MORTI VIVENTI

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Quando Tony aprì gli occhi, si ritrovò con il braccio che cingeva il ventre di Ziva, la mano intrecciata alla sua, ed i suoi lunghi capelli profumati che gli solleticavano il naso.
Non volle alzarsi, per non rovinare quel momento magico, ma aveva notato che la sua ninja aveva iniziato a sudare, e le tolse il piumone di dosso, cercando sempre di non svegliarla. Che l'effetto dell'ipotermia fosse svanito, facendole finalmente dormire sogni tranquilli?

Ormai in piedi decise di andare in cucina a prepararle la colazione. Non voleva svegliarla, quella che aspettava loro, sarebbe sicuramente stata una giornata piena di sorprese non tutte piacevoli, e Ziva doveva riuscire a reggerle tutte.
Mentre stava preparando il caffè, si accorse di una strana ombra che si aggirava intorno alla villa, e poiché tutti quegli intrighi l'avevano reso paranoico, si vestì e uscì a controllare.
Appena mise piede fuori di casa sentì uno strano presentimento, come se quel qualcuno potesse peggiorare e non di poco la situazione.
Mise la mano nella tasca e controllò che avesse la pistola. Iniziò a girare nel giardino, ma di quell'uomo non c'era una traccia, eppure era convinto di averlo visto.
Rientrò in casa, ma non poteva credere minimamente a quello che vide. Si strofinò gli occhi sperando che fosse solo un sogno, ma non lo era. Era la pura verità.
L'uomo stava per entrare nella camera in cui Ziva stava dormendo, e Tony non poteva permettere che Ziva lo vedesse. Sapeva che non aveva speranze contro di lui, ma per Ziva avrebbe fatto il tutto per tutto.
Gli saltò addosso, gli mise una mano alla bocca, lo trascinò fuori e lo lanciò sul terreno freddo che dava sulla strada saltandogli sopra e puntandogli una pistola al petto.
Tony: "Prova a svegliare Ziva ed io ti ammazzo!"
L'uomo rise. Non era certo un agente dell'NCIS a fargli paura.
Uomo: "Ci si rivede, Dinozzo!"
Tony: "Cosa ci fai qui?! Cosa vuoi?" ringhiò evitando sempre di urlare per non svegliare la giovane.
L'uomo ancora a terra gli indicò la strada. Tony alzò lo sguardo e divenne sempre più convinto di vivere un sogno, ma la sua indole di non darsi mai per vinto, di avere sempre la battuta pronta, lo spinse a continuare come se fosse realtà.
Tony: "Cos'è? 'La notte dei morti viventi 2'?"
Uomo: "Non capisco cosa ci trovi di tanto attraente Ziva in te... Ed ultimamente anche tu in lei! Sempre così malaticcia, sempre così sciatta!"
Questa non gliela poteva permettere, ma non poteva sparare o Ziva si sarebbe svegliata. Gli tirò un pugno sul naso con tutta la forza che aveva, mentre l'altro uomo si avvicinava. Come si era permesso di definirla così? Proprio lui! Non l'avrebbe passata liscia. L'odio nei suoi confronti non fece che crescere, finché anche l'altro uomo non fu a un metro da lui. Si alzò e puntò la pistola contro di lui.
Tony: "Fate rumore o vi ammazzo! Ci sono già riuscito una volta!"
L'uomo che intanto si era rialzato gli rispose continuando a sorridere
Uomo: "In realtà uccidesti solo me, ma a quanto pare né tu né Ziva avete fatto un buon lavoro nel farci fuori.. Non ti pare?"
Tony sentì la rabbia ribollirgli nelle vene e continuava a rimuginare per capire come fosse possibile che quei due uomini fossero ancora vivi.
Davanti a sé aveva due agenti del Mossad deceduti anni prima: Michael Rivkin era il primo che aveva buttato a terra, e che lo istigava, l'altro era invece un uomo che aveva messo in subbuglio tutto l'NCIS, che nemmeno Gibbs era stato in grado di uccidere, ma la sua Ninja: Ari Haswari.
Tony: "Ari... Quella notte chissà cos'avrei dato per vederti morire con un buco in testa! E tu, Michael... Tu sei solo un vigliacco! Tu non hai idea di quanto Ziva abbia pianto per causa tua, prima di rendersi conto di che uomo spregevole fossi!"
Ari: "Andiamo Tony... Io ti conosco! Perché la proteggi tanto? Infondo lo sai anche tu che Ziva non ti ama! Lei non ha mai fatto niente per te!"
Tony non ne poteva più. Tutto ciò che voleva era farli fuori, ma in un combattimento corpo a corpo avrebbe certamente perso, e se avesse sparato, Ziva avrebbe scoperto che i fantasmi del suo passato non erano fantasmi, ma ancora vivi e pronti a ferirla.
Tony: "Lei è rimasta a tacere per me! Lei si è fatta odiare per me! Lei si è fatta mettere i piedi in testa per me! Lei ha voluto rinunciare ad avere una famiglia, ed a restare nell'unico posto in cui si sia mai sentita amata per me!"
Capì che doveva mentire, che doveva almeno tentare di innalzare una messa in scena.
Tony: "Noi ci amiamo e facciamo coppia fissa!"
I due uomini per un attimo rimasero sbigottiti, ma poi ripresero le loro facce di bronzo e continuarono a istigarlo.
Ari: "Sappi che sono stato io ad uccidere Deena, la mia ragazza! Guarda cosa mi ha costretto a fare Ziva! Deena voleva farla fuori, ma dopo aver visto che lei sarebbe stata capace di uccidermi, dovevo avere la soddisfazione di dire che è morta per causa mia!"
Paradossalmente Tony sorrise. Iniziò a pensare a quanto fosse forte la sua Ninja. Da come ne parlavano i suoi stessi nemici, sembrava che fosse imbattibile, e che ucciderla fosse impossibile. Ed era proprio così!
Tony: "Non ci riuscirai mai!"
Ari: "L'ho già fatto! Questa sarà la sua ultima notte!"
E così dicendo si girò e se ne andò. L'ultima cosa che Tony scorse da lontano fu un luccichio proveniente da una delle tasche di Ari, e quando mise a fuoco l'immagine iniziò a capire cosa stesse succedendo. Era la collanina di Ziva.
Non fece in tempo a realizzare quanto gli era appena accaduto, che Ziva comparve sulla porta di casa.
Ziva: "Tony che stai facendo?" disse strofinandosi gli occhi.
Aveva il pugno sporco di sangue e la pistola in mano.
Tony: "Un cane mi ha assalito... Allora, dormito bene occhioni belli?"
Ziva: "Tony che stavi facendo?"
Il ragazzo non aveva la minima intenzione di parlarne e rattristarla. Le ultime parole di ari l'avevano turbato molto questa sarà la sua ultima notte...

Intanto Gibbs aveva chiesto a Ducky di controllare che il suo fucile "Kate" fosse ancora a casa sua, e come previsto non c'era. Ancora non sapeva come, ma Ari era ancora vivo, ed aveva ucciso la Bashan. Eppure, era convinto che di questo Ziva non ne fosse a conoscenza. Dopo la Somalia la loro fiducia era diventata qualcosa di grande, e sapeva che se l'avesse saputo, gliel'avrebbe detto.

Tony era rientrato in casa e Ziva stava sistemando le loro valige, quando vide sbucare da quella di Tony una foto. Convinta che fosse una foto di Zoe, la prese e la girò, ma quando la vide, non riuscì ad evitare le lacrime. Era la sua foto a Parigi... Tony l'aveva conservata per tutto questo tempo... Come ha fatto a non accorgersi di quale grande amore l'universo le aveva offerto. Solo ora tutte quelle sofferenze ebbero un senso, tutte le sofferenze che aveva subito sin dal giorno in cui per la prima volta aprì gli occhi, non contavano più niente, perché le avevano permesso di imbattersi in un amore tanto grande che aveva evitato per circa due anni, pur di conservarlo intatto, perché era un amore troppo grande.
Tony uscì dalla doccia con l'accappatoio sui fianchi
Tony: "Che combini occhioni belli?"
Ziva si girò con gli occhi inumiditi dalle lacrime e non riuscì a frenare il suo istinto di corrergli incontro ed abbracciarlo.
Colto alla sprovvista Tony non capì, finché non vide la foto che aveva appoggiato sul comodino.
E la strinse a sé. Entrambi volevano urlare al mondo che si amavano, che non potevano vivere l'uno senza l'altra e che avrebbero fatto di tutto pur di non lasciarsi mai più, ma non è così semplice. Tony continuava a pensare a cosa sarebbe successo alla sua Ziva quando sarebbe venuta a sapere di Ari e Rivkin, avrebbe avuto un'altra ricaduta di ipotermia, avrebbe ripensato al suo passato, e così fragile com'era, sarebbe stato facile portargliela via. Non era così forte come faceva sembrare, non riusciva a sopportare tutto questo. Ma se non l'avesse mai scoperto, allora avrebbe avuto una possibilità.

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