14 - Aurora

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Era sera tardi quando infilai nel lettore cd il disco che mi aveva regalato Gabriele. Misi play incuriosita da quello che avrei ascoltato poco dopo.

Mi sorprese una musica di pianoforte meravigliosa. Era I giorni. Come sempre la ascoltai più di una volta. La misi addirittura in ripetizione. Poi continuai ad ascoltare gli altri clip rannicchiata nel mio caldo lettuccio. Mi addormentai quasi subito senza pensieri, sprofondando in un sonno senza sogni.

L'indomani mattina mi alzai presto. Ero soddisfatta per la giornata che avevo trascorso il giorno precedente ma l'ansia di rivedere Simon tornava a farsi sentire.

Iniziai a preoccuparmi quando, dopo aver fatto ingresso nel parcheggio non vidi la sua auto.

Mi recai in classe visibilmente immusonita e presi posto accanto a Matilde.

"Ehi ciao rubacuori!", mi salutò lei con un sorriso. "Vedo che te la passi bene con Tereni!".

Ecco, come non detto. Neanche il tempo di arrivare che già si apriva il discorso sul gossip. Discorso che riguardava me, tra l'altro.

"Allora... come è andata al conservatorio?".

Ricordai solo in quel momento di averle accennato del mio appuntamento con Gabriele. Me ne pentii all'istante.

"Bene...", feci vaga.

"E no bella! Tu non me la racconti giusta!". Mi squadrò con sospetto.

"Senti Matilde...", dissi seccata. Ero già abbastanza di malumore per l'assenza di Simon. Diedi un'occhiata in giro ma nulla era cambiato. Accanto a Gabriele il banco era vuoto.

"Non dirmi che ti sei offesa!", esclamò la mia amica preoccupata.

"No... sono solo di cattivo umore oggi...".

Matilde mi indirizzò un altro sguardo sospettoso, poi disse: "come vuoi...", e paziente mi lasciò vagare con i pensieri.

Presto la campanella suonò, e le interminabili sei ore di lezione trascorsero tutte uguali.

Per la ricreazione me ne restai incollata al mio banco. Non avevo nessuna voglia di uscire e inutili erano stati i tentativi di convinzione da parte di Matilde.

Questa volta Gabriele non mi offrì nessun cioccolatino. Si alzò, piuttosto, e con altri amici si diresse verso il cortile esterno.

All'uscita finalmente tirai un sospiro di sollievo. Mi caricai lo zaino sulle spalle e uscii dalla classe taciturna. Gabriele mi venne vicino con un sorriso.

"Ehi bellissima, come mai questo broncio?".

"Niente di che, è solo una giornata no", mi affrettai a rispondere.

"Senti... che ne dici di uscire oggi pomeriggio?", fece Gabriele leggermente impacciato.

Io per poco non inciampai per le scale. M i trattenni alla ringhiera e lo fissai incredula.

Lui mi osservava ancora speranzoso. Il bel viso spiegato in un sorriso.

"Ehm... io...".

Il mio protetto attese paziente la risposta.

"Non so... la tua ragazza potrebbe...", non terminai la frase, ma era ovvio che lui mi avesse compreso.

"Chi, Melania? No, non credo che possa prendersela solo per un'uscita amichevole. E poi siamo colleghi, no? Musicisti tutti e due".

Ma ero forse stupida? Avevo l'occasione di uscire col mio protetto e non la coglievo?

"Certo allora, se lo dici tu...", accettai titubante.

Guardian - il fascino del proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora