4 - Aurora

1.5K 65 33
                                    

Beh, non c'era che dire. La casetta che mi era stata affidata era proprio carina e confortevole. Si trovava in periferia. Nella campagna confinante col centro abitato.

Era in stile rustico e antistante ad essa vi era un piccolo giardinetto pieno di fiori. Agàte sapeva bene che il giardinaggio era la mia passione, doveva averlo detto ad Albian.

La sera in cui aveva fatto ingresso nel mio nuovo mondo non avevo combinato un granché. Sapevo che la scuola sarebbe iniziata l'indomani, così mi misi a sistemare al meglio la mia nuova abitazione, spostando di tanto in tanto qualcosa che non andava, per metterla in un posto che mi appariva più congeniale.

L'indomani mattina mi svegliai di buon ora. Ero agitatissima. Non vedevo l'ora di iniziare ad adempiere al mio compito, ma sapere che affianco a me sarebbe stato presente anche un Kelsea che di lì a poco avrei dovuto eliminare era un chiodo fisso che di rado riuscivo a trascurare.

Quando mi svegliai ne approfittai per fare colazione. Il mio stomaco brontolava da tutta la notte. Preparai una buona tazza di latte caldo poi corsi a fare una doccia veloce, e per il primo giorno di scuola decisi di scegliere un abbigliamento sbarazzino ma comunque gradevole. Infilai un paio di jeans aderenti, delle scarpe da ginnastica bianche e una camicia colorata e attillata che faceva risaltare il mio corpo magro e angelico. Diedi un po' di colore alla mia pelle chiara applicando sulle palpebre un po' di ombretto azzurro perfettamente a tono con i miei occhi celesti e lisciai con la piastra i miei capelli chiari. Non ero un'esperta in questo genere di cose, quindi è inutile dire che ne combinai parecchie. Per prima cosa feci cascare il trucco dentro il lavandino e quando provai a toglierlo con l'acqua quello che ne venne fuori fu un completo disastro. Avevo macchiato tutta la ceramica di azzurro.

Avevo poi bruciato un ciuffo di capelli con la piastra e quando me ne ero accorta nella fretta di riaprirla mi ero provocata una scottatura dolorosissima alla mano.

Nel corpo d'Alessi non c'è bisogno di fare tutto questo. Appari bella così come sei. Deve essere una seccatura per gli umani fare tutte queste cose all'ordine del giorno.

Fortunatamente mi ero alzata presto. Così non sarei arrivata in ritardo per la mia prima lezione.

Quando andai in giardino una modesta cinquecento argento, credo uno degli ultimi modelli, mi aspettava silenziosa. Raccolsi le chiavi vicino all'ingresso e mi diressi verso di essa.

Aprii lo sportello sovrappensiero. Chissà com'era il mio protetto. A sentire Albian dovevamo avere gusti compatibili. Io per prima cosa amavo la natura e gli animali, e poi ero anche bravina con la musica. Il pianoforte era la mia passione.

Misi in moto e quando accesi il navigatore, sullo schermo mi sorprese il viso di Agàte.

"Buongiorno Aurora!".

"Ehm... buongiorno!", risposi scettica. Che ci faceva la faccia di Agàte sul mio navigatore?

"Stai per andare a scuola immagino".

"Certo!".

Agàte distese le labbra in un sorriso di rimando. "Molto bene tesoro! Albian mi ha incaricato di istruirti a dovere, quindi fai bene attenzione...".

Attesi, aspettando che continuasse, senza perdermi nemmeno una parola.

"Questo ragazzo, che di lì a poco apparirà sullo schermo, è Gabriele Tereni, il tuo protetto. Frequenta il corso C, lo stesso corso che frequenterai tu...".

Annuii.

"Il Kelsea è già in giro. Ne abbiamo percepito l'aura ieri notte, ma solo per pochi istanti. Non siamo riusciti a localizzarlo, è molto furbo".

Guardian - il fascino del proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora