21 - Simon

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Ero là, nel salotto di casa mia, seduto sul divano con l'aria imbronciata quando Logan fece ritorno. Mi presi per spacciato quando notai che assieme a lui c'era anche Tneske.

Dire che il mio superiore era furioso, sarebbe dire poco. Tneske sembrava essere venuto a casa mia solo con lo scopo di cancellarmi dalla faccia della terra.

"Ancora tu! Ancora guai!!", scalpitava, percorrendo la stanza ad ampie falcate. "CHI TI HA DETTO DI METTERTI DI NUOVO IN MEZZO, SIMON?!", urlò.

Rimasi impassibile. Vidi Tneske fare una faccia piuttosto inquietante. Supposi che mi avrebbe preso volentieri a schiaffi in quel momento.

"Logan mi ha detto tutto. La tua viltà ha raggiunto il limite, ragazzo!".

Squadrai Logan con espressione di puro odio alla quale lui ricambiò con una di sfida.

Era abbastanza vicino da potermi sentire, così sibilai tra i denti: "Lurido infame!".

Mi indirizzò un grugnito sordo.

"Simon, mi stai ascoltando?", mi urlò contro Tneske.

Tornai a osservarlo solo dopo che ebbe richiamato la mia attenzione. Ma la coda del mio occhio era sempre rivolta verso Logan. Era grazie a lui che ora mi trovavo nei pasticci fino al collo. Solo grazie a lui.

"Sei sollevato dall'incarico, Simon...". Quelle parole vennero come un lampo a ciel sereno. All'improvviso.

Vidi Logan guardare Tneske con un'aria sorpresa. Dunque anche lui ignorava questa sua decisione.

"Sì, è la cosa migliore. Ormai non sei più di nessun aiuto. Dai solo problemi!", continuò il mio capo con quello che voleva fare suonare come un disprezzo.

Rivolsi il mio sguardo ardente verso Logan. Mi fissava leggermente impietosito per la mia sorte. Chissà se magari si fosse pentito della sua mossa avventata adesso che aveva udito la mia punizione.

Mi avvicinai alla poltrona dove si era comodamente seduto con la caviglia destra al ginocchio sinistro e un'aria beata sul suo viso eternamente ilare.

"Bastardo", imprecai a bassa voce cosicché solo lui potesse sentirmi.

"È tutta colpa tua amico. Te la sei cercata", mi disse lui con arroganza e a voce ben alta per farsi sentire da Tneske. Questo ora aveva smesso di parlare e sembrava essere in allerta, mentre ascoltava il nostro agone verbale.

"Bada a come parli, traditore!", urlai contro Logan per niente intimorito dallo sguardo minaccioso del mio capo.

Lui saltò su di scatto dalla poltrona e avvicinatosi a un palmo dal mio naso mi minacciò ostile. "Non ti permettere a darmi del traditore. Se qui c'è qualcuno che si è schierato col nemico, quello sei tu, Simon, non io!".

Un ringhio spontaneo sgorgò dalle mie viscere.

"Non essere impulsivo Simon. Fin ora ti sei solo rovinato, facendo di testa tua!". Mi ammonì Tneske.

Non gli diedi retta, continuavo a tenere lo sguardo astioso fisso su Logan. Mi sentivo una belva pronta ad attaccare. Lui sorrise ironico poi tornò a spaparanzarsi al suo posto.

"Non ci trovo nulla da ridere, idiota!", lo minacciai.

Lui mi schernì ancora di più, il sorrisino divertito stampato sul viso. Logan e la sua spavalderia. Non capiva che in quel momento stava compromettendo a morte il nostro rapporto reciproco?

Il maestro che era rimpiazzato dall'allievo, potevo mai accettare una cosa del genere?

"Logan, non stuzzicarlo!". Lo avvertì Tneske in visibile stato di allarme.

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