AT LO LEVAD

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Alzò lo sguardo e vide quello che sperava di non dover mai vedere, anche se in cuor suo temeva fosse possibile.
Rivkin: "Allora Ziva, non dici più niente?"
Ari: "Abbiamo messo a tacere la ragazza che non si arrende mai!"
Ziva era rimasta a fissare quell'ombra senza curarsi di quello che le stavano dicendo i due uomini, non poteva crederci. Era felice e disperata nello stesso tempo. La persona che aveva davanti era una di quelle che non aveva mai dimenticato, nonostante gli anni che erano passati inesorabili. Era cambiata, e a quanto pare non solo fisicamente. La ricordava solare, spensierata e felice, ma soprattutto la ricordava tenera e dolce. E adesso era lì, di fronte a lei a desiderare di vederla morta... La sua sorellina, Tali, che tanto aveva elogiato, stava per finirla.
Tony non capiva cosa stesse succedendo, e si preoccupò nel vedere Ziva completamente immobile con gli occhi sbarrati a fissare quella ragazza che un po' le somigliava... Le somigliava!
Tony: "Ziva... È..."
Lentamente Ziva si voltò verso Tony. Aveva gli occhi umidi, non riusciva più a trattenere le lacrime.
Tony: "Ma chi siete voi per arrecare tanto dolore ad una persona? E soprattutto, quale problema psicologico vi affligge da spingervi a fare tutto questo? Voi state demolendo una persona, che forse non si riprenderà mai da uno shock simile! Siete vuoti dentro, non avete alcuna morale, e davvero mi chiedo com'è possibile che fosse legata a voi da una parentela o che possa essersi innamorata di persone come voi! Ha fatto di tutto per te, per te, per te, e anche per lei direttore, ha sempre pensato a voi, facendosi del male da sola, ma non le importava... Ed è così che la ricambiate? E per cosa? Perché lei era l'unica in casa che aveva giustizia nel cuore! E sapete perché? Perché nel vedere persone spregevoli come voi, ha visto quello che mai sarebbe voluta diventare nella vita"
Tali: "Ti sbagli Tony... Sai, io ti ho seguito per un po', ho visto il vostro rapporto, ma c'è una cosa che la tua paladina della giustizia non ti ha mai detto, vero Ziva?"
La ragazza aveva abbassato lo sguardo, tentando di nascondere una lacrima che lentamente scendeva lungo le sue guance.
Tony: "Ziva, cosa?"
Tali: "Allora Ziva, non glielo dici?"
Ziva: "Non è una cosa che lo riguarda!" urlò.
Ari: "Hai ragione, non gli riguarda, ma riguarda te, il tuo passato..."
I due fratelli le si erano avvicinati, e le sussurravano frasi spregevoli nelle orecchie, mentre lei urlava di smetterla, in preda alla disperazione.
Rivkin: "Avanti, lasciamo soli i tre fratelli finalmente riconciliati" disse prendendo Tony per un braccio, seguito da Vance.
Tony: "No! Io non vado da nessuna parte se voi non la finite di farla soffrire!"
Tali: "Va bene Tony, torna a sedere e ti spiegheremo bene la storia della tua Ziva!"
Ari: "Eravamo tutti molto piccoli. Tali aveva circa quattro anni, io sette e Ziva ne aveva sei."
Tali: "Nostra mamma crebbe Ari come fosse figlio suo, e lui la considerava sua mamma. Eppure ha sempre avuto qualcosa in più per Ziva. Lei era la sua figlia prediletta, perché loro erano simili, non capivano che le persone devono morire per cause più grandi!"
Ari: "Poi un giorno, mentre stavamo pranzando, arriva una telefonata. Ziva era sparita nel nulla"
Tony si voltò a guardare la ragazza. Le lacrime avevano iniziato a scendere copiosamente dal suo viso, stava piangendo senza più ritegno, ognuna delle loro parole sembrava ferirla come le lame di un coltello, guardava in alto, stringendo gli occhi e i denti. Ma cosa le stava succedendo?
Tali: "Corremmo a cercarla dappertutto, ma di lei non v'era traccia."
Ari: "Poi finalmente la trovammo lontano dalla città. Era in mezzo ad un campo minato abbandonato da tempo, arido e vuoto"
Poi si udì una voce tremante prendere a parlare.
Ziva: "Era il luogo in cui per la prima volta avevo visto un uomo morire. E ad ucciderlo era stato mio padre! Stavo pregando per quell'uomo. Poi mi sono sentita chiamare, e voltandomi vidi mia mamma e... loro."
Tali: "La mamma le urlò di non muoversi, o sarebbe saltata in aria se avesse pestato una mina. Riuscì a raggiungerla senza far scoppiare nulla"
Ziva: "Mi abbracciò forte e mi disse che adesso quell'uomo era in un posto migliore, che non dovevo giudicare papà per questo, perché lui l'aveva fatto per il bene di entrambi, e che lei sarebbe sempre stata vicino a me, anche quando non la vedevo. Aveva paura che potesse morire, prima di aver compiuto il suo dovere di mamma, e prima di indicarmi la strada per uscire dal campo, mi disse che la mia vita non sarebbe stata facile, ma che dovevo essere forte, poi mi diede la mia collanina, mi disse di custodirla finché non avrei trovato la persona che più di tutte la meritava."
Le sue parole erano intervallate da pause continue e singhiozzi. Ma quando parlò della sua collanina, Tony si sentì un grandissimo stupido. Lei gli aveva dato quanto di più importante possedesse, gli aveva dato il suo ultimo legame con sua madre, e lui l'aveva lasciato marcire in un cassetto. Si toccò la tasca per controllare che lo avesse ancora, ma con suo grande stupore, lo aveva perso un'altra volta.
Poi Ziva riprese.
Ziva: "Mi indicò la strada, e mi disse di andare piano piano, ma io inciampai e caddi. Ci fu un attimo di silenzio, tutti rimasero immobili, ma non successe nulla. Poi mia mamma mi urlò di correre, e urlò il mio nome, scappai via, ed un attimo dopo la mina era esplosa... Io sarei dovuta esplodere con lei, ma la mina era vecchia, e tardò a saltare."
Tali: "Mia mamma se n'è andata urlando il suo nome! Il nome della sua carnefice, davanti ai suoi, ed ai nostri occhi!"
Ziva era completamente distrutta, piangeva a dirotto, e non riusciva a smettere. Si sentiva in colpa per la morte di sua madre, e tutti le avevano dato ragione in questo. Il suo pianto era misto a dolore, era piegata in due, e non riusciva più a respirare. Ma Tali continuò ad accusarla
Tali: "Se n'è andata, dopo aver detto che per lei ci sarebbe stata per sempre, e lei l'ha fatta saltare in aria!"
Pronunciò le ultime parole con troppa foga, e senza pensarci prese la pistola e le sparò contro, colpendola al ventre.
Tony si lanciò in un urlo disperato, mentre la sua Ninja si contorceva dai dolori, la sofferenza di aver riportato alla luce il ricordo di sua madre, e la fitta lancinante che aveva al basso ventre.
Ari: "Lei ci ha portato via nostra madre, e noi le abbiamo voluto portare via l'NCIS"
Rivkin: "Abbiamo provato ad allontanarla da voi, tramite me, ma non ci siamo riusciti, ed allora siamo passati a metodi più efficienti."
Ari: "Abbiamo convinto Vance che la vera causa della morte di sua moglie era Ziva, e l'abbiamo convinto a rispedirla a Tel-Aviv... Ma a quanto pare, nemmeno questo è servito."
Tali: "Ecco perché adesso sei qui, a piangere per aver ucciso tua... Nostra mamma, e per avercela portata via mentre urlava il tuo nome, perché lei vedeva solo te, perché tu eri come lei! Ma Ziva, tu sei solo un'assassina, e nessuno ti potrà mai amare. Non avrai mai una famiglia, sarai sempre sola, e morirai nella tua miseria."
Ziva era ancora piegata su se stessa, e Tony non poteva sopportare di vederla così.
Tony: "La sua famiglia sono io! Io e l'NCIS! Ziva tu non sarai mai sola, perché ci siamo noi, perché c'è tua mamma con te"
Ziva alzò solo il capo, continuando a tenere le ginocchia rannicchiate a se e le braccia legate dietro la schiena. Lo guardò in tono di supplica, come a chiedergli di smettere di ricordarle sua mamma
Tony: "Credici Ziva! Credici che non sarai mai sola, credici!"
Tali e Ari si guardarono negli occhi per un momento, e mentre Tony e Ziva erano presi l'uno dall'altra, senza che se ne accorgessero uscirono dalla stanza, insieme a Rivkin e Vance.
Quando udirono la porta chiudersi a chiave, si voltarono di colpo. Erano rimasti soli in quella stanza. Tony si avvicinò alla ragazza, continuando ad avere le mani legate dietro la schiena.
Tony: "Ziva guardami, alza quegli occhioni belli e non li chiudere o sarà la fine pe entrambi"
Ziva voleva potergli dire tutto quello che provava, perché sentiva che non avrebbe retto a lungo, ma non riusciva a parlare, e dalla sua bocca uscirono solo dei lenti respiri affannosi.
Tony: "Ziva, credimi che non sei sola! At lo levad!"
Ziva: "Tony... Perdonami, è colpa mia se adesso sei qui... E non so cosa ti faranno... Tony... Io ti..."
Non riusciva più a parlare, le costava troppo. Sentiva il sangue che le colava dal ventre, un dolore atroce, e lentamente, continuando a guardare Tony negli occhi, forse per l'ultima volta li chiuse.

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