ALLA FINE DEL TUNNEL

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McGee: "Tony non ti puoi basare su una parola che gli hai sentito dire... Magari parlava con sua figlia" rispose ancora assonnato.

Tony non riusciva a dormire in mezzo a tutti quei pensieri che gli frullavano per la testa e così nel cuore della notte prese il telefono e chiamò McGee per dirgli che quella mattina aveva sentito dire a Vance al telefono "questa notte", e subito aveva immaginato che si trattasse di un incontro segreto con qualcuno.
Tony: "Tim sono convinto che significhi qualcosa! Dubito che faccia il pedofilo con sua figlia"
McGee: "Tony cerca di essere ragionevole: sono le 3:00 di notte e..."
Tony: "Ed ora ti vesti, prendi tutti i tuoi aggeggi e mi accompagni alla base! Sto arrivando"
McGee era convinto che Tony stesse assumendo dosi industriali di caffeina, e che si stesse allarmando per una stupidaggine, ma sapeva che la morte di Ziva lo aveva sconvolto e voleva vendetta, qualunque cosa essa comportasse. Pochi minuti dopo erano sotto l'edificio dell'NCIS e mentre Tony si sistemava l'auricolare per poter comunicare con l'amico, McGee iniziò a preparare tutte le apparecchiature per fornire al ragazzo le indicazioni su come muoversi.

Ducky era andato via da poco e l'edificio sembrava deserto.
Era così strano entrare nella base completamente solo, sotto lo scroscio della pioggia che si faceva sempre più insistente. Stava per prendere l'ascensore e raggiungere il suo piano quando si rese conto che probabilmente era più sicuro prendere le scale, perché chiunque "questa notte" dovesse essere in quell'luogo non lo sentisse arrivare. Per la fretta e l'agitazione di quella sera, Tony aveva dimenticato la sua pistola, ma non aveva alcuna intenzione di abbandonare la missione. Sentiva che quella sarebbe stata la risposta a molte delle sue domande e non poteva lasciarsi scappare un'occasione così importante.

Salì le scale velocemente e quando arrivò all'ufficio della sua squadra, si fermò di colpo. Era completamente buio, ma si intravedeva l'ombra di qualcuno in piedi fra le scrivanie. Non capiva cosa stesse facendo, ma già il fatto che fosse qui a quest'ora "questa notte" non era un buon segno.
Tony: "McGee, c'è qualcuno... Ma qualunque cosa accada, tu non ti muovere di lì!" disse con un filo di voce.
L'ombra si avvicinò alla scrivania di Bishop e Tony capì che era il momento di agire.
Scattò nella sua direzione e le saltò addosso buttandola sulla scrivania. Sentì un lieve gemito e d'un tratto iniziò a non ragionare più in modo razionale. Un profumo lo inebriava: lo attribuiva a qualcosa del passato, qualcosa che ha tentato di dimenticare ma con scarsi risultati. Era un profumo da donna, ma non solo. Non riusciva a capire a cosa ricondurlo, ma sapeva che era qualcosa di importante. Ci fu una breve pausa, come se anche quella donna stesse provando la stessa sensazione, poi però con uno scatto si liberò buttando Tony a terra e facendogli perdere l'auricolare.
Il ragazzo fece in tempo a rialzarsi che subito venne sbattuto contro il muro dove vi erano le foto di tutti i criminali più pericolosi. Non stava capendo più nulla, veniva sballottolato da una parte all'altra, senza rendersi conto di quello che stava realmente accadendo. Quella donna era proprio un degno avversario, che con un coltello impugnato nella mano sinistra stava per finirlo.
Il temporale era sfociato in una sequenza di tuoni fragorosi, e poco dopo un lampo illuminò per una frazione di secondo la stanza. Era un tempo brevissimo, ma abbastanza da salvare la vita a Tony. L'unica cosa che la ragazza vide e riconobbe all'istante furono i sui occhi verde smeraldo che per meno di un secondo brillarono nel buio. Si paralizzò. L'uomo a cui stava per togliere la vita, l'uomo che pochi minuti prima le era saltato addosso sbattendola sulla scrivania e facendo riaffiorare all'improvviso il dolore di una frattura al braccio destro che non aveva mai curato, era l'ultima persona che voleva trovare quella notte. Si paralizzò, non poteva continuare, non poteva uccidere Anthony Dinozzo, ma non aveva il coraggio di dire chi lei fosse. Forse per la prima volta nella vita si sentì incapace di agire.
Tony percepì l'esitazione della donna e ripresosi, colse l'occasione per ribaltare la situazione. In men che non si dica la donna era incollata al muro e l'agente riuscì a toglierle il coltello di mano. La ragazza non oppose alcuna resistenza, ma quando Tony stava per porre fine alla sua vita, girò la testa di scatto ed una treccia colpì gli occhi di Tony che esitò pochi secondi. La ragazza tentò di proteggersi come meglio poteva, ma non fu abbastanza cauta. Nella consapevolezza di morire pur di lasciare in vita l'agente Dinozzo, nascose la testa tra le braccia premendo per sbaglio l'interruttore, ed accendendo così la luce.

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