Tony era felice, sarebbe tornato in un posto che per loro due era importante, ed aveva un significato particolare.
Tony: "Questa volta però, prima di partire fa' le valige!" le disse teneramente dandole un bacio sulla fronte.

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