20 - Aurora

903 51 4
                                    


Albian sembrava essere sereno. Probabilmente non si aspettava un disastro del genere... Quando Agàte iniziò a parlare lui la ascoltò impassibile senza dare segno di irrequietezza.

"Albian, siamo nei guai, guai grossi", aveva cominciato Agàte.

"Di che si tratta?", fece lui con espressione pronta all'ascolto.

"Il Kelsea, ha ingannato Aurora".

Quando la conversazione volse a quel punto dolente vidi il mio capo squadrarmi con sospetto.

"Ricordi il giovane terreno per cui Aurora aveva perso la testa?", continuò.

Quando mi sentii chiamata in causa abbassai la testa umiliata. Albian continuò ad annuire cinico.

"Ecco...", proseguì Agate visibilmente in difficoltà. Come me temeva una reazione violenta di Albian. "Lei... come dire? Si sono toccati".

Albian sbiancò all'istante.

"Sì...", rispose Agàte a quella domanda inespressa, "nelle loro forme incorporee".

Il mio capo mi guardò con malcelata indignazione sul viso.

"Non prendertela con lei...", lo supplicò Agàte, "è confusa... dice... dice addirittura che lo ama...". Disse in fretta come se non volesse dare il reale peso alla gravità della frase.

All'ultima parola Albian mi guardò letteralmente in cagnesco, ma fu un attimo. Dopo tornò freddo come sempre. Con un sospiro si rivolse a me.

"Come è andata di preciso? Aurora, ti prego di dirmi tutta la verità. Ho bisogno di sapere".

Non avevo idea da dove cominciare. Mi sentivo in colpa, avevo paura.

"L'avevo... l'avevo conosciuto il primo giorno di scuola...", balbettai insicura. "Non mi ero accorta che lui fosse il vero Kelsea. Il primo contatto lo abbiamo avuto una sera in un pub. Lui mi ha invitato a ballare, ma quando si è avvicinato a me un po' troppo, ho sentito un prurito alla schiena, quasi come stessi per trasformarmi".

Albian strinse gli occhi dalla confusione. Poi si portò le mani al viso con evidente preoccupazione.

"Lui ha reagito quasi nello stesso momento. E così ci siamo allontanati l'uno dall'altra. Ma da quel momento non sono riuscita più a dimenticarlo...".

Agàte ascoltava quel pezzo di storia a lei nuova, visibilmente preoccupata.

"Avevo attribuito questo brivido al fatto che fossi felice perché lo amavo, non so come spiegarlo... credevo che fosse tutto... normale".

"Non sentivi nessun istinto che ti diceva di scappare?", mi chiese Albian più concentrato.

"No..", negai, "piuttosto era un senso di colpa. Pensavo che fosse causato dal fatto che avessi trascurato Gabriele".

Albian scosse la testa sconcertato.

"Da quel momento Simon ha iniziato ad essere più scontroso con me, o almeno ci ha provato. Ma a giudicare dai fatti credo che non ci sia riuscito perché...". Tirai su col naso imbarazzata.

"Perché questa sera l'ho incontrato di nuovo... io e Gabriele gli siamo andati incontro ignari. Era da solo quando ci siamo messi a conversare con lui, poco dopo però è arrivato un altro ragazzo, Logan, mi ha guardato con tale odio che sono stata sicura fosse lui il Kelsea. Ho avuto paura. Logan mi stuzzicava, mi metteva terrore con le sue parole mirate...".

Mi interruppi tornando a piangere nel rievocare quei momenti. Agàte andò in cucina e poco dopo mi portò un fazzoletto. Soffiai il naso e proseguii nel racconto.

Guardian - il fascino del proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora