Speciale: Guardian II

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Samuel

Okay, okay. Avevo esagerato un po', ma con Flora come potevi non farlo?

Se me la fossi lasciata scappare non me lo sarei mai perdonato, e poi, di quello che avevo detto a lei ero sicuro. Lei provava qualcosa per me.

Flora doveva essere una ragazza difficile, da come ne avevo sentito parlare non si era concessa mai facilmente a nessuno. Era bella, ma ignorava chiunque le facesse la corte, solo un ragazzo che ormai aveva finito il liceo era riuscito a conquistarla... un certo Roberto.

Beh, non che mi interessasse più di tanto la sua precedente vita sentimentale, ma era sempre bene saperne qualcosa di più sulla ragazza che ti piace, soprattutto quando sei nuovo del posto.

Finite le noiosissime ore scolastiche decisi che quel giorno non avrei toccato libro, tanto per cambiare.

Quando arrivai a casa il pranzo era già pronto. Zia Elena quel giorno aveva cucinato un po' prima, perché il suo compagno Stefano aveva appuntamento per un colloquio di lavoro.

"Dai, vieni a sederti a tavola!", mi sollecitò la zia quando feci ingresso dal portone. "Stefano è già andato via ma non ho ancora sparecchiato la tavola apposta per te".

"Arrivo", risposi correndo in camera mia.

Mi infilai una felpa più comoda e tornai in cucina, zia Elena con i suoi capelli dalla tintura rossa e un sorriso smagliante mi accolse con un bacio sulla guancia.

"Ciao tesoro, com'è andata scuola?".

Mi spaparanzai sulla sedia e poi raccolta la forchetta cominciai a mangiare il mio piatto di spaghetti.

"Ti dirò...", dissi tra un boccone e l'altro, "oggi non è stata poi una giornata così negativa".

La zia mi sorrise. "Stai cominciando a mettere la testa a posto per lo studio finalmente?", disse giuliva.

"Uhm...", risposi al sorriso poco convinto, "eh... sì zia, certo!".

Lei non se la bevve. "Samuel, sai che tua madre non sarebbe contenta di un tuo insuccesso scolastico, vero?".

Sbuffai. "Sì zia, lo so, non ho bisogno di sorbirmi ogni giorno una tua ramanzina". Finii la mia porzione e mi alzai da tavola.

"Non vuoi nient'altro? C'è del pollo al forno qui...".

Non la lasciai finire. "Tutto bene zia, okay, non ho più fame... esco!".

Mia zia rimase impalata al suo posto con la faccia delusa. "Va bene... se lo dici tu...".

Mi richiusi la porta alle spalle e salii sulla mia moto con l'intenzione di stare un po' da solo. C'era un boschetto nei pressi della casa di Flora. Ebbene... ci sarei andato.

Se non altro avrei avuto un'altra possibilità di incontrarla quel pomeriggio, in caso contrario, avrei avuto modo di pensare a lei più facilmente.

Sorrisi tra me. Possibile che quella ragazza fosse diventata la mia ossessione dal primo giorno in cui l'avevo vista?

Diedi gas alla moto per affrettare il mio arrivo, poi, quando finalmente raggiunsi il luogo prestabilito, lasciai il mio mezzo di trasporto poco più distante per andare a sedermi all'ombra di un cipresso di fronte al laghetto antistante.

Ripensai al bacio che oggi avevo rubato a Flora. Era stato molto singolare, di gran lunga il più fantastico che io avessi mai dato in tutta la mia vita, e beh, io di baci ne avevo dati tanti... ero un esperto in materia.

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